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EFFETTI COLLATERALI DEGLI ANABOLIZZANTI – 1°

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Body’s Magazine – marzo 1988

Inizio la mia collaborazione con questa ottima rivista entrando, spero, nel vivo del problema. L’uso di farmaci ergogenici (nel nostro caso in genere anabolizzanti) non è certo l’unica faccia del nostro sport, ma in quanto medico, oltre che culturista, mi sento in dovere di affrontare questi argomenti, di solito “accantonati” con leggerezza. Ritengo che la disinformazione e il far finta di niente siano i peggiori nemici,  perché lasciano spazio alle “magie” (risultato probabile: l’ospedale).

E allora per prima cosa mi sento in dovere di parlare dei pericoli che derivano dall’uso degli anabolizzanti. In questa sede non voglio affatto prendere posizione su problemi etici (è giusto prenderli o no) e meno che mai sull’eventuale efficacia di uno o dell’altro prodotto, ecc.

 

Per chiarire meglio: non è che questi argomenti non mi interessino anzi, ho una opinione precisa in merito, ma la decisione di prenderli o meno spetta a ciascuno nel suo intimo. Qui parlerò da medico, abbandonando ogni falso pregiudizio.

Dal punto di vista chimico, basterà ricordare che per steroidi anabolizzanti si intendono farmaci che derivano dal testosterone con opportune manipolazioni, come togliere (nandrolone) o aggiungere gruppi metilici (es. metiltestosterone, bolasterone, metandrostenolone, ecc…), ossidrilici (oxandrolone, mesterolone, oxabolone), spostamento di doppi legami (metandrostenolone, metenolone, boldenone), aggiunta di atomi di fluoro o cloro (fluossimesterone, clortestosterone, ecc.) nell’intento  in generale di mantenere effetti anabolizzanti con meno effetti androgeni.

Spesso, infatti, anche minime alterazioni della molecola portano a grossi cambiamenti dell’effetto farmacologico. Tutti però mantengono almeno in parte le caratteristiche androgene, e questo vedremo cosa può comportare.

Essendo l’androgenicità la fonte dei  principali effetti collaterali, direi che è il caso di chiarire cosa significhi dal punto di vista farmacologico e pratico.

Farmacologicamente , si vide che il testosterone possedeva sia le note azioni di promuovere prima e mantenere poi le caratteristiche sessuali primarie e secondarie dei maschi (tutto ciò, in pratica, che cambia quando da bambini si diventa adulti, cioè statura, barba, peli, ingrossamento del pene, personalità, comportamento sessuale propriamente detto, ecc…), sia quella di ingrossare anche altri organi (soprattutto muscoli ed ossa, ma anche fegato, milza, rene, ecc..), tramite l’aumento della sintesi proteica.

Per motivi di praticità, si arrivò ad elaborare un test, cioè una prova in cui i vari anabolizzanti creati allora (ad es., il metandrostenolone cioè Dianabol fu creato nel 1956 con l’intento …. di darlo ai bambini denutriti, il Durabolin nel 1962, ecc..) venivano cimentati con un organo di natura prettamente sessuale (di solito la prostata di animali) e con un muscolo (il bulbo-cavernoso elevatore dell’ano), misurando l’accrescimento in rapporto alle dosi usate.

Bene, se per esempio il testosterone ha effetto poniamo 100 sulla prostata (effetto androgeno) e 100 sul muscolo elevatore dell’ano (eff. proteoanabolico), il Decadurabolin aveva un effetto a parità di dose 400-500 sul muscolo e solo 30 sulla prostata. Cioè 4-5 volte più “anabolizzante” e 3 volte in meno androgeno, e quindi in totale il rapporto Anabolizzante/Androgeno è di circa 12 a 1, cioè ottimo.

Questo rapporto, calcolato per la maggior parte degli anabolizzanti in commercio, è definito anche “indice terapeutico”.

Nonostante il passare degli anni nessuno purtroppo ha pensato di migliorare questo metodo e i dati a disposizione, veramente pochi, sono già di molti anni fa.

Dico questo perché questo test, ritenuto fondamentale, ha molti difetti:

 

  1. Innanzitutto, vale per l’animale da esperimento usato e non per l’uomo (ovvio!): spesso estrapolare è impossibile perché, sappiatelo, che gli animali possono metabolizzare gli ormoni dentro la cellula, in maniera del tutto diversa dall’uomo.
  2. L’azione “androgena” in pratica, è un’azione anabolizzante (cioè fa ingrossare) sugli organi sessuali, pertanto non si possono distinguere nettamente le due cose: androgeno ed anabolizzante sono concetti che si riferiscono solo all’organo interessato. La scelta del muscolo per fare il test è stata inoltre criticata (è infatti, data la sua posizione, un muscolo pure lui di natura “sessuale”).
  3. Infine, anche tenuto conto di questi limiti, occorre tenere presente che i due effetti non sono uguali, ma possono comparire con dosi diverse, e allora il rapporto androgeno/anabolizzante va a farsi benedire.

