MELATONINA, STILI DI VITA E “DIETA COM”
Quando la Natura scopre che abbiamo superato la vitalità dell’età riproduttiva, innesca nel corpo tutta una serie di messaggi che segnalano di rallentare l’attività e di incominciare ad invecchiare.
Ma chi è che invia questo segnale che, di fatto, causa a cascata una disregolazione ormonale e neurotrasmettitoriale? La ghiandola pineale, attraverso la secrezione dell’ormone melatonina (N-acetil-5-metossitriptamina).
La melatonina la possiamo definire come il contraltare dell’ormone cortisolo che è l’ormone dello stress, e tutti noi ormai sappiamo bene gli effetti del cortisolo sull’organismo.
Forse però non abbiamo ancora finito di scoprire le innumerevoli azioni della melatonina sui vari organi: fra questi effetti possiamo sicuramente annoverare il potenziamento del sistema immunitario, il contrasto alle malattie e un’ampia azione anti-aging a 360 gradi.
Eppure c’è chi ancora la definisce semplicemente una molecola utile in caso di jet lag, nonostante già dagli anni ’90 il dott. Pierpaoli (il “papà” della melatonina) iniziò la sua opera di divulgazione a livello mondiale definendola addirittura “la chiave della vita”.
La melatonina è secreta quasi esclusivamente di notte in risposta al normale ciclo luce/buio, e i suoi livelli sono 10 volte più alti rispetto al giorno, con un picco massimo verso le 2 di notte. Si può quindi asserire che la produzione di questo ormone, stimolata dal buio, rappresenti un segnale inequivocabile per il nostro corpo che è tempo di dormire.
Oltre al buio totale, entrano in gioco anche la temperatura (né troppo caldo, né troppo freddo) e una situazione di silenzio.
Al mattino, quando i nostri occhi percepiscono la luce, la secrezione di melatonina cessa ed entrano in campo ormoni, come quelli surrenalici (cortisolo, adrenalina), che stimolano a svegliarci.
La melatonina presenta quindi un ritmo circadiano con una sua specifica curva giornaliera, che può essere alterata da vari fattori, quali una situazione di stress cronico, luci blu come quelle emesse dai vari device e dalle luci led casalinghe, andare a letto troppo tardi, magari con digestione in atto o alcol e caffeina da smaltire, un allenamento troppo intenso eseguito in tarda serata, l’assunzione di svariati farmaci come benzodiazepine, betabloccanti, alcuni antidepressivi e antipsicotici, paracetamolo e cortisone, solo per citarne alcuni.
Sappiamo che molte altre funzioni fisiologiche dipendono da questa organizzazione circadiana come, ad esempio, la regolazione del sistema immunitario e della glicemia.
Dopo i 30-40 anni di età, la produzione endogena di melatonina cala e già a 60 anni è circa la metà di quella prodotta da un ventenne.
Ma perché oggi assistiamo a così tante persone che lamentano insonnia e invecchiano precocemente? Beh, i fattori li abbiamo elencati poc’anzi, tuttavia ce n’è uno a cui non si pensa facilmente: l’alimentazione che, ovviamente, influenza il nostro microbiota.
Ad esempio, l’aminoacido triptofano è il precursore della serotonina, la quale, in mancanza di luce, è il precursore della melatonina e il triptofano si assume esclusivamente con l’alimentazione: frutta secca in guscio, semi oleosi, cereali integrali, legumi, alcuni tipi di funghi e verdure e frutti, tacchino e latticini sono una opzione da inserire sapientemente ed intelligentemente in un programma dietetico ben congegnato sul biotipo a cui apparteniamo.
Va da sé che un intestino alterato (dismicrobismo) non sarà in grado di sintetizzare adeguatamente né ormoni, né neurotrasmettitori (circa l’80% della serotonina presente nel nostro corpo è prodotta dall’intestino) , che influenzano il comportamento umano.
Per esempio, la dieta COM (che si rifà alla Medicina Funzionale, la quale trae origine dalla Medicina Olistica integrandola con la Evidence Based Medicine) ci rivela che se a un biotipo iperlipogenetico in sovrappeso, che accumula grasso soprattutto a livello addominale, togliamo i carboidrati alla sera, sperando che dimagrisca, non faremo che peggiorare la sua situazione di ipercortisolemia notturna, esacerbando sia insonnia che accumulo di grasso corporeo, sempre a livello addominale e, abbiamo imparato, a maggior produzione di cortisolo corrisponde minor produzione di melatonina (relazione bidirezionale).
Inoltre, anche la corretta assunzione di vitamine B3 e B6, calcio, magnesio e potassio rientrano in un corretto protocollo dietetico in caso di alterata produzione di melatonina.
Corretti stili di vita che contemplino idonei orari per l’assunzione di un determinato cibo, uno specifico allenamento e una mirata supplementazione alimentare (più tanti altri suggerimenti pratici) si possono approfondire iscrivendosi al Corso di Alta Formazione “Cronomorfodieta” del Consorzio Universitario Humanitas.
Fonti: