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FITNESS METABOLICO

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DAVIDE ANTONIELLA –

La sedentarietà, insieme all’eccessivo apporto calorico, all’alimentazione spesso sbilanciata e all’eccessivo stress, ha portato ad un aumento delle malattie definite del BENESSERE o SINDROME METABOLICA.

La sempre maggior attenzione da parte dei mass media verso i tragici eventi, che coinvolgono giovani e meno giovani, ha sensibilizzato la pubblica opinione verso le patologie cardiovascolari quali cause di morte.

Il termine SINDROME METABOLICA descrive un insieme di fattori di rischio metabolico che aumenta la possibilità di sviluppare malattie cardiache, ictus, diabete.

La sindrome metabolica è diagnosticata quando sono presenti tre o più dei seguenti fattori di rischio:

  • Elevata quantità di tessuto ADIPOSO ADDOMINALE [valutato mediante misure e circonferenze (vita/fianchi)]
  • Basso colesterolo HDL
  • Elevati livelli di TRIGLICERIDI
  • Elevati valori di PRESSIONE ARTERIOSA
  • Elevati livelli di GLICEMIA

Un fattore molto importante per prevenire e curare la sindrome metabolica e molte patologie cardio-respiratorie è L’ATTIVITA’ FISICA.

E’ noto da tempo che l’esercizio fisico svolge un ruolo fondamentale nelle malattie cronico-degenerative.

La strategia fondamentale per salvaguardare lo stato di salute è basata sulla prescrizione d’attività fisica utile a migliorare l’efficienza cardio-respiratoria, la composizione corporea e, più recentemente, è stato riscontrato il valore dell’attività fisica per quanto riguarda il miglioramento della forza .

Dati sperimentali hanno dimostrato che lo svolgimento di attività fisica regolare è associata a benefici per la salute ANCHE quando l’allenamento rimane invariato.

Dai dati forniti dal Dipartimento sulla Salute e i Servizi Americani, dalla Società Chirurgica di Atlanta, dai Centri di Cura e Prevenzione delle Malattie Croniche e da numerosi articoli emergono i seguenti benefici:

BENEFICI PRODOTTI DA UNA REGOLARE ATTIVITA’ FISICA

 

Miglioramento della funzione cardiovascolare e respiratoria

  • Aumento del consumo d’ossigeno a causa dell’adattamento centrale e periferico
  • Minor periodo di ventilazione per raggiungere un’attività sub massimale
  • Ridotto consumo d’ossigeno miocardico per ottenere uno sforzo sub massimale
  • Valori di frequenza cardiaca e pressione arteriosa inferiore, in corrispondenza di sforzo sub massimale
  • Aumento della densità dei capillari nell’apparato muscolo scheletrico
  • Aumentata soglia d’esercizio per la presenza del lattato in circolo
  • Aumentata soglia d’esercizio per la comparsa di segni o sintomi patologici (angina, depressione tratto ST, claudicazione)

Riduzione dei fattori di rischio coronarici

  • Ridotti valori di pressione sistolica/diastolica a riposo
  • Aumentati livelli nel siero della lipoproteine HDL e ridotti livelli di trigliceridi
  • Diminuita presenza di grassi nell’organismo, particolarmente intra-addominale
  • Diminuita richiesta d’insulina, migliore tolleranza al glucosio

Diminuita mortalità e morbilità

  • Prevenzione primaria (interventi richiesti per prevenire disfunzioni cardiache)

Un’intensa attività fisica è associata a diminuita incidenza di mortalità per cause coronariche e di comparsa di malattie cardiovascolari e coronariche, tumori del colon e diabete di tipo 2

  • Prevenzione secondaria (interventi da predisporre dopo una disfunzione cardiovascolare per prevenirne un’altra)

La morte per ragioni cardiovascolari, o per altre cause sopra elencate, è ridotta nei pazienti con infarto del miocardio che si sottopongono ad un programma di riabilitazione cardiaco mediante esercizi fisici, specialmente se concomitante ad una riduzione dei fattori di rischio. Gli stessi pazienti non mostrano, tuttavia, una riduzione del numero di reinfarti non mortali

Altri benefici

  • Diminuita ansietà e depressione
  • Maggiore capacità di svolgere il lavoro e le attività ricreative
  • Aumentato senso del benessere

Possiamo aggiungere :

  • Diminuzione del grasso corporeo
  • Ipertrofia muscolo scheletrico
  • Aumento del carico di rottura delle ossa, legamenti, tendini.

In assenza di patologie cardiovascolari significative, i rischi prodotti dall’esercizio fisico sono estremamente bassi. Un ampio studio retrospettivo eseguito nei centri YMCA ha rivelato un caso di arresto cardiaco e un caso di morte rispettivamente ogni 2.253.267 e 2.897.057 ore di attività svolta. Una recente pubblicazione conclude che approssimativamente 0,75 maschi e 0,13 femmine ogni 100.000 muoiono in un anno durante un’attività fisica.

