Sportman & Fitness – 1996
Eccoci qui ancora dopo 10 anni a cercare di analizzare le ragioni della schiacciante superiorità americana nel Body Building e di capire come mai dal Body Building italiano non riesca ad emergere un atleta che si piazzi almeno nei primi 10 al “Mr. Olympia”. Dieci anni fa, analizzando l’esperienza di allora, avevo dedotto che il segreto era una dieta corretta, le split-routines e l’intensità dell’allenamento. Ma questi concetti sono ormai entrati a far parte del nostro bagaglio culturale cultiristico e i grandi campioni ancora non si vedono o forse i miei articoli non sono stati letti bene. Ma non diamoci troppa importanza, altrimenti qualcuno potrebbe dire che gli atleti seguiti da me dovrebbero essere a quel livello. A onor del vero, se prendiamo i migliori risultati in campo internazionale ottenuti da atleti italiani (nati e cresciuti in Italia) ne considererei tre:
1) la vittoria al Campionato del Mondo Dilettanti IFBB di Renato Bertagna nel 1979; 2) la vittoria di Mauro Sarni al Gran Prix Professionisti IFBB Niagara Falls nel 1993; 3) la conquista del Mr Universo Assoluto (over all winner) NABBA nel 1996 di Federico Focherini.
Questi sono tre risultati unici, non ripetuti da nessun’altro atleta e due su tre di questi atleti sono nati e cresciuti agonisticamente sotto la mia guida, dalla vittoria al campionato regionale NABBA fino ai risultati sopra elencati.
Torniamo alla superiorità americana, senz’altro non è questione di genetica, infatti un nostro connazionale, Franco Columbu, una volta trapiantatosi in America è stato addirittura in grado di vincere due volte il Mr. Olympia; quindi, là, ci deve essere qualcosa di diverso! Forse l’aria o chissà quale “pillola” miracolosa.
Devo assolutamente conoscere il segreto poiché “la conoscenza è il mio potere”.
Preparo armi e bagagli: destinazione Los Angeles.
Questa volta sono con mia moglie. Non lo sapevate? Mi sono sposato l’anno scorso con una bellissima e dolcissima ragazza, Cinzia Ruggeri, che di palestra non sapeva niente ma era bravissima a fare le torte; ora non fa più le torte perché si allena due volte al giorno… Ahimè la cultura fisica è un vero baco! Appena vedi i risultati non la molli più.
Sono due stagioni che manco da Los Angeles; gli ultimi due anni purtroppo problemi personali e di lavoro mi hanno trattenuto in Italia.
Sbarcati all’aeroporto di Los Angeles prendiamo un taxi e non senza una cera emozione sillabo col mio inglese leggermente arrugginito “to Marina Pacific Hotel, Ocean Avenue in Venice, please”.
Ricordo ancora la prima volta che andai al Marina Pacific Hotel diventato ormai “l’Hotel dei bodybuilders”. Era il 1986 ed era il terzo anno che andavo in California, questa volta con Renato Caleffi ed i fratelli Zambelli; avevamo preso una suite al Kensincton Hotel a Santa Monica che ora non esiste più, al suo posto è stato costruito il lussuosissimo “Lowes Hotel”. A quei tempi l’unico altro bodybuilder italiano che era possibile incontrare a Venice era Alex Ardenti che si era definitamene trasferito a Los Angeles da poco e che divideva l’alloggio con Joe Bucci (anch’egli appena arrivato dalla Pennsylvania), e una comune amica. Avevano quindi fatto amicizia subito e quasi tutte le sere uscivamo insieme, spesso in compagnia di Art Zeller (amico di Joe, di Samir Bannout e Brad Harris) amici anche miei, e gli argomenti erano sempre quelli: allenamenti, Arnold, supplementi, diete, possibilità di far soldi con business legati al Fitness, ed il tempo scivolava via leggero. Al mattino non ci aspettava la sveglia e il lavoro ma una buona colazione con bianchi d’uovo, muffins dietetici, caffè americano e poi un buon allenamento alla Gold’s Gym.
Un giorno bussa alla porta Joe Bucci dicendoci: ” ragazzi, mi hanno buttato fuori di casa, non so dove andare a dormire, non ho un dollaro in tasca, mi potete ospitare per qualche notte finché non trovo un’altra sistemazione?” Non ci fu alcun problema, non mi ricordo chi, forse il più piccolo, non di età ma di massa muscolare (perché nel body building le gerarchie sono in termini di cm. di bicipite) si sistemò a dormire sulla mouquette ed ospitammo Joe fino a quando un bel giorno tornò dicendoci di aver trovato un ottimo hotel, meglio di quello in cui eravamo e ad un ottimo prezzo: era il Marina Pacific Hotel. Ci trasferimmo là e fummo così i primi clienti body builders dell’hotel; Joe Bucci iniziò così la sua carriera di manager ed addetto alle pubbliche relazioni del “Marina Pacific Hotel”. Joe ed Alex, entrambi arrivati a Los Angeles per diventare dei campioni di bodybuilding, non riuscirono nell’intento, ma il primo credo sia addirittura diventato socio del Marina Pacific e tra l’altro l’affermato “actor” di telefilm polizieschi, mentre Alex è diventato uno dei migliori fotografi di bodybuilding al mondo; sono sue la maggior parte delle copertine di “Muscle Mag” e vende le sue foto ad una ventina di riviste in tutto il mondo tra le quali anche “MUSCLE & FITNESS”; anche Alex è un “actor” ed ha girato alcuni spot televisivi.
