La carenza di vitamina D nelle persone anziane raddoppia il rischio di demenza e aumenta fin quasi al 70% quello di Alzheimer. A confermare definitivamente che la vitamina contenuta nel pesce azzurro e sintetizzata grazie ai raggi solari con una delle più diffuse malattie degenerative senili sono stati i ricercatori dell’università britannica di Exeter.
Lo studio, pubblicato su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology, ha preso in esame un campione rappresentativo composto da ben1.658 over 65. Nel corso di 6 anni sono stati tenuti sotto controllo e al termine del periodo di indagine, 171 di loro aveva sviluppato demenza mentre 102 l’Alzheimer.
In particolare, però, coloro che risultavano moderatamente carenti di vitamina D nel sangue avevano il 53% di rischio in più degli altri di sviluppare demenza e che tale rischio aumentava del 125% tra i gravemente carenti. Addirittura nel caso dell’Alzheimer, il rischio aumentava del 69% in caso di moderata carenza di vitamina D e del 122% nel caso di grave carenza.
«Immaginavamo di trovare un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e il rischio di demenza e Alzheimer» ma «abbiamo scoperto che l’associazione era due volte più forte di quanto pensavamo in anticipo», spiega il coordinatore del gruppo David Llewellyn. Ancora presto per dire se la luce solare o gli integratori di vitamina D riducano il rischio.
Il Secolo XIX 07/08/2014