IL DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO È FINALMENTE DIMOSTRATO SCIENTIFICAMENTE
È ormai da più di 20 anni che scrivo riguardo alla possibilità di ottenere un dimagrimento localizzato tramite un approccio che comprenda un’alimentazione personalizzata secondo i Biotipi ed un allenamento finalizzato a migliorare la circolazione nelle zone dove viene accumulato più grasso corporeo. Vi presento ora un altro studio che dimostra inequivocabilmente l’efficacia di un approccio di questo genere.
STUDIO SUL DIMAGRIMENTO LOCALIZZATO OTTENUTO DALLA CRONORMORFODIETA ATTRAVERSO IL CONFRONTO DI PARAMETRI ANTROPOMETRICI (2017)
Di Jessica Garsone, Massimo Spattini, Andrea Angelozzi
La mia tesi di Laurea magistrale in Biologia della Salute (Scuola di Farmacia, Biotecnologie e Scienze Motorie-Università di Bologna) svolta presso lo Studio Medico del Dott. Massimo Spattini, ha l’obiettivo di indagare sull’esistenza del dimagrimento localizzato utilizzando la CronOrMorfoDieta o DietaCOM. Lo studio caso-controllo, partito a settembre 2017 e durato due mesi, ha coinvolto inizialmente 100 persone delle quali 64 hanno terminato il percorso: 35 donne ginoidi (o ipolipolitiche) e 29 uomini androidi (o iperlipogenetici). I soggetti ginoidi tendono ad accumulare grasso nella zona gluteo-femorale e del tricipite. Sono caratterizzati da una prevalenza estrogenica che, in queste zone, stimola la produzione della Perilipina: una proteina che avvolge l’adipocita rendendo più difficoltoso il processo lipolitico. Inoltre, aumenta l’espressione dei recettori α-adrenergici a livello del gluteo e della coscia (Pedersan et al., 2004). Il legame di adrenalina e noradrenalina, prodotte dall’esercizio fisico, con questi recettori inibisce la lipolisi. I soggetti androidi accumulano grasso soprattutto a livello dell’addome, schiena, viso e collo, mentre gli arti tendono a rimanere magri. I recettori α-adrenergici sono maggiormente espressi proprio in queste zone. Per poter valutare gli effetti della DietaCOM, donne ginoidi e uomini androidi sono stati divisi in un gruppo sperimentale e in un corrispettivo gruppo di controllo: 19 donne e 14 uomini hanno seguito il protocollo sperimentale DietaCOM, 16 donne e 15 uomini hanno seguito il protocollo “standard”.
DIETA
Valutato il metabolismo basale di ogni soggetto e moltiplicato per il LAF (Livello Attività Fisica) è stata effettuata una deplezione calorica del 30%. I gruppi sperimentali hanno seguito la DietaCOM che per le donne ginoidi prevede un 55% di carboidrati, un 20% di proteine e un 25% di grassi. Il corrispettivo gruppo di controllo ha avuto un’alimentazione con le stesse percentuali di macronutrienti, ma con una diversa distribuzione nell’arco della giornata, ovvero isometrica (Figura 1).
Figura 1– Ripartizione giornaliera delle calorie e dei macronutrienti per le donne ginoidi sperimentali Dieta Com e per il gruppo di controllo.
Come si può osservare le donne ipolipolitiche sperimentali assumono una maggiore quantità di carboidrati a colazione e pranzo, questo al fine di stimolare l’attività tiroidea che risulta essere rallentata in questi soggetti. Le donne ginoidi infatti presentano una produzione fisiologica elevata di estrogeni, necessari per sostenere il metabolismo ovarico, che le porta ad avere un rallentamento della funzionalità tiroidea a causa dell’incremento della produzione di proteina legante l’ormone tiroideo (thyroxine binding globulin– TBG) (Epel et al., 2000; Dowling et al., 1960). Per gli iperlipogenetici la Dieta Com prevede un 40% di carboidrati, un 30% di proteine e un 30% di grassi e tiene sempre in considerazione i loro disequilibri ormonali (Figura 2). L’uomo androide tende infatti a produrre una maggiore quantità di cortisolo: un ormone catabolico e iperglicemizzante che raggiunge il suo picco massimo verso le 8 del mattino. Per questo motivo la colazione risulta essere il pasto più leggero della giornata, con solo il 25% delle calorie giornaliere, e prevalentemente proteico: vogliamo infatti tamponare il catabolismo indotto dal cortisolo e non aumentare ulteriormente la glicemia.
