Home ABSTRACT LATTE A COLAZIONE MIGLIORA IL PROFILO METABOLICO IN SOGGETTI OBESI
0

LATTE A COLAZIONE MIGLIORA IL PROFILO METABOLICO IN SOGGETTI OBESI

LATTE A COLAZIONE MIGLIORA IL PROFILO METABOLICO IN SOGGETTI OBESI
0

La nutrizione è il principale fattore ambientale che influenza il rischio di patologie come l’obesità. Sebbene un certo numero di recensioni individuino un effetto protettivo del latte sul peso corporeo, sono necessari studi più approfonditi.

L’assunzione di latte sembra in grado di stimolare l’asse somatotropo a più livelli, aumentando l’escrezione sia dell’ormone della crescita (GH) che del fattore di crescita 1 (IGF-1) insulino-simile. D’altra parte, l’obesità è associata ad una ridotta secrezione di GH (sia spontanea che indotta) e ridotti livelli basali di IGF-1.
Uno studio osservazionale italiano condotto su 281 soggetti adulti (200 donne e 81 uomini, di età compresa 18-74 anni) con obesità moderata-grave (BMI 35.2-69.4 kg/m2) ha valutato il consumo di latte su 7 giorni in individui obesi e ha indagato l’associazione tra assunzione di latte e secrezione di GH in questi soggetti.
Sono state determinate le misure antropometriche, il profilo biochimico e l’asse GH/IGF-1.
La maggior parte degli individui (72,2%) ha riferito di consumare latte; 250 ml di latte a basso contenuto di grassi è stato il dato più frequente, nessun soggetto consumava latte intero.
I consumatori di latte vs non consumatori di latte hanno presentato misure antropometriche e un profilo metabolico migliore.
Dopo aggiustamento per indice di massa corporea, età e sesso, il consumo di latte è stato associato a miglior livelli di GH.
In particolare, tra i consumatori di latte, i soggetti che consumano latte parzialmente scremato vs latte scremato hanno presentato misure antropometriche e profilo metabolico migliore e presentano un profilo di GH migliore.
Lo studio ha messo in evidenza una nuova associazione positiva tra consumo di latte, GH e profilo metabolico nei soggetti obesi.

Indipendentemente dai meccanismi patogenetici, questa nuova associazione potrebbe essere rilevante in un contesto in cui gli individui obesi comunemente saltano la prima colazione e suggerisce la necessità di una collaborazione crescente tra nutrizionisti ed endocrinologi nella gestione dei pazienti obesi.