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Disturbo post traumatico da stress, cosa lo scatena

Disturbo post traumatico da stress, cosa lo scatena
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Un evento traumatico è improvviso e minaccioso. Una delle conseguenze più frequenti è il disturbo post-traumatico da stress, che inchioda l’individuo al dramma passato, facendogli rivivere ogni volta l’angoscia di quel momento. Questa patologia, colpisce chi ha vissuto eventi traumatici in prima persona, prendendo parte a dei conflitti o assistendo a delle tragedie come uccisioni, abusi e violenze, o a grandi disastri naturali come terremoti o tsnuami.
LE DIVERSE REAZIONI AI TRAUMI 

Eppure, non tutti i soggetti che vivono esperienze traumatiche sviluppano questi disturbi e scoprire i fattori all’origine della diversa vulnerabilità individuale è l’obiettivo di molti ricercatori intenzionati a identificare i soggetti più suscettibili per migliorare la diagnosi e intervenire tempestivamente con i trattamenti adeguati. Riuscire a prevedere inoltre chi potrebbe venirne colpito permetterebbe di intervenire, dove possibile, in fase di selezione del personale incaricato a svolgere missioni di varia natura ma potenzialmente traumatiche.
LO STUDIO SUI VETERANI DI GUERRA

Tra le esperienze più traumatiche che un essere umano possa vivere vi sono i conflitti bellici. In uno studio pubblicato, sulla rivista Molecular Biology, ricercatori dell’Università di Southampton e l’Università della California a San Diego, analizzando il genoma di un gruppo di 188 marines prima della partenza e dopo il rientro da una missione di guerra, hanno scoperto che la propensione a sviluppare il PTSD ha dei marcatori genetici. Lo studio è stato replicato poi su un secondo gruppo di altri 96 marines. I ricercatori hanno anche visto che la rete di geni identificata come collegata al PTSD è coinvolta nella regolazione del funzionamento del sistema immunitario e della via di segnalazione per l’interferone, proteina prodotta in risposta alle infezioni e di stimolo al sistema immunitario.
LA PREDISPOSIZIONE GENETICA A SVILUPPARE IL DISTURBO. «Confrontando i soggetti con PTSD con quelli che non avevano sviluppato il disturbo, abbiamo potuto osservare le differenze nell’espressione genica ma anche considerare le relazioni dinamiche tra geni e le loro connessioni»  ha detto il responsabile della ricerca Michael Breen. «Il PTSD è considerato un disturbo talmente complesso che misurare queste complesse relazioni è fondamentale per comprendere meglio questa patologia». La cosa interessante, osservano i ricercatori, è che l’attivazione del sistema immunitario e dell’interferone è presente anche prima della comparsa del disturbo post traumatico da stress.  «La domanda da porsi è ora che cosa stia stimolando la risposta dell’interferone prima ancora dello sviluppo del disturbo» ha affermato Dewleen G. Baker direttore della ricerca del Veterans Affairs Center of Excellence for Stress and Mental Health. Potrebbe trattarsi, ipotizzano gli scienziati, di un’aumentata risposta anticipatoria dello stress prima della comparsa della malattia oppure di una caratteristica dei soggetti più sensibili.
LA RISPOSTA ALLE TRAGEDIA DIPENDE ANCHE DALLE NOSTRE ESPERIENZE L’intenzione è quella di arrivare alla creazione di una batteria di biomarcatori che potrebbero aiutare ad identificare i pazienti geneticamente predisposti al PTSD. «Non siamo ancora arrivati al punto di capire come come usare questi biomarcatori ma Stiamo facendo progressi » ci ha detto Rachel Yehuda, direttrice della Traumatic Stress Studies Division Mount Sinai School of Medicine e direttrice del Mental Health Patient Care Center del Veterans Affairs Medical Center. Si occupa da vent’anni di PTSD e di epigenetica, avendo in particolare lavorato con i sopravvissuti dell’olocausto e anche dell’11 settembre, indagandone anche il fenomeno della trasmissione del trauma alle generazioni successive. «La suscettibilità individuale non è solo una faccenda di geni ma anche di come le nostre esperienze personali ci hanno insegnato a rispondere all’ambiente. Io penso che i geni giochino un ruolo, ma possiamo imparare a modularne l’impatto. È questo che l’epigenetica ci ha in parte insegnato».

 

TEMPESTIVITÀ DEGLI INTERVENTI PER LIMITARE I DANNI ALLA SALUTE

Il disturbo post traumatico da stress non interessa soltanto gli ex combattenti o chi vive in scenari di guerra; un americano su due sarebbe, infatti, un esposto ad eventi potenzialmente in grado di scatenare il PTSD. L’aver vissuto situazioni traumatiche causa delle ferite psichiche spesso irrimediabili che, a loro volta, hanno pesanti conseguenze fisiche, con maggiori rischi di sviluppare determinate malattie. Tuttavia, solo davanti alle psicopatologie dei reduci del Vietnam si cominciarono a studiare i disturbi post-traumatici da stress, codificati negli Anni 80. Oggi, molti progressi sono stati fatti e le ricerche hanno un carattere interdisciplinare e coinvolgono psicologi, medici e neuroscienziati. Infatti, le tecniche di neuro immagine hanno dimostrato come un evento traumatico abbia conseguenze sia funzionali sia strutturali sul cervello. La tempestività di intervento è molto importante.

 

La Stampa 13/03/2015