La cena è il pasto più abbondante e ricco di carboidrati. In questo momento della giornata il cortisolo è più basso e dunque non si ha l’effetto iperglicemizzante, inoltre vengono così ripristinate le scorte di glicogeno nel fegato e nei muscoli e si può infine godere del “rilassamento serotonico”. L’assunzione di carboidrati infatti stimola la produzione dell’insulina che fa penetrare gli aminoacidi all’interno delle cellule tramite canali specifici per i vari gruppi al fine di favorire la sintesi proteica. Tra gli aminoacidi ramificati e il triptofano c’è un meccanismo di competizione perché entrambi utilizzano lo stesso canale per l’ingresso nelle cellule. Il secondo però viene assorbito con più difficoltà, rispetto ai BCAA, essendo una molecola di dimensioni maggiori (perché prevalentemente legato all’albumina). Questo provoca l’aumento della concentrazione di triptofano nel sangue che trova un passaggio a livello della barriera ematoencefalica entrando così nelle cellule cerebrali, qui viene trasformato in serotonina, che è per l’appunto l’ormone del rilassamento in grado di favorire un sonno fisiologico (Fernstrom, 1988).
Figura 2– Ripartizione giornaliera delle calorie e dei macronutrienti per gli uomini androidi sperimentali Dieta COM e per il corrispettivo gruppo di controllo.
Di nuovo, il corrispettivo gruppo di controllo ha seguito un’alimentazione con le stesse percentuali di macronutrienti, ma con distribuzione isometrica rispetto al gruppo sperimentale.
ALLENAMENTO
Ai due gruppi sono state assegnate due diverse schede di allenamento da effettuare 3 volte a settimana. I soggetti del gruppo sperimentale hanno svolto un circuit training: un allenamento aerobico che ha lo scopo di migliorare la circolazione, in quanto l’afflusso di sangue riduce l’accumulo di grasso diminuendo l’esterificazione degli acidi grassi (Stallkecht et al., 2007). Il gruppo di controllo ha invece seguito un allenamento di uguale volume, ma con diversa impostazione: prima una parte anaerobica dove venivano allenati i muscoli grandi e successivamente i piccoli, solo alla fine 20 minuti di attività aerobica.
RISULTATI
A prima vista i dati ottenuti tramite la bioimpedenziometria InBody mostrano che i due metodi sono stati ugualmente efficienti. Infatti, tutti e due gli approcci hanno portato mediamente lo stesso miglioramento in termini di diminuzione del peso, della massa grassa e del VFA (grasso viscerale) con differenze non significative (p>0,05) (Figura 3). Tramite la plicometria, che ci permette di valutare il dimagrimento localizzato, si è potuto osservare come anche tutte le pliche siano variate in maniera omogenea da un gruppo all’altro ad esclusione di quelle caratterizzanti il biotipo: le donne ginoidi appartenenti al gruppo sperimentale hanno perso in media 4,6mm dalla plica della coscia, a discapito del gruppo di controllo che non ha mostrato miglioramenti in questa zona. Anche il tricipite risulta essere significativamente (p<0,05) migliorato nel primo gruppo rispetto al secondo.
Figura 3– Risultati ottenuti tramite bioimpedenziometria nei gruppi delle ginoidi.
* Percent Body Fat
** Visceral Fat Area
Simili osservazioni possono essere fatte per i soggetti androidi. Ancora, tramite bioimpedenziometria non otteniamo differenze significative (Figura 4), ma per quanto riguarda le pliche chi ha seguito la Dieta COM ha ottenuto migliori risultati proprio a livello addominale, sottoscapolare e, seppur il risultato non sia significativo, anche nella zona sovra iliaca.
Figura 4– Risultati ottenuti tramite bioimpedenziometria nei gruppi degli androidi.
* Percent Body Fat
** Visceral Fat Area
Nonostante esistano numerose diete e tutte possano portare benefici in termini di dimagrimento è importante utilizzare approcci specifici a seconda dell’individuo che intraprende il percorso, al fine di ottenere i migliori risultati. La distribuzione del grasso è fortemente condizionata dall’assetto ormonale e l’alimentazione ha la capacità di condizionare gli ormoni. Questo studio conferma come la Dieta COM (Approccio Dietologico Differenziato per Morfotipi abbinato ad allenamento “targettizato” per aree specifiche) favorisca il dimagrimento localizzato focalizzandosi sugli squilibri ormonali dei diversi biotipi, sui ritmi circadiani e sul miglioramento della circolazione, valutando quali cibi assumere, in che quantità e in che momento della giornata, rendendo possibile il dimagrimento localizzato.
Dott.ssa Jessica Garsone – Laurea in Scienze Farmaceutiche applicate a Tecniche Erboristiche – Laurea in Biologia della Salute