Obesità, ce ne sono sei tipologie e vanno curate in modo diverso.
Non tutte le persone sovrappeso sono uguali. Riuscire a identificare sottogruppi omogenei potrebbe aumentare l’efficacia degli interventi volti a contrastare il problema di sovrappeso e obesità, che riguarda 2,1 miliardi di persone in tutto il mondo, circa un terzo della popolazione mondale, come aveva denunciato Lancet un anno fa, e in nessuna nazione si è fin qui riusciti a combatterlo con successo.
PERDERE PESO: UN’IMPRESA TITANICA
Non esiste una “terapia per l’obesità” e perdere peso sembra essere una delle imprese più difficili da realizzare. E, secondo alcuni, la strada da percorrere è proprio quella della personalizzazione dei trattamenti, basata sull’individuazione delle diverse caratteristiche comuni alle persone con chili di troppo.
I SEI TIPI DI OBESITÁ
Partendo da simili considerazioni, alcuni ricercatori dell’Università di Sheffield hanno analizzato i dati relativi a 4100 individui britannici, già reclutati nello Yorkshire Health Study, di età compresa tra i 16 e gli 85 anni e con un indice di massa corporea pari o superiore a 30 (obesi). Tramite la compilazione di un questionario, i soggetti hanno riportato i proprio dati sullo stato di salute e sugli stili di vita adottati. La ricerca, pubblicata sul Journal of Public Health, ha identificato sei diversi tipologie di sovrappeso sulla base di alcune caratteristiche comuni.
1) Giovani donne in salute. Sono quelle con minori disturbi legati ai chili di troppo, riportano un buon livello di benessere, spesso fanno un po’ di attività fisica.
2) Giovani uomini bevitori. Questo gruppo ha caratteristiche simili al precedente, salvo che per un eccessivo consumo di alcol.
3) Individui di mezza età infelici e ansiosi. Per la maggior parte donne, questi soggetti spesso riportano una bassa qualità di vita, a volte insonnia, ansia, depressione, dolori. Si impegnano con attività fisica nel controllo del peso; riportano il minor consumo alcolico di tutti i gruppi.
4) Anziani con problemi di salute, ma felici. Hanno diverse patologie croniche (diabete, alta pressione, artrite) ma sono comunque soddisfatti e riportano un buon livello di benessere.
5) Over 65 benestanti e in salute. A parte l’alta pressione (che affligge il 99% di loro), queste persone non hanno molti altri problemi di salute. Si sentono soddisfatti.
6) Un gruppo di persone diverse ma in cattiva salute. I più a rischio e con il più elevato indice medio di massa corporea medio.
PER CIASCUNO UN PERCORSO DIVERSO CONTRO I CHILI DI TROPPO
Non sembra difficile individuare altre categorie, prendendo in considerazione ulteriori soggetti, oltre a quelli analizzati in questo studio. Tuttavia, il messaggio importante non è tanto se e fino a che punto sia possibile duplicare le tipologie di obesità, quanto riconoscere l’eterogeneità del fenomeno. Come ha spiegato ha ammesso il primo autore dello studio, Mark Green della School of Health and Related Research (ScHARR) dell’Università di Sheffield, «gli interventi volti ad affrontare il problema dell’obesità e incoraggiare l’adozione di stili di vita sani spesso si rivolgono alle persone unicamente in quanto obese. Tuttavia, considerarle come un unico gruppo non è molto efficace. Siamo tutti diversi e approcci diversi funzionano con persone diverse».
La Stampa 20/04/2015