Sono situati nella corteccia prefrontale del cervello dei topi i neuroni necessari alla femmina per mostrare interesse nei confronti dei maschi durante l’estro, la fase ricettiva del ciclo sessuale. Queste stesse cellule sono sensibili all’azione dell’ossitocina, detta anche “ormone dell’amore” per il suo ruolo nei meccanismi che regolano il comportamento sociale, in particolare nella cura dei piccoli e nel legame di coppia. Lo ha scoperto un nuovo studio apparso sulla rivista “Cell” a firma di Miho Nakajima e colleghi della Rockfeller University.
I neuroni sensibili all’ossitocina sono stati trovati in molte strutture cerebrali, a riprova di come questo ormone sia fondamentale per un’ampia gamma di comportamenti sociali, ma i particolari del meccanismo mediante cui l’ossitocina influenza i circuiti neurali non erano ancora stati chiariti.
Nakajima e colleghi hanno focalizzato la loro attenzione sulla corteccia cerebrale, che nei mammiferi regola i comportamenti in risposta agli input sensoriali e allo stato interno dell’individuo grazie a un complesso sistema di elaborazione delle informazioni che coinvolge molte strutture corticali e subcosticali interconnesse tra loro.
In particolare, i ricercatori hanno studiato una popolazione di neuroni della corteccia prefrontale mediale, ipotizzando che fossero dei bersagli privilegiati dell’ossitocina poiché esprimono sulla loro superficie recettori per questo ormone (i recettori possono essere pensati come le “serrature” in cui la “chiave” ossitocina può entrare in modo specifico per svolgere le sue funzioni).
In popolazioni di topi in cui l’attività di questi neuroni era stata soppressa artificialmente, le femmine hanno perso interesse per i maschi durante l’estro, mentre mantenevano un livello normale d’interazione con le altre femmine. Lo stesso tipo di silenziamento non ha invece prodotto alterazioni nelle interazioni delle femmine con i maschi oltre il periodo di estro, e nel comportamento sociale dei maschi.
“Il nostro lavoro sottolinea l’importanza della corteccia prefrontale nei comportamenti sociali e sessuali e suggerisce che questa popolazione cellulare possa mediare anche altri aspetti del comportamento in risposta all’incremento delle concentrazioni dell’ossitocina che si verifica in un’ampia gamma di contesti differenti”, ha spiegato Nathaniel Heintz, autore senior dello studio. “I dati raccolti dimostrano che le interazioni sociali in grado di stimolare la produzione di ossitocina attivano questi circuiti cerebrali in modo da coordinare le complesse risposte comportamentali che l’individuo deve fornire nelle situazioni sociali in continua evoluzione che sperimentano tutti i mammiferi, compreso l’essere umano”.
I risultati della ricerca serviranno ora per chiarire il ruolo dei meccanismi di regolazione dell’attività neuronale basati sull’ossitocina negli esseri umani, soprattutto nei casi in cui sono alterati, con possibili manifestazioni di gravi disturbi psichiatrici, come l’autismo o la schizofrenia.
Le Scienze 10/04/2014