L’uso quotidiano di aspirina a basse dosi per un minimo di 5 anni sembra essere più benefico che dannoso in termini di prevenzione dei tumori, almeno secondo una revisione della letteratura pubblicata sugli Annals of oncology. Dice Jack Cuzick, del Wolfson institute of preventive medicine alla Queen Mary university di Londra, primo firmatario dello studio: «L’aspirina non solo riduce del 12% l’incidenza di eventi cardiovascolari sia nella popolazione generale sia nei pazienti ad alto rischio, ma un numero crescente di studi ne indica l’efficacia nella prevenzione anticancro». Il rovescio della medaglia è che l’aspirina si associa a un aumentato rischio, età-dipendente, di sanguinamento specie gastrointestinale e di ulcera peptica. «Una notevole quantità di nuovi dati sono stati di recente pubblicati sui benefici e sui rischi dell’uso di aspirina nella prevenzione dei tumori, come per esempio quello del colon-retto, e la nostra intenzione era di fare il punto sui dati disponibili, stimando i benefici complessivi e i rischi dell’uso di aspirina nella profilassi delle malattie neoplastiche» riprende il ricercatore. E dalla revisione degli studi presenti su database biomedici come Medline emerge un effetto del farmaco nel ridurre l’incidenza del cancro e la mortalità complessiva nella popolazione generale. «L’effetto, che sembra tempo-dipendente, si manifesta a dosaggi compresi tra 75 e 325 milligrammi giornalieri a partire da età comprese tra 50 e 65 anni. In altri termini, donne e uomini che hanno a preso l’aspirina per un decennio potrebbero aspettarsi una riduzione dal 7 al 9% del tasso di cancro, infarto miocardico o ictus nell’arco di 15 anni» afferma Cuzick, spiegando che i dati raccolti indicano un notevole beneficio preventivo in termini di cancro colorettale, esofageo, e gastrico. Viceversa, l’effetto preventivo sul tumore al seno, al polmone e alla prostata sembra essere più modesto «Come previsto, l’uso di aspirina si associa a un aumentato rischio di eventi emorragici, ma i benefici sulla prevenzione del cancro superano i rischi» conclude il ricercatore.
Ann Oncol (2014) doi: 10.1093/annonc/mdu225