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TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA NELL’UOMO

TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA NELL’UOMO
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L’ipogonadismo maschile è definito clinicamente da una scarsa produzione di androgeni nell’uomo. È però importante distinguere quali sono i tipi di ipogonadismo, in particolare ciò che definisce la causa di tale condizione. L’ipogonadismo si distingue in organico e funzionale, il primo deriva per esempio da danni all’asse HPT (hypothalamic–pituitary–testicular), il secondo causato da fattori ambientali come obesità, invecchiamento, farmaci). In entrambi i casi come vedremo la terapia ormonale può essere utilizzata per ottenere dei benefici rilevanti.

L’asse che regola la produzione ormonale degli androgeni deriva dall’azione dei neuroni KNDy che dall’ipotalamo, attraverso kisspeptina, neurochinin B e dinorfina A, stimolano la produzione di GnRH che a sua volta stimola l’ipofisi anteriore a produrre LH e FSH. Il primo andrà a legarsi a recettori presenti nelle cellule del Leydig per produrre testosterone, il secondo sulle cellule del Sertoli regolando la spermatogenesi.
Il ruolo però del testosterone non si limita e non deriva solamente dalla sua produzione, in quanto innanzitutto il testosterone è legato al 98% a proteine di trasporto (SHBG e albumina) e solo il 2% in forma libera. Inoltre, parte del testosterone viene convertito in DHT (diidtrotestosterone) una forma biologicamente più attiva (lega i recettori androgeni con molta più facilità e si dissocia molto più lentamente), o in estradiolo che esercita effetti diversi come ormone. E’ importante specificare ciò perché  ci fa capire che la semplice interpretazione o dosaggio del testosterone può essere fuorviante in una valutazione clinica.

Diversi sono gli effetti benefici degli androgeni nell’uomo, basti pensare che essi aumentano la densità ossea e la forza, promuovono l’aumento di massa magra e riducono quella grassa. Ma gli effetti vanno ben oltre e comprendono anche per esempio un aumento dell’eritropoiesi con diversi e complessi effetti sulla salute cardiovascolare. Alcuni di questi effetti sono dovuti dall’aromatizzazione del testosterone in estradiolo.

L’ipogonadismo funzionale è riscontrabile facilmente negli anziani, la riduzione del testosterone è fisiologica con l’avanzare dell’età, condizione che può peggiorare in presenza di comorbidità legate all’invecchiamento che riducono ancora di più la disponibilità degli androgeni (per essere specifici negli uomini anziani si alzano le SHBG che rendono la quota di testosterone indisponibile). Ma l’ipogonadismo funzionale può essere riscontrato anche in persone più giovani, situazione associabile per esempio in presenza di obesità o in una situazione totalmente opposta come forti deficit energetici. Diversi studi, per esempio, hanno rilevato un’associazione diretta tra bassi livelli di testosterone e obesità (BMI >40 kg/m2).

Maschi con una maggiore età di 40 anni con bassi livelli di testosterone hanno un rischio maggiore di sindrome metabolica, diabete di tipo 2, dislipidemia, molto probabilmente con un rapporto bi-direzionale.

Il trattamento con testosterone è disponibile in diverse formulazioni (iniettabile, preparazione orali, gel ecc..). La scelta del tipo di trattamento dipende esclusivamente dal medico e si basa su un’attenta analisi del paziente e considerando le varie possibilità di somministrazione, per esempio, le dosi iniettabili intra-muscolo (testosterone enantato o cipionato per esempio) sono i più comuni utilizzati, vengono somministrati ogni 2-3 settimane per questo i valori ematici possono subire fluttuazioni importanti.

Al di là del trattamento l’obiettivo è ripristinare i livelli corretti di testosterone, andando però a monitorare il paziente nel percorso. Un approccio studiato, mirato e monitorato può far la differenza in diversi ambiti della vita: uno studio condotto su 788 uomini con età maggiore di 65 anni e con valori di testosteroni bassi (<275 ng/dL) ha mostrato miglioramenti su funzionalità sessuale, anemia, distanza percorsa a piedi, densità ossea, forza, umore, e miglioramento dei sintomi associati alla depressione.

In conclusione, con un’attenta valutazione del paziente ed un corretto monitoraggio del trattamento la terapia ormonale sostitutiva attraverso il testosterone può migliorare decisamente la qualità della vita in soggetti anziani, soprattutto se questi presentano comorbidità. Una migliore qualità di vita significa anche la capacità di sostenere o riprendere uno stile di vita corretto come l’allenamento o l’alimentazione andando sicuramente ad aggiungere agli effetti benefici della terapia.

Per saperne di più >>> Workshop “Modulazione Ormonale e BHRT” 

 

FONTE:
De Silva NL, et al. Male hypogonadism: pathogenesis, diagnosis, and management. Volume 12, Issue 10p761-774October 2024