Ma torniamo ad oggi. Arriviamo al Marina Pacific Hotel. “Buon giorno Mr. Spattini, la stavamo aspettando, le abbiamo riservato la sua suite”. Veramente non avevamo nemmeno prenotato ma il mio arrivo era già stato anticipato da quella colonia di bodybuilders italiani quasi tutti miei amici che ormai tutti gli anni in agosto sono soliti trascorrere le ferie a Los Angeles. Il “pellegrinaggio italiano” cominciato con il “California Tours” da me organizzato con l’aiuto di Ardenti, Califfi e Stefano Biondi nell’88 da allora è sempre aumentato. Inutile dirlo, per un bodybuilder la California è il massimo: clima stupendo, palestre attrezzatissime, integratori e cibo a buon mercato, stimoli ed opportunità continue… ehi sto già rivelando il “segreto americano”? Troppo presto, dovete sopportare ancora per un po’ le mie digressioni sulla trasferta californiana. Tornando all’argomento di prima, cito i più rappresentativi personaggi della colonia semipermanente: Stefano Biondi ha il più grande potenziale genetico e strutturale del bodybuilding italiano, ma soffre troppo la dieta, lo fa diventare cattivo e Stefano è un buon ragazzo (quando non ha fame); gestisce un’agenzia di personal-trainer e di servizi d’ordine, per cui le relazioni sociali per lui sono importanti più di una striatura in più sul gluteo. Il Dottor Franco Fumo è arrivato col “California Tours” e da allora ha riservato a vita una camera al Marina Pacific; è l’esatto contrario di Stefano, sempre a dieta in maniera quasi maniacale (potete chiedere a lui il contenuto in sodio e grassi di qualsiasi cibo e avrete una risposta precisissima) ma nonostante ciò sempre disponibilissimo e simpaticissimo. Janet Marchi e il suo compagno Ezio, un tempo entrambi istruttori nella mia palestra New Center Gym di Piacenza, ora trasferitisi a Los Angeles nel tentativo di trovare uno sbocco nella carriera agonistica di Janet.
Umberto Anacoreto ha conosciuto la California la prima volta nel ’93 al mio seguito, solo per pochi giorni, di passaggio prima di andare al “Mr. Olympia” ad Atlanta, ma sono stati sufficienti per innamorarsene. Allora non conosceva una parola di inglese, ora, dopo esserci stato non so quante volte parla perfettamente il californiano e conosce tutti i meandri di Los Angeles tanto da aver scritto una guida per body builders su “Body’s Magazine” e credo che abbia rilevato anche una quota di una palestra a Marina del Ray.
Giulio Carabellese, più volte campione italiano IFBB nei pesi medi, titolare della Gold’s Gym di Bari; quando lo incontro a Los Angeles è solito ripetermi “sono qui per colpa tua!”. Ricordo infatti quando nel lontano 1982 fui assegnato come ufficiale di complemento dei Carabinieri al battaglione di Bari; il mio primo pensiero fu quello di trovare una palestra dove potermi allenare coi pesi, ma a Bari allora le palestre di culturisti non esistevano. L’unica palestra che trovai dotata di un “lat machine” della FASSI SPORT (di quelli che si dovevano fissare coi tasselli al muro e caricabili coi dischi di ghisa più una coppia di manubri caricabili e un bilanciere), era una palestra di arti marziali il cui titolare era appunto Giulio. Gli chiesi di poter utilizzare quell’attrezzatura. Dopo pochi mesi una buona parte dei frequentatori della palestra si allenava coi pesi, Giulio compreso, che fu costretto ad ingrandirsi ed aprire una vera e propria palestra di bodybuilding.
Silvia Zanet era venuta in California con me, la prima volta nel 1992, adesso è diventata una “pupilla” di Brad Harris per il quale pubblicizza gli “Ab originals”, famosi attrezzi per gli addominali, e dal quale è stata introdotta nell’ambiente del Fitness americano. Mauro Rozza campione italiano dei pesi massimi IFBB Italia, un mio atleta in questi ultimi anni sempre in crescita, da vari anni sempre presente in California per confrontarsi con gli atleti americani.
Ma torniamo a noi, siamo appena arrivati, sono le prime ore del pomeriggio a Los Angeles, quindi notte fonda secondo l’orario italiano. Ci eravamo riproposti di allenarci appena arrivati, in quanto avevo letto un articolo che spiegava come l’attività fisica seguita da un pasto di carboidrati regolarizzasse l’orologio biologico ed aiutasse a recuperare più rapidamente dal jet lag (sindrome del fuso orario). Ma l’idea di allenarmi dopo circa 20 ore di viaggio mi fa propendere per un’altra soluzione; esco in strada e vado nel negozio di “healt fodd” proprio accanto all’albergo dove compro la melatonina e alcuni dolci dietetici ed ecco risolto il problema all’italiana: pillola invece dell’allenamento e dolce (dietetico forse si forse no) invece di riso integrale.
Devo dire comunque che il tutto ha funzionato e ci svegliamo il mattino successivo pronti ad affrontare il primo allenamento in terra consacrata. Scendiamo al “Cafè Venice” per far colazione ed incontriamo subito Franco Fumo che sta tornando dalla Gold’s Gym dove ha già fatto l’allenamento del mattino; si ferma al tavolo con noi per farci compagnia, accettando solo un caffè (il riso senza sale e i petti di pollo lo aspettano in camera).Franco ci aggiorna subito sulla situazione: “Massimo, proprio ieri sono andato a vedere una gara a Ridondo Beach il ‘Tourneament of the Champions’; Nasser El Sombaty era l’ospite d’onore, era enorme e grassissimo, non capisco come potrà essere in forma al Mr Olympia. A proposito qua è tutto cambiato, i campioni non si allenano più due volte al giorno ma solo una volta, fanno molto meno aerobica e sollevano dei pesi enormi, non vedi più Flex Weeler e Paul Dillet ‘pompare’ coi pesi; usano dei carichi che io non riesco neppure a muovere; mentre io allenavo i pettorali, le spalle e i tricipiti ho visto Flex allenare i dorsali e ha fatto in tutto 10-12 set”.
Era ovvio che Dorian Yates facesse scuola, poche serie pesanti e alla morte lo hanno portato a vincere il Mr. Olympia per 4 volte! E’ quindi ovvio che anche gli altri, con vari adattamenti personali provino a seguire quella strada. Comunque il concetto è sempre lo stesso: INTENSITA’ dell’allenamento. Salutiamo il nostro amico Franco, andiamo ad allenarci alla World Gym. Di norma i primi giorni preferisco allenarmi alla World Gym in quanto è una palestra molto più tranquilla, non c’è la musica assordante tipica della Gold’s e non si è distratti da quella marea di gente multiforme vestita o svestita nella maniera più eccentrica possibile che grida e impreca sotto tonnellate di ghisa. Certo, al World Gym, nonostante sia stata rilevata da Arnold è molto meno di moda, c’è relativamente poca gente, non ci sono i campioni della nuova generazione, ma è sempre da lì che inizio, come la prima volta quando lì conobbi Brad Harris e Samir Bannout. Normalmente poi dopo qualche giorno, quando mi sono ambientato, comincio a frequentare anche la Gold’s Gym e devo dire che se sei preparato, quella carica di energia di cui è pervasa l’intera palestra ti coinvolge e ti mette in condizione di fare allenamenti veramente “bestiali”. Alla World Gym incontro subito Samir Bannout, baci, abbracci e tante chiacchere; sto ormai esaurendo l’effetto del caffè e la sindrome del fuso orario si sta di nuovo impadronendo di me; resomi conto del pericolo reagisco sollecitando Samir al “training”: “Cosa devi allenare oggi Samir?” – “Le spalle – solo le spalle? – Alleno i muscoli una volta alla settimana, un muscolo al giorno, così posso veramente dare il massimo, ormai tutti si allenano così!”. Ecco un altro cambiamento nella strategia di allenamento, non si allenano più i muscoli due volte alla settimana ma, anche sotto gara, solo una volta alla settimana. E’ ovvio che aumentando l’intensità dell’allenamento ed enfatizzando la componente eccentrica del movimento, si creano quelle microlesioni strutturali a livello della cellula muscolare che sono alla base della ipertrofia ma che richiedono parecchi giorni per recuperare. Ancora più “SPLIT ROUTINE” quindi. Agli albori del Body Building si allenavano tutti i muscoli insieme in un’unica seduta, poi si è passato a suddividere il corpo in due allenamenti, poi in tre allenamenti, ora si allena un muscolo per volta. Mentre mi sto allenando con Samir, arriva Art Zeller, il fotografo delle mitiche foto di Arnold Schwarzenegger, e vedendo lo stato di forma di Cinzia ci propone di fare un servizio fotografico… Addio vacanze, ora allenamento e dieta, peggio che sotto gara; ma comunque sono cose che si fanno con piacere quando c’è la MOTIVAZIONE.