Quando il parmigiano reggiano diventerà una droga
California Sport & Fitness – ottobre 1998
Il mio articolo del numero di settembre è uscito proprio poco dopo la polemica a livello nazionale sull’uso degli integratori nello sport, come la creatina e i ramificati, che sono stati equiparati al doping.
Mai tanta ignoranza o malafede ha avuto così spazio nelle pagine dei giornali, mai tanti personaggi si sono espressi su un argomento del quale non hanno la sufficiente conoscenza, e da qui si capisce come in questa Italia tante cariche ed incarichi siano ricoperti non per meriti ma per conoscenze o per motivi politici.
Non si possono demonizzare la creatina e gli amminoacidi ramificati senza sapere cosa sono. Ricordo a queste persone, che la prima è contenuta normalmente nella carne, e a coloro che con sbalordimento paragonano l’apporto di creatina di 5 g. all’assunzione di 1Kg di carne, ricordo che Milone di Crotone, famoso atleta greco del VI secolo a.c., vincitore di numerose gare di lotta in tutti i giochi ellenici, ne consumava ben oltre e che comunque l’uomo, prima dell’avvento dell’agricoltura, cioè circa 10.000 anni fa, quindi un tempo relativamente breve rispetto alla nascita dell’uomo, si nutriva prevalentemente di carne, cioè era la civiltà dell’uomo cacciatore, e di sicuro in quel tempo quando catturavano una preda i carichi di creatina erano superiori ai 5 g. e però certe malattie dismetaboliche e degenerative, quali diabete, ipertensione, obesità, arteriosclerosi, tumori, erano pressoché sconosciute.
Certo 1Kg di carne ad una persona sedentaria non serve, ma per un atleta può non essere assolutamente un’eresia. Sorrido riguardo al vaneggiamento sull’effetto tossico dei ramificati, che ricordo apparsi sul mercato farmaceutico quali epatoprotettori e mi aspetto riflessioni sulla possibilità d’inserimento nella lista anti-doping del Parmigiano Reggiano: un 20% delle proteine di quest’ultimo sono scisse ad opera della stagionatura in aminoacidi in forma libera, quindi consumando 200g di parmigiano assumeremmo 16g di aminoacidi, un quantitativo superiore a quello normalmente consigliato in ambito sportivo.
Rimango esterrefatto da una affermazione di Luca di Montezemolo, manager della Ferrari: “Il nostro doping è il lambrusco, ne consumiamo quantità smodate”.
Spero vivamente sia un’ affermazione provocatoria e sdrammatizzante, però frutto della nostra cultura che tollera 30.000 morti l’anno legati al consumo dell’alcol e si scandalizza perché la Juventus ha usato la creatina.
Nella letteratura scientifica, ormai più che abbondante in merito, non ci sono dati che dimostrino effetti tossici della creatina, a parte qualche problema digestivo da dose eccessiva.
Comunque ritengo sbagliato demonizzare qualsiasi sostanza e mi associo al detto di Paracelso, uno dei padri della nostra medicina:”E’ tutta una questione di dose!”.
Il latte fa benissimo (dipende), ma di sicuro se ne assumiamo 10 litri ci darà minimo qualche disturbo intestinale.