OLYMPIAN’S – aprile 2011
L’idea dell’immortalità non mi ha mai attratto più di tanto e la celebre frase di Woody Allen “non voglio ottenere l’immortalità grazie alle mie opere ma proprio non morendo” mi ha sempre fatto sorridere e pensare: “vivere per sempre: che fatica!”. Ma, siccome i progressi delle scienze sembra che possano permettere all’uomo di arrivare alla soglia dei 120-130 o anche 150 anni, allora bisogna attrezzarsi. Se il concetto di immortalità non mi ha mai entusiasmato quello dell’eterna giovinezza invece si; che senso ha prolungare il più a lungo la vecchiaia se sei decrepito, solo, incapace di autogestirti, tenuto in vita da terapie multiple, soffrendo senza alcuna aspettativa di migliorare la propria qualità di vita? E’ solo un’agonia (estrema sofferenza fisica che prelude alla morte). Ed essendo io un atleta agonista (e guarda caso l’etimologia della parola è la stessa) concepisco la vita come una performance sportiva dove la qualità della prestazione deve essere ottimale e la conclusione, seppur dolorosa, rapida e dignitosa se non valorosa.
Per questo il mio interesse per la Medicina Antiaging rappresenta una naturale evoluzione del mio interesse nei confronti della medicina dello sport e dell’ alimentazione rivolti alla performance atletica; il bagaglio culturale di esperienza acquisita nella pratica di queste due specializzazioni con atleti di alto livello mi hanno permesso di imparare metodologie e strategie che, opportunamente adattate, si prestano al mantenimento della massima performance fisica ed estetica, come prevenzione del decadimento delle funzioni legate all’invecchiamento .
La Medicina Anti-aging e Rigenerativa è una avanzata forma di medicina preventiva e di tecnologie biomediche che si rifà direttamente alle quattro scienze madri: fisica, matematica, chimica e biologia, integrando diverse discipline tra cui scienza dell’alimentazione, fisiologia, medicina dello sport, biochimica, biologia molecolare, genetica, endocrinologia, dermatologia, psiconeuroimmunologia, per promuovere l’allungamento della vita in salute ed efficienza prevenendo le malattie degenerative e ritardando il processo di invecchiamento.
La Medicina Anti-aging è nata da meno di 20 anni in U.S.A. ed è figlia della geriatria da cui però si discosta molto presto conquistando forte interesse in termini di rilevanza sociale e ottenendo largo consenso da parte del grande pubblico perché, in realtà , proprio in quanto si propone come medicina di tipo predittivo-preventivo , si rivolge non ad una popolazione già anziana (materia della geriatria) bensì ad una popolazione dai 18-20 anni in poi. E’ proprio questo infatti il periodo nel quale cominciano le prime modificazioni delle cellule del nostro cervello responsabili del decadimento di importanti equilibri immunologici, metabolici, neuronali, endocrinologici che, nel corso degli anni, si manifestano in maniera più eclatante; si tratta di un concetto estremamente importante che deve essere sempre presente per tutti i danni d’organo legati alle malattie degenerative. La medicina convenzionale pone più attenzione alla medicina d’urgenza come la difesa di agenti patogeni fino alla chirurgia ricostruttiva e demolitiva. La medicina anti-aging, al contrario, focalizza l’interesse sulla consapevolezza che gli insulti di varia natura (meccanica, metabolica, radioattiva, elettromagnetica, psicologica, tossicologica, ecc. …) causano dei danni di tipo cumulativo.
Spesso si sentono affermazioni del tipo “ho sempre bevuto il latte e non mi ha mai dato fastidio” oppure “ho sempre mangiato pasta a pranzo e a cena e dolci a volontà e non ho mai avuto problemi con la glicemia”; certo, probabilmente anche chi fuma due pacchetti di sigarette al giorno non sviluppa subito un tumore ai polmoni ma, statisticamente, nel tempo è molto più a rischio.
Enfatizzando il concetto potremmo dire che la medicina anti-aging può iniziare già prima della nascita in quanto è stato ipotizzato che l’alimentazione e lo stile di vita di nostra madre durante la gravidanza possa influenzare anche il modo in cui invecchieremo ed il nostro stato di salute in età avanzata.
La Medicina Anti-aging negli U.S.A. è considerata la disciplina medica maggiormente in crescita sostenuta dalla voglia di rimanere in forma e in salute dei BABY BOOMERS (i nati tra il 1946 e il 1964) che non vogliono essere messi da parte e che detengono il 70% del potere economico mondiale.
