Sempre più persone, donne in particolare, durante la visita dietologica, mi chiedono consigli su come migliorare la salute dei capelli e contrastarne la perdita e/o combattere arrossamenti e desquamazioni cutanee. Soventemente la causa è da ricercare in squilibri ormonali (iperprolattinemia, periodo post-partum, disturbi tiroidei, eccesso di DHT, ecc.) e stress, e una normale perdita di capelli è abbastanza fisiologica in determinati periodi dell’anno, tuttavia non sono poi così rari i casi in cui può esserci una carenza di Biotina. La Biotina, nota in passato anche come vitamina H (dal tedesco Haar und Haut “capelli e pelle”), vitamina B7 (nomenclatura anglosassone) o vitamina B8 (nomenclatura francese), è una vitamina solubile in acqua del complesso B, indispensabile per il suo ruolo di cofattore per gli enzimi carbossilasi, coinvolti nella sintesi degli acidi grassi, il catabolismo degli aminoacidi e la gluconeogenesi, importanti per il mantenimento della pelle e dei capelli sani. Uno studio abbastanza recente (Ralph M. Trüeb, Serum Biotin Levels in Women Complaining of Hair Loss, International Journal of Trichology, 2016 Apr-Jun) ha valutato la frequenza della carenza di questa vitamina nelle donne che si erano rivolte al Prof. Trüeb nel suo Centro specialistico, con la denuncia di perdita di capelli. Ebbene, tra tutti i soggetti dello studio che lamentavano perdita di capelli (541 pazienti di età compresa tra 9 e 92 anni), il 38% aveva valori coerenti con la carenza di Biotina. In questo studio sono stati considerati valori carenti quelli con Biotina sierica <100 µg/L, valori sub-ottimali quelli tra 100 e 400 µg/L e valori ottimali quelli >400 µg/L. Di quei soggetti che hanno mostrato un diffuso telogen effluvium nei tricogrammi (24%), il 35% mostrava l’associazione con la dermatite seborroica. La Biotina è presente sia nelle fonti alimentari animali che vegetali, sebbene in quest’ultimi la biodisponibilità sia inferiore. È prodotta anche dai batteri intestinali. L’assunzione media di Biotina alimentare nelle popolazioni occidentali è stata stimata pari a 35-70 µg/die, per questo motivo le agenzie di Stato dei vari Paesi non raccomandano l’integrazione di Biotina. Tuttavia ci sono molteplici casi in cui vi può essere carenza: malattie gastrointestinali, stati di alterazione della flora batterica dovuta a sulfamidici o antibiotici, medicinali per curare l’acne, anoressia/bulimia, forte dimagrimento, abuso di bevande alcoliche, fumo, gravidanza, allenamenti ad alta intensità, malnutrizione, vecchiaia..Tenete sempre presente che solo il medico può prescrivere il dosaggio adatto, valutando la storia personale, l’interazione con farmaci e/o integratori assunti, il livello nutrizionale, atletico, le eventuali carenze ormonali e minerali. Concludendo, è da escludere un utilizzo indiscriminato di questa sostanza naturale per ogni sintomo lamentato se prima non si sono indagate e dimostrate le cause, ma quando la carenza di Biotina è accertata (<100 µg/L), può essere trattata con successo con l’integrazione nutrizionale, solitamente con dosaggio di 5 mg/die per 3 mesi. In tal caso pelle, capelli e unghie torneranno forti e sani.