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SOVRAPPESO – STANCHEZZA CRONICA

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California Sport & Fitness – dicembre 2005

Domanda

Gent.mo Dottor Spattini. Le scrivo per esporle il mio problema, spero lei possa consigliarmi al meglio. Io vorrei ottenere il massimo dal mio fisico, che ora è veramente in soprappeso a causa di una cattiva alimentazione e dei ritmi giornalieri (lavorativi e familiari) veramente logoranti. All’età di 45 anni ho un duplice problema: 1) grasso localizzato a livello addominale e sotto il pettorale: 2) la seconda problematica è che sono sempre stanco e non riesco ad uscire da questa stanchezza “cronica”, nonostante abbia fatto periodi ad allenarmi e mangiar bene. A suo parere sarebbe possibile impostare un buon sistema di allenamento, alimentazione, integrazione che possa aiutarmi nello scopo che mi sono prefisso? Ha una soluzione o un’idea per le mie problematiche? Occorrono esami particolari da effettuare?

Luca

Risposta

Gentile Luca, i suoi problemi sono abbastanza comuni a persone che conducono una vita stressante, seguono un’alimentazione scorretta e superano la soglia degli “anta”. Sia lo stress che un’alimentazione squilibrata verso i carboidrati favoriscono l’accumulo di grasso a livello addominale e, sempre lo stress e le modificazioni ormonali che possono verificarsi a quell’età favoriscono l’accumulo di grasso sotto il pettorale. La prolattina, altro ormone sensibile allo stress, fa accumulare il grasso sotto il pettorale e lo stesso dicasi degli estrogeni che aumentano con l’aumentare della capacità di aromatizzazione legata all’età e al soprappeso. La stanchezza è probabilmente un riflesso prolungato dell’aumento del cortisolo, ormone dello stress, e della possibile diminuzione del testosterone.

Come noto, nell’uomo si assiste ad un progressivo declino dei livelli plasmatici del testosterone con l’avanzare dell’età. Questo processo, a sua volta secondario ad una riduzione della funzionalità endocrina delle cellule di Leydig, condiziona in una significativa percentuale di soggetti di età superiore a 50 anni l’insorgenza di un ipogonadismo parziale tardivo denominato ADAM (Androgen Deficiency Aging Male). Tale condiziona biochimica può in taluni condizionare una sindrome clinica caratterizzata da una diminuzione del desiderio sessuale, oltre che da una serie di sintomi testosterone-dipendenti, quali stanchezza cronica e depressione, riduzione della massa magra, riduzione della densità minerale ossea ed aumento del grasso viscerale e corporeo. Nei casi in cui queste due condizioni (biochimica e clinica) si associno, può essere indicata la terapia sostitutiva con testosterone. La terapia sostitutiva con testosterone nell’ipogonadismo maschile ha lo scopo di correggere i sintomi ed i segni clinici attribuibili al deficit di androgeni. Il trattamento sostitutivo può essere effettuato con le varie preparazioni disponibili in commercio, che utilizzano la via orale, iniettiva e transdermica. Le preparazioni iniettabili ed i preparativi a  lento rilascio non sono in grado di riprodurre il ritmo circadiano di produzione del testosterone, obiettivo che può essere più facilmente raggiunto con le preparazione che utilizzano la via transdermica e, aggiustando le dosi, anche con i preparativi per via orale. Tuttavia non è ancora nota l’importanza di riprodurre la ritmicità circadiana durante una terapia sostitutiva.

 

Preparati orali

Gli aspetti positivi sono la flessibilità della dose, la possibilità di un’immediata sospensione e la possibilità di autosomministrarsi il farmaco. Il rapido metabolismo epatico ed intestinale impone un attento controllo per ottenere i livelli sierici adeguati. I T undecanoato by-passa il primo passaggio epatico ed è quindi privo di epatossicità. Ha buone capacità di tenere i livelli sierici di T entro un range fisiologico. E’ un prodotto liposolubile e deve pertanto essere assunto ai pasti.

Preparati iniettabili

Gli aspetti positivi sono i costi bassi, la sicurezza ed una somministrazione dilazionata (ogni 7-28 giorni). Per le loro modalità di somministrazione, comunque, gli esteri iniettabili del T presentano diversi inconvenienti. Uno dei principali è l’incostanza di livelli sierici, sovrafisiologici nelle prime ore e, talvolta, rapidamente ridotti nei giorni successivi, con analoghe oscillazioni del tono di umore e possibile insorgenza di sensibilità mammaria e ginecomastia. I preparati più utilizzati sono il T propionato, che ha un’azione breve e richiede una somministrazione quotidiana; il T enantato, che ha una durata d’azione prolungata e richiede somministrazione ogni 10-28 giorni e preparazioni di esteri in associazione che assicurano più stabili livelli di T.

Preparazioni transdermiche

In Italia sono oggi disponibili una formulazione in cerotto ed una in gel. La terapia transdermica con T assicura un fisiologico apporto nelle 24 ore e minimizza l’eccessiva eritropoiesi e la soppressione gonadotropinica, se confrontata con la terapia iniettiva. Mentre il cerotto provoca frequenti reazioni cutanee irritative, il gel offre tutti i vantaggi della via transdermica senza provocare tali effetti collaterali.