Quando, a dicembre, mi sono recato a Las Vegas per sostenere l’esame finale per ottenere la certificazione dell’ABAARM in Antiaging & Regenerative Medicine, ho partecipato al Congresso Mondiale che si teneva al Mandalay Bay (stessa sede degli ultimi Mr. Olympia) e la presenza di più di 4.000 operatori della salute (medici, osteopati, naturopati, nutrizionisti, fisioterapisti) provenienti da tutto il mondo, ha ulteriormente testimoniato il sorprendente e vastissimo interesse che la Medicina Anti-aging è in grado di suscitare. L’unico italiano ero io (ma lo ero anche quando nei primi anni 80 mi recai a Los Angeles al Gold Gym e al World Gym). Quell’occasione mi ha inoltre dato modo di stringere rapporti con alcuni medici italo americani e californiani ( mia area d’ azione) coi quali abbiamo gettato le basi per interessanti progetti di collaborazione, da sviluppare anche in Italia, proprio in considerazione dell’enorme crescita della Medicina Anti-aging rispetto alla medicina convenzionale.
La medicina convenzionale ha già fatto molto per il prolungamento della vita che, infatti, nella maggior parte dei paesi industrializzati è intorno agli 80 anni ma questo aumento della longevità non sempre è legato alla qualità della vita. Per qualità della vita si intende la percezione che i soggetti hanno della loro capacità di usare al meglio le loro possibilità economiche, fisiche e culturali all’interno della loro quotidianità.
Un sempre maggiore numero di anziani prolunga la propria vita in condizioni di disabilità permanente, costretti su sedie a rotelle, sottoposti a dialisi e alla permanenza in ricoveri o, al meglio, all’assistenza di un “badante”. Non è inoltre da sottovalutare il costo sociale di questo forzato prolungamento della vita con terapie invasive: un anziano occidentale può avere un’incidenza, in termini di costi sociali, di circa mezzo milione di euro per un anno di vita. La riflessione che dovrebbe imporci la coscienza sociale a questo punto sfocia in considerazioni etiche perché quella stessa cifra potrebbe servire per salvare dalla fame e dalle malattie migliaia di bambini del terzo mondo o potrebbe essere altrettanto utile alla ricerca per la prevenzione di malattie che non derivano dai nostri scorretti stili di vita quindi non dipendono dalla nostra volontà. Ognuno di noi ha delle responsabilità anche verso il prossimo ed il rimanere in salute è una di quelle.
Ciò che la Medicina Anti-aging si propone non è affrontare l’insorgenza della patologia e allungare il periodo di malattia di una persona ma prevenire precocemente evitando le malattie di tipo degenerativo cronico e prolungando gli anni di salute ed efficienza fisica.
Quali sono gli strumenti principali della Medicina Anti-aging? Soprattutto corretta nutrizione, integrazione alimentare, esercizio fisico, bilanciamento ormonale e gestione dello stress.
Ma se vogliamo dire le cose come stanno questa definizione calza anche perfettamente con la definizione di “CULTURA FISICA”. Vero è che il termine americano “BODY BUILDING” ha maggiormente enfatizzato la componente di “costruzione del corpo” esasperando certe metodologie e svuotando l’essenza stessa della “cultura fisica”; però non è un caso che il cofondatore e chairman dell’American Academy Anti-Aging Medicine sia Robert Goldman già responsabile medico della I.F.B.B. (International Federation Body Building) e che il primo medico in Italia (il secondo sono io) ad avere acquisito la certificazione dell’American Board of Antiaging & Regenerative Medicine sia Filippo Ongaro che, da giovane, praticava il body building in una palestra di Roberto Zardinoni e aveva gareggiato ai Campionati Italiani Juniores da me organizzati a Piacenza nel 1986 e che aveva sviluppato e coltivato (come da lui affermato) i suoi interessi per la medicina dello sport e l’alimentazione leggendo i miei articoli sulle riviste del settore. E non è un caso che riviste come Olympian’s già da anni dedicano ampi spazi legati alle tematiche relative all’anti-aging. Ovviamente la Medicina Anti-aging e Rigenerativa, rispetto alla cultura fisica, si avvale anche delle tecnologie e scienze più sofisticate come la genomica, l’ingegneria genetica, l’uso delle cellule staminali, la nanotecnologia e, in futuro, la clonazione ma, alla base, dovrà sempre rimanere come fondamentale lo stile di vita inteso come l’intende la “cultura fisica”.
