INTEGRATORI PER LE ARTICOLAZIONI
E’ indubbio che il body building nonostante utilizzi notevoli quantità di carichi sia fondamentalmente uno sport “poco pericoloso” per quanto riguarda traumi ed infortuni soprattutto rispetto ad altri sport quali calcio, rugby, pallacanestro dove oltre alla dinamicità dello sport stesso c’è il contatto fisico con l’avversario. Questo è vero soprattutto se l’esecuzione degli esercizi rispetta la forma corretta e se si svolgono gli esercizi meno pericolosi dal punto di vista biomeccanico. Però è altresì vero che col passare degli anni, e questi sono dati statistici oltre che mia personale opinione, quasi tutti i sollevatori di pesi presentano delle patologie articolari soprattutto a livello della spalla (tanto è vero che si dice la spalla del culturista), del ginocchio, del gomito e della colonna vertebrale. La maggior parte di queste patologie si traducono in artriti. L’artrite letteralmente significa l’infiammazione di un’articolazione, caratterizzata da dolore, gonfiore, rigidità e arrossamento. Il termine artrite non indica un solo disturbo, ma una malattia articolare che ha molte cause. L’artrite può colpire una o più articolazioni e avere diverse gravità, da lieve dolore e rigidità fino a dolore intenso e, successivamente, deformità dell’articolazione. Sebbene le artriti siano state suddivise dai reumatologi in circa 10 categorie di malattie, le più comuni di queste possono essere raggruppate in tre grandi classi: osteoartriti o artrosi, artriti infiammatorie e malattie extrarticolari. Sebbene solo una di queste categorie è definita “infiammatoria” in tutte è presente un’infiammazione che coinvolge le articolazioni ed i tessuti circostanti le articolazioni. La terapia sintomatica normalmente prevede l’uso di antinfiammatori quali Acetilsalicilico, Ibuprofene se non addirittura Cortisone. Ma questi farmaci a lungo andare danno gravi effetti collaterali. Ma non c’è per caso qualche integratore naturale che ci possa aiutare? Ma vediamo prima di capire questa malattia. L’osteoartrite meglio conosciuta come artrosi o artropatia degenerativa è il tipo più comune di artropatia. Provocata dal logorio delle cartilagini articolari si sviluppa nella mezza età e colpisce soprattutto gli anziani. L’artrite reumatoide è il tipo più grave di malattia infiammatoria delle articolazioni. E’ una forma autoimmune in cui il sistema immunitario dell’organismo reagisce contro le articolazioni e i tessuti molli circostanti danneggiandoli. Colpisce le donne due o tre volte più frequentemente degli uomini. Altra artrite infiammatoria è la spondilite anchilosante che solitamente comincia nell’adolescenza e negli adulti giovani con un dolore e un senso di rigidezza alla bassa schiena che peggio al mattino migliora poi durante la giornata con una doccia calda e una moderata attività fisica. Dopo circa 10 anni o più la colonna vertebrale diventa progressivamente più rigida e la colonna vertebrale si può irrigidire in una posizione curva soprattutto se la persona sofferente non presta attenzione a fare i giusti esercizi e a mantenere una postura corretta. Tra le malattie extrarticolari annoveriamo le tendiniti e le borsiti. La tendinite della cuffia dei rotatori, dove sono infiammati i tendini che aiutano a mantenere in posizione corretta le spalle, è’ una della maggiori cause di “spalla dolorosa” dovuto ad un eccessivo uso delle braccia ed è tipica dei “body builders”. Il gomito del tennista, il gomito del golfista, il ginocchio del saltatore, il tendine di Achille dello sprinter, sono tutte comuni forme di tendiniti dovute all’eccessivo uso. Così come la Sindrome del Tunnel Carpale, probabilmente la più familiare di tutte le artriti extrarticolari. Il Tunnel Carpale è uno stretto passaggio all’interno del polso dove passano nervi e tendini, se uno dei tendini si infiamma e gonfiandosi preme sui nervi causa dolore e formicolii. I tendini del polso si possono infiammare se costretti a lavorare troppo in una