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Il latte materno influenza le capacità mnemoniche da adulti

Il latte materno influenza le capacità mnemoniche da adulti
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Le nostre capacità di memoria da adulti possono essere influenzate dal latte materno, in particolare da alcuni fattori del sistema immunitario che vi erano presenti. E’ questa la conclusione a cui è giunto uno studio sui topi condotto da un gruppo di ricercatori del Weill Cornell Medical College a New York, che illustrano la scoperta in un articolo pubblicato su “Nature Neuroscience”.

L’attenzione di Miklos Toth e colleghi si è concentrata sul fattore di necrosi tumorale (TNF), uno dei capisaldi della risposta immunitaria, che – come si è scoperto di recente – viene prodotto anche nel cervello non solo in presenza di stati di infiammazione o di lesioni cerebrali, ma anche nel cervello in piena salute, sia pure a livelli molto bassi.

Secondo queste scoperte, il TNF avrebbe una funzione di regolazione dello sviluppo delle sinapsi eccitatorie, e le variazioni nei suoi livelli sembrano influenzare le prestazioni nei compiti di apprendimento e memorizzazione spaziale. Dato che lo sviluppo dei circuiti sottostanti a questa capacità inizia molto presto e che la protezione immunitaria del neonato è garantita dai fattori immunitari trasmessi dalla madre con il latte, i ricercatori hanno controllato se essi influissero anche sullo sviluppo cerebrale.

Toth e colleghi hanno condotto diversi esperimenti, scoprendo in particolare che i topi la cui madre era portatrice di una particolare variante del gene per il TNF che ne riduceva i livelli di produzione, da adulti mostravano particolari capacità di memoria, e questo indipendentemente dal fatto che fossero portatori di quel gene. In altre parole, i livelli di TNF assorbito dal latte materno sono più importanti di quelli del TNF prodotto dal cervello adulto, grazie alla funzione di stimolo alla produzione di nuovi neuroni esercitato dalla sostanza soprattutto sull’ippocampo, una regione del cervello nota per essere coinvolta nella memoria spaziale.

Secondo gli autori, il vantaggio evolutivo di questo meccanismo di risposta al livello di TNF materno sarebbe legato al fatto che i livelli di TNF sono un indicatore dello stress ambientale adattativo: più complesso è l’ambiente, più elevati sono i livelli di ormoni dello stress, che a loro volta deprimono la produzione di TNF. Bassi livelli di TNF indicano cioè che il piccolo è destinato a nascere in un mondo difficile, e in queste condizioni possedere una memoria più efficiente è un vantaggio favorito dall’evoluzione.

Le Scienze 03/12/2013