Fin da piccoli le nostre madri o nonne ci offrivano un cucchiaino di miele come emolliente e anti tosse, in caso di disturbi da raffreddamento.
Ebbene, una nuova ricerca confermerebbe questa sua efficacia, addirittura migliore rispetto ai popolarissimi sintomatici da banco.
Un team di ricercatori nel Regno Unito ha voluto verificare se il miele fosse efficace per il sollievo sintomatico delle infezioni del tratto respiratorio superiore (URTI), data la prescrizione eccessiva di antibiotici a livello mondiale.
Nonostante le infezioni del tratto respiratorio superiore (URTI) siano la ragione più diffusa per una prescrizione di antibiotici, la maggior parte delle URTI è di origine virale e una prescrizione di tali farmaci è sia inefficace che inappropriata, esponendo così il fianco ad una diffusa antibiotico-resistenza.
Il miele è uno dei prodotti naturali più apprezzati fin dall’antichità (era praticamente l’unica fonte di zuccheri semplici dell’uomo primitivo) e col tempo si è rivelato un prodotto utilizzato anche nella medicina tradizionale, come rimedio per la guarigione delle ferite, in casi di astenia, asma o di infezioni alla gola.
Tutto questo è da ricondurre alle sue proprietà antibatteriche, antimicrobiche, dovute alla produzione enzimatica di perossido di idrogeno.
Possiede inoltre un basso livello di pH e un alto contenuto di zuccheri (glucosio e fruttosio) con un’osmolarità elevata che risultano efficaci nel bloccare la crescita di patogeni.
Per giungere quindi ai risultati dello studio, una review e meta-analisi, cioè un esame di ben 14 studi sul miele, ha voluto esaminarne sistematicamente l’utilizzo per la risoluzione dei sintomi associati alle URTI, in pazienti di tutte le età, in qualsiasi contesto.
In conclusione, si sono trovate prove che il miele sembrava migliorare i sintomi delle URTI, tra cui tosse, congestione nasale, starnuti e mal di gola in maniera più efficace rispetto alle cure usuali con i farmaci da banco.
Il miele potrebbe quindi aiutare a rallentare la diffusione della resistenza antimicrobica e, nonostante siano necessari ulteriori studi di alta qualità controllati con placebo, fornisce un’alternativa ampiamente disponibile ed economica agli antibiotici.
Ovviamente non intendiamo incitare al fai da te, ma solamente stimolare la riflessione personale e l’analisi critica su strumenti consolidati della tradizione popolare.