Quando si parla dell’età di un individuo si deve differenziare tra l’età cronologica (espressa dalla data di nascita), l’età morfologica (definita da suo aspetto esteriore e strutturale), l’età biologica o metabolica (espressa dalle capacità funzionali dei vari apparati degli organi interni e dal profilo metabolico sistemico). Gli aspetti principali dell’invecchiamento morfologico e metabolico sono la perdita di massa muscolare, di osso, di cartilagine, la disidratazione, la perdita di elasticità a livello articolare e dei vasi sanguigni, la diminuzione delle capacità cardiorespiratorie e renali e dell’apparato gastrointestinale, la riduzione delle secrezioni ormonali , l’invecchiamento cutaneo e l’aumento di grasso corporeo. I tre fattori che condizionano l’invecchiamento sono fondamentalmente il patrimonio genetico, l’ambiente e lo stile di vita. Se al momento si può fare molto poco per intervenire sul patrimonio genetico, se qualcosa possiamo fare per migliorare l’impatto ambientale nel quale viviamo, invece molto si può fare sullo stile di vita ottenendo drastici risultati.
Un interessante studio ha messo in evidenza il rapporto tra stile di vita e mortalità. Un gruppo studio di 22.444 uomini e donne di età compresa tra i 45 e i 75 anni senza conosciute malattie cardiovascolari o tumori, residenti in Inghilterra, è stato seguito dal 1993/1997 fino al 2006. Ai partecipanti veniva assegnato un punto per ogni comportamento salutare:
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astensione dal fumo
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non fisicamente inattivo
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moderata assunzione di alcol
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un livello di vitamina C plasmatica superiore a 50 mmol/L .
Per un punteggio totale da zero a quattro.
La categoria fumatore o non fumatore era assegnata sulla base della risposta “si” o “no” alle seguenti domande:
– “Hai mai fumato almeno una sigaretta al giorno per un anno?” e “adesso fumi?”
Il livello di attività fisica è stato diviso tramite questionari in 4 categorie
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inattivi (lavoro sedentario e assenza di attività fisica ricreazionale
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moderatamente inattivi ( lavoro sedentario e meno di mezzora di attività fisica ricreazionale al giorno oppure lavoro in piedi senza attività fisica ricreazionale)
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moderatamente attivi ( lavoro sedentario, attività fisica da mezzora a un’ora al giorno di attività ricreazionale o lavoro in piedi con meno di mezzora di attività ricreazionale o lavoro fisico senza attività ricreazionale)
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attivi (lavoro sedentario o in piedi con più di un’ora al di attività fisica ricreazionale al dì, o lavoro fisico con almeno qualche attività fisica ricreazionale o lavoro pesante manuale)
La moderata assunzione di alcol significava l’assunzione da 1 a 14 unità di alcol intendendo per una unità approssimativamente 8 grammi di alcol corrispondenti circa ad una birra o ad un bicchiere di vino o ad un super alcolico; quindi non astemio ma neanche più di 2 bicchieri di vino al dì. Un livello di vitamina C plasmatica superiore a 50 mmol/L indica un consumo di frutta e verdura di almeno 5 porzioni al giorno. Dopo un follow up di circa 11 anni di media, il rischio di mortalità dei partecipanti che avevano realizzato un punteggio di “4” rispetto a quelli che avevano un punteggio “zero” era equivalente ad essere 14 anni più giovani in età cronologica (Combined impact of health in behaviors and mortality men and women).
La vera Medicina Anti-aging si deve quindi tradurre con una miglior gestione della propria salute caratterizzata da:
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Prevenzione personalizzata secondo le caratteristiche individuali genomiche, biochimiche e morfologiche
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Ottimizzazione del peso e della composizione corporea
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Correzione di carenze nutrizionali
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Disintossicazione
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Miglioramento della forza e della resistenza muscolare
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Miglioramento della mobilità e flessibilità a livello articolare
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Miglioramento delle capacità aerobiche
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Miglioramento dell’equilibrio e del controllo propiocettivo
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Correzione della postura e riduzione dei problemi di lombalgia
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Riduzione dello stress
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Miglioramento della capacità cognitiva e delle prestazioni mentali
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Regolarizzazione dei processi metabolici
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Bilanciamento ormonale
Nei prossimi articoli analizzeremo volta per volta ogni singolo componente.