Home ABSTRACT Lancet: "Il 30% della popolazione mondiale è obesa, anche nei paesi emergenti"
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Lancet: "Il 30% della popolazione mondiale è obesa, anche nei paesi emergenti"

Lancet: "Il 30% della popolazione mondiale è obesa, anche nei paesi emergenti"
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Limitata inizialmente ai paesi industrializzati, la condizione di obesità riguarda ormai anche e soprattutto i paesi emergenti. Secondo un ultimo studio (Global burden of disease) pubblicato sulla rivista medica britannica The Lancet l’obesità tocca ben 2,1 miliardi di persone, vale a dire il 30% della popolazione mondiale, di cui il 62% nei paesi in via di sviluppo.

“L’obesità è un problema che tocca tutto il mondo, indipendentemente dall’età, dal luogo o dal reddito”, ha detto Christopher Murray, direttore dell’Istituto di controllo sulla salute dell’università di Washington, che ha condotto la ricerca su 188 paesi. Murray ha aggiunto che c’è un forte legame tra il reddito e l’obesità: nei Paesi in via di sviluppo, quando le persone diventano più ricche tendono a ingrassare. In molti Paesi ricchi invece, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, il trend è invertito, anche se di poco. Gli scienziati hanno verificato inoltre che quando aumenta l’obesità si riscontrano picchi di diabete, e che crescono anche i tassi di tumori legati al peso, come il cancro del pancreas.

Tra il 1980 e il 2013, la percentuale di persone con un indice di massa corporea superiore a 25 è passata su scala mondiale da 28,8% a 36,9% per gli uomini e da 29,8% a 38% per le donne. L’imc è il rapporto tra l’altezza e il peso di un individuo: quando è superiore a 30 si è in situazione di obesità, superiore a 25 di sovrappeso.

I paesi a rischio. Stati Uniti, Regno Unito e Australia sono in testa ai paesi industrializzati, con oltre il 60% degli abitanti sopra i vent’anni obese o sovrappeso. Se guardiamo solo all’Europa Occidentale i tassi di obesità vanno da un massimo del 14% in Israele e del 13% a Malta, a un minimo del 4% in Olanda e Svezia. Per quanto riguarda i paesi in via di Sviluppo, se l’obesità è quasi assente in alcuni paesi africani come il Burkina Faso o il Ciad, nazioni del Medio Oriente, Sudamerica e Oceania cominciano a registrare percentuali preoccupanti. E’ il caso di Egitto, Libia, Arabia saudita, Oman, Bahrein e Kuwait, dove il fenomeno è aumentato in modo significativo, in particolare per le donne (70%). Una tendenza simile si registra anche in Messico, Salvador, Costa Rica, Honduras, Cile e Paraguay e soprattutto nei microstati del pacifico come Tonga, Kiribati o Samoa oltre l’80% della popolazione”.

Bambini e adolescenti sovrappeso. Ma il dato più preoccupante riguarda i bambini e gli adolescenti: tra il 1980 e il 2013, il numero dei sovrappeso o obesi è aumentato del 50%. Il fenomeno riguarda il 22% delle bambine e il 24% dei maschi nei paesi industrializzati e circa il 13% dei due sessi nei paesi in via di sviluppo.

“Questo incremento è molto inquietante. Nella misura in cui l’obesità infantile può avere gravi conseguenze sulla salute, soprattutto sul sistema cardiovascolare, per il diabete e numerosi tumori”, sottilinea Marie Ng, la ricercatrice che ha coordinato lo studio.

Problemi cardiovascolari. Si stima che nel 2010 sovrappeso e obesità abbiano causato qualcosa come 3,4 milioni di morti, la maggior parte dei quali per cause cardiovascolari. Se non adeguatamente gestito, concludono gli autori del lavoro, l’aumento dell’obesità potrebbe portare in futuro a un declino significativo dell’aspettativa di vita.

“I nostri risultati mostrano che gli aumenti nella prevalenza di obesità sono stati significativi e diffusi in tutto il mondo, per di più in un arco di tempo molto limitato” – conclude Emmanuela Gakidou, tra gli autori del lavoro – segno che, a differenza di altri problemi di portata mondiale come il fumo che vanno ridimensionandosi, l’obesità è un nemico sempre più forte e sempre più difficile da contenere.

La Repubblica 29/05/2014