L’incidenza delle complicazioni cardiovascolari durante l’attività fisica è maggiore nelle persone con disturbi cardiovascolari rispetto a quelle sane. Oggi l’introduzione delle moderne procedure (rivascolarizzazioni, terapie farmacologiche) ha notevolmente ridotto la frequenza di eventi cardio-circolatori .

In Pazienti sottoposti a riabilitazione cardiaca una complicazione cardiovascolare importante si presenta ogni 60.000 ore . E’ inoltre interessante notare come il rischio di complicazione non cambi nelle sessioni svolte nella mattinata, rispetto a quelle svolte nel pomeriggio.

Di seguito riporto una tabella del rischio di comparsa di complicazioni cardiovascolari:

CONDIZIONI ASSOCIATE ALLA COMPARSA DI COMPLICAZIONI CARDIOVASCOLARI

(adattato da Haskell W.L. cardiovascular complications during exercise training of cardiac patients)

Stato clinic:

  • Infarti molteplici di miocardio
  • Ridotta frazione di eiezione ventricolo sinistro (< 30%)
  • Angina pectoris instabile o a riposo
  • Importanti aritmie a riposo
  • Lesione della coronarica discendente anteriore sinistra con una significativa occlusione (≥ 70%)
  • Aterosclerosi in molteplici vasi, evidenziata con angiografia

Partecipazione all’attività fisica :

  • Mancata esecuzione di appropriate attività di riscaldamento e raffreddamento
  • Superamento dei valori di frequenza cardiaca prescritta dai programmi.

Dati del test di esercizio:

  • Bassi o elevati valori di tolleranza allo sforzo (≤4 MET o ≥ 10 MET)
  • Effetti cronotropi dannosi prodotti da farmaci (< battiti al minuto)
  • Effetti inotropi dannosi (risposta ipotensiva esagerata con l’aumento di lavoro)
  • Ischemia miocardica (angina o depressione del segmento ST ≥2V)
  • Aritmie (specialmente nei pazienti con funzione ventricolare sx)

Altri:

  • Fumatori di sigarette
  • Sesso maschile

Molte sono le ricerche di laboratorio, studi epidemiologici ,che hanno dimostrato l’importanza dell’attività fisica associata ad uno stile di vita che miri alla salute, al benessere e alla riduzione dei fattori di rischio.

A tale riguardo negli Stati Uniti è stata proposta la PIRAMIDE delle ATTIVITA’ come un modello per facilitare l’educazione pubblica e del paziente ad adottare uno stile di vita progressivamente più attivo.

Oggi si sente parlare molto di FITNESS METABOLICO .

Gli esercizi di fitness metabolico sono esercizi tradizionali di facile esecuzione e monitoraggio, con la differenza che la tipologia, l’intensità, sono determinati da un’attenta analisi medica e bio-funzionale-articolare dell’istruttore per proporre programmi di allenamento altamente personalizzati con fasi cardiovascolari, di forza e endurance, di flessibilità e ludiche.

Il F.M. è prevenzione e benessere attraverso la pratica di una adeguata attività motoria e si occupa di creare una vera e propria cultura motoria e un corretto stile di vita.

E’ importante l’assoluto rispetto dei ruoli:

i MEDICI fanno la diagnosi e dettano le indicazioni per applicare protocolli motori corretti .

La prescrizione ottimale è determinata da una valutazione oggettiva della risposta all’esercizio del soggetto comprese le misurazioni della frequenze cardiache (HR), della pressione arteriosa (BP), dello sforzo percepito (RPE), della risposta soggettiva all’esercizio, dell’elettrocardiogramma (ECG) , della VO2 misurata direttamente o stimata mediante un test da sforzo incrementale, dei parametri di forza stimati con test sub massimali.

I protocolli non devono essere messi in pratica in modo rigido, applicando semplicemente calcoli matematici alle misure dei test e alle analisi.

L’ISTRUTTORE eroga i protocolli , li spiega con linguaggio accessibile, misura i cambiamenti e li comunica al medico,stabilisce (su indicazioni mediche) gli obiettivi, gestisce l’attività di COUNSELING nei confronti del soggetto. Le proposte devono avere l’obiettivo di salvaguardare la salute, riducendo i rischi di malattie e garantendo la sicurezza durante lo svolgimento dell’esercizio.

Personalizzare il protocollo significa considerare : modalità, intensità, durata, frequenza e progressione dell’attività.

I’istruttore dovrà osservare :

  • Risposte fisiologiche e percettive all’esercizio.
  • Adattamenti all’allenamento fisico a secondo dell’intensità e della frequenza di svolgimento.
  • Controlli dei progressi valutando le risposte HR e RPE.
  • Il livello di gradimento affinchè le proposte soddisfino gli interessi, le capacità e i limiti individuali per non demotivare il soggetto.

I protocolli sono ispirati a GRADUALITA’ E PROGRESSIVITA’ secondo le indicazioni dell’organizzazione mondiale della sanità con impegni minimi ma costanti e intensità commisurate alla fisiologia del soggetto.

Il FITNESS METABOLICO deve essere: informazione, cultura, rapporti istituzionali.