posizione obbligata come per esempio alla tastiera del computer. Le ossa, i legamenti, le cartilagini e i tendini sono tutti formati da tessuto connettivo strutturato in diverse forme. Il tessuto connettivo è formato da cellule che producono le fibre ed i proteoglicani che fuoriescono dalle cellule e fanno parte della matrice connettivale. Le fibre sono il collagene, le fibre reticolari e l’elastina. I proteoglicani sono molecole di varie forme e dimensioni ed interagiscono con le fibre aiutando a mantenere la salute e le resistenza del tessuto connettivo. I proteoglicani sono molecole complesse formate da un nucleo centrale costituito da una proteina e da lunghe catene ramificate di zuccheri legati ad essa. La glucosammina è uno dei maggiori costituenti di questi zuccheri. E’ stato dimostrato (Drovanti) che la somministrazione di glucosammina per via orale (500 mg 3 volte al giorno) per almeno tre mesi, diminuisce le sintomatologie dolorose della osteoartrite forse perché stimola la sintesi dei proteoglicani. Se la glucosammina da sola è efficace, ancora di più lo è se è associata al condrointinsolfato. Il condroitinsolfato è un glucosamminoglicano sintetizzato dai fibroblasti che stimola i condrociti, cioè le cellule della cartilagine, a produrre collagene e proteoglicani ed inoltre inibisce gli enzimi che degradano questi proteoglicani. In uno studio del 1991, duecento pazienti anziani hanno ricevuto 1200 mg di glucosamminaglicano formati da condroitinsolfato ed è stato riscontrato un significativo miglioramento del dolore e nessun effetto collaterale. Ovviamente non è pensabile che da soli glucosammina e condroitinsolfato siano in grado di contrastare una malattia di tipo degenerativo come l’osteoartrite. Fondamentale è anche l’approccio dietologico che deve apportare una dieta ricca di frutta e verdure per ottenere in quantità antiossidanti dotati di proprietà protettiva. In Scozia Jill Bed ha condotto uno studio relativo a 49 soggetti affetti da artrite reumatoide. I soggetti assumevano olio di onagra e oli di pesce entrambi ricchi di acidi grassi essenziali. Lo scopo della ricerca era scoprire in che misura gli acidi grassi insaturi che tendono ad aumentare la produzione delle prostaglandine di tipo 1 e 3 avessero un effetto antinfiammatorio al contrario dei grassi saturi che aumentano le prostaglandine di tipo 2 con un effetto pro-infiammatorio. Dopo 12 mesi c’era un significativo miglioramento soggettivo. Il Dr. Mc Arindon del Boston University Medical Center ha riscontrato in un’analisi retrospettiva su 640 soggetti che un’assunzione da modesta ad elevata di Vitamina C protegge la progressione della osteoartrite del ginocchio. La Vitamina C esercita questo effetto di protezione in misura maggiore rispetto al Beta Carotene e alla Vitamina E perché essendo idrosolubile agisce meglio nell’ambiente acquoso intrarticolare. Sempre Mc Alindon e colleghi hanno trovato che i pazienti che non assumevano abbastanza Vitamina D avevano una possibilità tre volte maggiore di peggiorare la loro osteoartrite. In Inghilterra nel 1963 (Barton, Elliott) furono riscontrati livelli bassi di acido pantotenico (Vitamina B5) nel sangue di 66 persone affette da artrite reumatoide. Dopo sette giorni di supplementazione con acido pantotenico e la normalizzazione dei livelli di acido pantotenico i sintomi artritici erano diminuiti. Un altro ricercatore britannico (Ammand 1963) cominciò a trattare i suoi pazienti affetti da osteoartrite con supplemento di acido pantotenico. Entro 14 giorni dall’integrazione 20 su 25 pazienti mostrarono un significativo miglioramento. Alla sospensione dell’integrazione i sintomi ricomparvero per poi migliorare di nuovo alla riassunzione della vitamina. Sembra che l’acido pantotenico essendo il precursore del Coenzima A fondamentale per la produzione degli ormoni surrenalici favorisca la produzione di “cortisone” endogeno con effetto antinfiammatorio. I dosaggi dimostratisi utili sono di 1 grammo al giorno.