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TESTOSTERONE REPLACEMENT THERAPY – Terapia Sostitutiva col testosterone

TESTOSTERONE REPLACEMENT THERAPY – Terapia Sostitutiva col testosterone
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La TRT – Testosterone Replacement Therapy o terapia sostitutiva col testosterone – fa parte delle pratiche antiaging di ripristino ormonale. Col passare degli anni, per vari motivi come decadimento dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicoli, scorretti stili di vita, eccessivo aumento del grasso corporeo, eccessivo stress, aumento di disturbatori endocrini presenti nell’ambiente, i livelli di testosterone possono abbassarsi nell’uomo. Non esiste la vera “Andropausa” analoga alla Menopausa della donna, ma c’è una progressiva diminuzione dei valori di testosterone che quasi scendono sotto i valori di testosterone totale, ˂300ng/dl, a seconda delle varie società scientifiche (International Society of Andrology – The Endocrine Society – European Society of Urology – International Society for the study of the Aging Male) corrispondono alla PADAM (Partial Androgen Deficiency in the Aging Male). Ovviamente l’approccio iniziale deve essere basato su stili di vita, attività fisica, corretta alimentazione, gestione del sonno e dello stress e il dimagrimento stesso, perché un individuo più è grasso più produce estrogeni. Se questi provvedimenti non funzionano, soprattutto negli individui ancora giovani, con un’ipofisi ancora ben funzionante, è bene iniziare con i SERM (Selective estrogen receptor modulator), come per esempio il Clomifene, che bloccano il feedback negativo esercitato dagli estrogeni che a loro volta limitano la produzione di LH (ormone luteotropo), che stimola la produzione di testosterone. Dopo di che, se ciò non funziona, si può passare all’uso delle gonadotropine corioniche, che stimolano direttamente i testicoli a produrre più testosterone, ma ad un certo punto quando i testicoli, per i processi degenerativi legati all’invecchiamento non sono più sufficientemente responsivi, è necessario passare all’utilizzo del testosterone stesso. La terapia col testosterone può migliorare la sensibilità insulinica e contrastare la resistenza insulinica, migliorando la glicemia e il profilo lipidico e riducendo il grasso viscerale. Il testosterone aumenta l’ossido nitrico (NO) migliorando il flusso sanguigno a livello delle arterie coronarie, nei soggetti affetti da ipogonadismo c’è una percentuale di infarti cardiaci più alta, inoltre il testosterone migliora la funzionalità contrattile cardiaca migliorando il funzionamento dei canali del calcio. Il testosterone, oltre ad aumentare la libido, migliora la disfunzione erettile aumentando, sempre tramite la produzione di NO, il flusso sanguigno a livello dei corpi cavernosi. Il testosterone aumenta le capacità cognitive modulando i neurotrasmettitori come la dopamina, ed ha un effetto antidepressivo intervenendo sulla serotonina, e negli individui affetti da ipogonadismo con scarsa autostima e tendenza alla depressione, dovrebbe essere il trattamento di prima scelta, in quanto convertendosi in Diidrotestosterone, agisce come neurotrasmettitore a livello cerebrale, piuttosto che gli antidepressivi inibitori del reuptake della serotonina o altri antidepressivi che hanno invece un effetto negativo nei confronti della libido. Il testosterone è particolarmente efficace nel contrastare l’osteoporosi e l’osteopenia in quanto aumenta la densità ossea e aumenta l’assorbimento di calcio a livello del tubulo renale. Il testosterone è particolarmente efficace contro l’obesità sarcopenica che è quella modificazione della composizione corporea che inizia dopo i 50 anni e che comporta una diminuzione della massa muscolare con aumento della massa grassa. Il testosterone contrasta la perdita di forza che avviene nell’anziano e che è collegata ad un maggior rischio di morte per tutte le cause. Bassi livelli di testosterone sono associati a demenza ed Alzheimer. Il testosterone contrasta l’anemia tramite la stimolazione dell’eritropoietina e si è visto che l’anemia è associata ad un aumento delle malattie cardiovascolari e ad aumentata causa di morte per tutte le cause. D’altro canto, in individui con ematocrito superiore al 46%, è associato un aumento delle malattie coronariche, probabilmente per l’aumentata adesione piastrinica alle pareti dell’endotelio vascolare. In effetti, uno degli effetti collaterali della terapia sostitutiva col testosterone negli individui over 50 è appunto la policitemia, cioè l’aumento del numero dei globuli rossi, in tal caso si rende necessario un salasso o la sospensione della terapia per un lasso di tempo necessario per far tornare i livelli nella norma. Altro effetto collaterale della terapia col testosterone è la sua possibile trasformazione, tramite l’aromatizzazione, in estrogeni con sviluppo per esempio di ginecomastia e/o grasso sotto mammellare ed edema generalizzato. Lo zinco oppure estratti di melograno ed altri fitoterapici, possono essere efficacemente usati per limitare l’aromatizzazione altrimenti può essere necessario l’uso di farmaci inibitori dell’aromatasi come l’anastrozolo. Un’altra idea correntemente diffusa è che il testosterone favorisca il cancro alla prostata, in realtà le odierne ricerche fanno addirittura ipotizzare che una bassa concentrazione di testosterone possa in realtà aumentare il rischio di cancro alla prostata e soprattutto selezionare le tipologie più aggressive. Dalle numerose implicazioni del testosterone nelle varie funzioni dell’organismo, si evince che la recente normativa che limita la prescrizione dello stesso solo ad alcune branche specialistiche, ne limita l’utilizzo terapeutico che invece potrebbe migliorare la qualità della vita e le aspettative della stessa di molti soggetti.

Accademia del Fitness-Wellness-Antiaging / Gennaio 2018