In una lettera che riporta una questione posta da una lettrice si cerca di fare il punto sul quadro della possibile ipersensibilità al glutine. E purtroppo ci si accorge che questa situazione è ancora da definire completamente nelle sue caratteristiche, a partire dal profilo diagnostico e terapeutico. Infatti se è vero che esiste il modo di arrivare ad una diagnosi di celiachia la possibile eccessiva sensibilità al glutine appare più sfumata. Inoltre questo quadro è quasi sempre transitorio e quindi anche eventuali limitazioni nell’alimentazione vanno mantenute solo per un certo periodo in base alle indicazione del curante. La sensibilità al glutine non celiaca è una condizione relativamente “nuova”, essendo stata inquadrata solo pochi anni fa sulla base di un numero sempre crescente di pazienti che, pur non essendo celiaci, presentavano manifestazioni intestinali ed extra intestinali verosimilmente scatenate dal glutine. Tuttavia la sensibilità al glutine non celiaca potrebbe essere riconosciuta per alcune sue caratteristiche: innanzitutto è caratterizzata da sintomi prevalentemente gastrointestinali (gonfiore, meteorismo, alterazioni dell’alvo), solitamente di entità moderata. Non è presente poi la classica atrofia del piccolo intestino che caratterizza il “morbo celiaco” e soprattutto, oltre a non essere presenti lesioni intestinali non ci sono i segni dell’allergia al frumento, altro segno differenziante per chi invece presenta un chiaro quadro allergico.
Il Secolo XIX del 7 maggio, pagina 25