Mi spiego meglio: per es., il durabolin a dosi basse ha minimo effetto androgeno ed alto effetto anabolizzante; a dosi più alte l’effetto androgeno aumenta sproporzionalmente, pertanto l’indice terapeutico si abbassa con l’aumentare delle dosi. Questo è fondamentale per il culturista: usare alte dosi di un farmaco, anche se poco androgeno, porterà inevitabilmente alla comparsa degli effetti androgeni stessi, mentre quello anabolizzante, avendo raggiunto già il massimo, non aumenterà più.

Ecco una delle basi scientifiche che spiega come l’abuso di queste sostanze sia negativo.

Nonostante tutte queste critiche, vi scrivo qui una tabella che indica il rapporto androgeno/anabolizzante di molti farmaci tra i più usati dai culturisti, in aggiunta ad altre caratteristiche che vedremo poi.

Questa tabella è necessaria perché altrimenti dovrei parlare per pagine e pagine di ogni singolo prodotto: meglio invece classificarli.

 

Il rapporto A:A è ovviamente l’indice terapeutico. Nella riga successiva si vede se il farmaco sia aromatizzabile (se ciò può essere trasformato, dal fegato o da altri organi, in estrogeni); nell’altra riga se è alchilato in posizione 17-alfa (il che lo rende più tossico), poi è indicata la potenza anabolizzante stimata (cioè a parità di dose rispetto al testosterone), ed infine la via di somministrazione (OR = orale, IM = intermuscolare, SL = sublinguale).

* Non in commercio in Italia, o introvabile

** Ad uso solo veterinario

 

E veniamo ora agli effetti collaterali, di cui molti appunto, come dicevo prima, sono legati direttamente al grado di androgenicità residua del prodotto, per cui è ovvio che l’indice terapeutico, pur con i suoi limiti, rappresenterà una guida orientativa.

 

  1. Effetto di crescita dei tessuti sessuali. Non riguarda il pene, le cui dimensioni non aumentano più dopo la pubertà, ma altri organi tra cui la prostata. Elevati livelli di androgeni per lungo tempo possono dare luogo ad accrescimento della prostata (nella sua porzione extrasfinterica sensibile agli androgeni), con lievi disturbi nell’ urinare, ma soprattutto rischio di un tumore maligno (carcinoma) della ghiandola. Sempre mortale se non colta in tempo e dolorosissima, questa malattia non viene causata di per sé dagli androgeni, ma il suo sviluppo ne è accelerato. Probabilisticamente cioè, alcune cellule maligne che magari verrebbero sopraffatte dai sistemi di difesa del corpo, potrebbero invece svilupparsi meglio dando luogo al cancro. Questo rischio dovrebbe essere sufficientemente spaventevole per togliervi dalla testa di usare queste sostanze; ricordate almeno però l’importanza di eseguire esami medici preventivi (palpazione della prostata) per cogliere subito l’insorgenza di un tumore.
  2. Per quanto riguarda la crescita di altri organi sessuali primari e secondari, va detto che questa è minimamente visibile nel maschio adulto che prende androgeni: fra gli effetti, il soggetto maschio noterà tuttalpiù infoltimento della barba e dei peli del corpo. Per quanto riguarda la caduta dei capelli, che è chiaramente legata agli androgeni, va detto che questo effetto sembra di natura ereditaria e non viene in genere accelerato dall’uso di androgeni. Nella donna, invece, gli androgeni provocano certamente, se il soggetto è predisposto, calvizia di tipo maschile.
  3. Oltre a questo devo ricordare, dato il crescente numero di culturiste in Italia, che gli effetti di tipo androgeno degli anabolizzanti sono deleteri invece, anche se solo iniziali, in una donna. Quali sono lo sapete tutti: aumento della crescita dei peli, eventualmente inizio di barba, raucità ed ingrossamento della voce, tutti quanti praticamente irreversibili e disastrosi per qualsiasi ragazza.
  4. Inibizione della sintesi di gonadotropine. Le gonadotropine sono ormoni prodotti dall’ipofisi, che stimolano il testicolo  sia a produrre testosterone che a fabbricare gli spermatozoi. Quando si raggiunge un livello elevato di farmaci androgeni dati dall’esterno (soprattutto testosterone), le gonadotropine si bloccano e ne derivano: a) calo della grossezza e della consistenza dei testicoli b) entro 90-100 giorni, immancabilmente, riduzione degli spermatozoi fino alla sterilità (effetto tipo pillola). Questi effetti sono reversibili solo sospendendo il farmaco, ma occorrono 5 mesi per il ritorno alla norma. Se uno ha preso ormoni però per anni di seguito, non so fino a che punto esista la reversibilità. Il blocco totale delle gonadotropine avviene già a dosi di circa 200mg alla settimana di testosterone. Va detto però che alcuni prodotti anche molto androgeni (proviron, diidrotesterone) non danno praticamente inibizione delle gonadotropine anche a dosi di 500mg alla settimana (se usati da soli): questo perché non sono aromatizzabili (trasformabili in estrogeni) dalla ipofisi stessa. Questo vale, ancora di più, per altri prodotti 5-alfa ridotti poco androgeni (oxandrolone, primobolan). Viceversa, dosi anche basse (50mg) di decadurabolin, che dovrebbe essere poco androgeno ma è aromatizzabile, possono dar luogo a riduzione delle gonadotropine, il tutto a confermare come l’indice terapeutico possa talvolta dire poco. Nella donna il calo delle gonadotropine porta a possibilità di amenorrea e di interferenze pesanti con la produzione di estrogeni (da cui riduzione delle mammelle e dei depositi di grasso femminili sulle cosce, ecc..); in più alcuni farmaci (soprattutto tipo decadurabolin) possono avere azione di tipo progestativo, per cui alla sospensione si può avere emorragia dell’utero.
  5. Aumento della produzione di sebo (pelle unta) con conseguente comparsa di acne; questo in entrambi i sessi. La tendenza all’acne dipende dal grado di androgenicità del prodotto e ovviamente dalla dose. Il testosterone ad esempio la dà, in forma più o meno grave, nel 30-40% ca. dei casi, il deca solo nel 3-4%. E’ chiaro che ci sono notevolissime variazioni individuali nella comparsa di questo fenomeno.
  6. Collegato al n° 4, nei maschi che prendono anabolizzanti (testosterone escluso) si vede sempre un calo più o meno netto (spesso assoluto) della concentrazione di testosterone prodotto dal corpo ed anche degli androgeni di origine surrenalica (DHEA, androstenedione). Questo è naturalmente dovuto al blocco delle gonadotropine stimolanti la produzione di questi ormoni da parte della componente androgena dei farmaci. Il danno di ciò deriva anche dal fatto che, una volta sospesi gli anabolizzanti, i livelli di testosterone rimangono bassi per parecchio con possibilità di disturbi tipo astinenza (perdita di masse muscolari, svogliatezza, ecc..).
  7. Il testosterone dà al maschio, come accennato, la tipica mentalità maschile (desiderio sessuale, o libido, e aggressività e competitività nei rapporti sociali; così dicono i libri). Bene, aumentando a dismisura i livelli di testosterone (la quota normalmente prodotta dai testicoli è di 80-120mg alla settimana in media) come capita in chi assume oltre 500mg/settimana, questo fatto tende ad aumentare in maniera sproporzionata, anche se come sempre molto variabile fra gli individui. Ne derivano cioè da un lato aumento nella sfera sessuale propriamente detta (libido maggiore, con pensieri erotici spesso ossessivi, ecc…, e spesso aumentata frequenza di erezioni anche in momenti diciamo anormali), e dall’altro un aumento dell’aggressività propriamente detta (si diventa iracondi, irritabili, ecc…).

