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Probiotici, le speranze per l’impiego del futuro

Probiotici, le speranze per l’impiego del futuro
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L’ipotesi di lavoro è sicuramente affascinante. Trovare risposte possibili per favorire la risposta ad una serie di patologie dai meccanismi del tutto diversi con un unico “atto terapeutico”: modificare il microbioma, ovvero quell’insieme di batteri che costituiscono il patrimonio vivente all’interno del nostro tubo digerente. La scienza sta lavorando, nella stragrande maggioranza dei casi siamo però in fase del tutto sperimentale, per identificare in questo elemento quel “denominatore comune” che potrebbe permettere di dare risposte in caso di allergia, per contrastare il diabete, addirittura nella prevenzione di diverse condizioni neuropsichiatriche. In questo senso, come rivela Lorenzo Morelli, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza di un documento di consenso sui probiotici pubblicato su Nature Reviews, occorre dimenticare che i probiotici sono solamente “contromisure” da applicare in caso di trattamento con antibiotici. Ad esempio si sa che alterazioni del microbioma possono entrare in gioco nell’allergia, visto che le cellule del sistema immunitario hanno una diretta correlazione con i microorganismi e quindi possono avere un dato sulla risposta immunitaria. Tra le diverse applicazioni l’attenzione si concentra in particolare su bambini e anziani, che spesso presentano condizioni immunitarie particolari.

Il Sole 24 Ore Nova del 22 giugno, pagina 13