L’obiettivo è:

  • Migliorare il livello di salute e benessere per milioni di persone.
  • Ridurre la spesa sanitaria nazionale attraverso un cambiamento di stile di vita.
  • Sviluppare il settore F.M. formando operatori specializzati.

Le componenti da considerare dal F.M. devono includere :

  • Composizione corporea
  • Efficienza cardio-respiratoria
  • Forza muscolare
  • Resistenza
  • Flessibilità

Il miglioramento di queste ultime tre componenti sono il risultato dell’applicazione di 2 principi fondamentali: SOVRACCARICO E SPECIFICITA’.

IL SOVRACCARICO stabilisce che affinchè un tessuto o un organo migliorino la loro funzione devono sopportare un carico di lavoro al quale normalmente non sono abituati. Una prescrizione d’esercizio definisce l’intensità, la durata, e la frequenza d’allenamento ed è l’interazione di queste tre che determina il sovraccarico.

IL PRINCIPIO DELLA SPECIFICITA’ stabilisce che gli effetti dell’allenamento sono specifici dell’esercizio proposto e dei muscoli coinvolti. Di conseguenza, un programma di fitness basato su una varietà e semplicità degli esercizi coinvolgerà un maggior numero di gruppi muscolari e porterà l’effetto su obiettivi adatti allo scopo del fitness metabolico.

Una volta formulata la prescrizione degli esercizi il programma si sviluppa nelle seguenti fasi:

  • Riscaldamento
  • Attività cardiorespiratoria e forza
  • Attività ricreativa (opzionale)
  • Defaticamento (raffreddamento-recupero)

RISCALDAMENTO: riduce l’incidenza dei danni muscolo-scheletrici aumentando l’estensibilità del tessuto connettivo, migliorando l’efficienza delle articolazioni al movimento a alla funzione ed aumentando la performance muscolare. Diminuisce l’incidenza della depressione ischemica del segmento ST che può rappresentare una minaccia di aritmia ventricolare e di disfunzioni transienti globali del ventricolo sx conseguenti ad un esercizio intenso e improvviso.

CARDIO- FORZA sviluppa l’efficienza cardio respiratoria e prevede dai 20’ Ai 60’ di attività aerobica continua o intermittente. Coinvolge grandi gruppi muscolari ed è ritmica e dinamica.

Questa fase è combinata salvo precise controindicazioni ad allenamento della forza per avere maggior effetti. Per questi esercizi sono necessari test sub massimali . Le indicazioni orientano ad utilizzare carichi non superiori al 35% del max per arti inferiori e del 50% per arti superiori. Gli esercizi devono essere di facile esecuzione e di tipo monopodalico per evitare grossi carichi e sovraccaricare l’apparato cardio-circolatorio. L’allenamento deve essere ritmico, svolto ad una velocità da moderata a bassa, coinvolgere una serie completa di movimenti e non modificare il ritmo della normale respirazione. Esercizi condotti con espirazioni forzate (manovra di VALSALVA) possono causare un aumento violento della pressione sanguigna sistolica e diastolica. Occorre attenzione nell’allenamento dei movimenti eccentrici e isometrici rispetto ai concentrici.

FASE LUDICA: deve essere piacevole, modificando regole dei giochi per diminuire la richiesta di abilità, di competizione, di costi energetici e di risposta della frequenza cardiaca. Bisogna considerare la potenziale discordanza fra RPE e HR e quindi monitorare spesso HR per modificare l’ intensità.

DEFATICAMENTO: prevede   esercizi di bassa intensità (camminare, stretching, o esercizi alternativi tipo joga). Deve facilitare gli adattamenti circolatori e riportare i valori di HR e BP vicino ai livelli di riposo, aumenta il ritorno venoso, riducendo la possibilità di ipotensione post-esercizio e di capogiri, facilita la dissipazione del calore corporeo, promuove una più rapida eliminazione dell’acido lattico rispetto al recupero stazionario, combatte gli effetti potenziali e negativi dovuti all’aumento delle catecolamine nel plasma nel periodo che segue l’esercizio. Quest’ultimo aspetto può ridurre l’incidenza, soprattutto nei pazienti con patologie cardiache, delle pericolose aritmie ventricolari, causa potenziale di morte cardiaca improvvisa. Non defaticare significa aumentare le cause di complicazioni cardiovascolari causate da una diminuzione transitoria del ritorno venoso che potrebbe ridurre il flusso sanguigno coronarico quando la HR e la richiesta di ossigeno del miocardio sono ancora elevate.

Per i pazienti cardiopatici in riabilitazione è anche consigliato una fase di RECUPERO per normalizzare tutti i parametri (esercizi respiratori e rilassamento)

E’ IMPORTANTE CONSIDERARE che la maggior parte degli effetti benefici ottenuti con l’allenamento recedono al livello a questo precedenti qualora intervenga un periodo di inattività che duri da 4 a 8 settimane con incidenze diverse sui vari miglioramenti ottenuti, ma sempre importanti e fondamentali soprattutto in soggetti con predisposizione o con patologie in corso.