 NOME CHIMICO

NOME COMMERC.

(in Italia)

RAPP

A : A

Aromat.

17-alfa alchil.

Potenza anabol.

Via

Testosterone (proprionato) Testovis, Testoviron 1 : 1

 

SI NO 1 IM
Testosterone

(enantato)

Testoviron Depot 1 : 1 SI NO 1 IM
Metiltestosterone Testovis, Testoviron (confetti) 1 : 1 SI SI 1/3 ca OR, SL
Nandrolone decanoato Decadurabolin 12 : 1 SI NO 4 -5 IM
Nandrolone fenilpropionato Durabolin 10 : 1 SI NO 4 -5 IM
Metenolone enantato Primobolan depot 16 : 1 NO NO ? IM
Metenolone acetato Primobolan*, Anasith* 13 : 1 NO NO ? IM, OR
Metilandrostenediolo Methandriol* Metilbisexovis 2,5 – 4 : 1 SI SI 2 IM, OR
Metandrostenolone Dianabol*, Metabolina 2 -7 : 1 SI SI 2 – 3 OR
Quinbolone Anabolicum (simile al Dianabol) (simile al Dianabol) NO ? OR
Formebolone Esiclene (simile al Dianabol) (simile al Dianabol) SI ? OR, IM
4-cloro-metandostenolone Turinabol* 7 – 8: 1 NO SI ? Or
Stanzololo Winstrol 6 – 15 : 1 NO SI 10 OR, IM
Oxandrolone Oxandrolone 13 : 1 NO SI 3 OR
4-cloro testosterone o Clostebol * 4 : 1 NO NO ? IM
4-cloro-19 nortestosterone Anabol 4 – 19 10 – 16 : 1 NO NO ? IM
4-ossi-19 nortestosterone Steranabol ? ? NO ? IM
Ossimetolone Anadrol 50* 2 – 5 : 1 SI SI ? OR

Diidrotestosterone o stanolone

Anabolex, Pesomax 2 : 1 NO NO 1 IM, SL
Mesterolone Proviron ? NO NO Ca. 1/10 OR
Trenbolone ** ? NO NO ? IM
Boldenone ** ? SI NO ? IM
Bolasterone Myagen* ? SI SI ? OR