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ALIMENTAZIONE ORTORESSICA

ALIMENTAZIONE ORTORESSICA
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E’ da quando avevo 17 anni che mi interesso di dietologia.
Mi sono laureato in medicina e chirurgia facendo l’interno al centro Obesi diretto dal prof. Andrea Strata, poi mi sono specializzato in Scienza dell’Alimentazione.
Questa mia passione non è derivata da una lotta contro il sovrappeso ma da una ricerca dell’ottimizzazione della performance atletica e fisica.
Ho letto e studiato centinaia di libri sull’argomento alimentazione e ho seguito vari approcci dietologici sperimentando quelli più accreditati scientificamente.

Ho sempre avuto un atteggiamento abbastanza intransigente nei confronti della dieta, seguendo schemi abbastanza rigidi ed eliminando alimenti che consideravo non salutari: pur essendo un grande goloso di salame e patatine fritte credo di non aver consumato nemmeno un boccone di entrambi per almeno 10 anni! Il loro profilo biochimico mi sembrava più simile ad un veleno che ad un cibo. Non sono astemio ma non ho bevuto vino per anni non vedendone l’utilità dal punto di vista nutrizionale.
Non ho mai sofferto di questo mio comportamento, sicuro ed orgoglioso di fare una scelta giusta, anzi mi sono sempre sentito un privilegiato per avere la corretta conoscenza per mantenere il mio corpo in salute.

Ho cominciato ad avere qualche dubbio quando ho trovato alcune analogie tra i miei comportamenti e quelli di certe mie pazienti anoressiche o bulimiche o entrambi. Allora mi sono chiesto se anche questo mio comportamento un po’ maniacale nei confronti del cibo potesse ritenersi un “disturbo del comportamento alimentare” come appunto l’anoressia o la bulimia.

Ebbene qualche anno fa mi sono ritrovato in una descrizione del dietologo Steven Bratman della “ortoressia” cioè l’ossessione maniacale per i cibi sani (chiunque abbia una posizione integralista in alcuni aspetti della propria alimentazione).
L’ortoressico ritiene giusto solo ciò che capisce e quindi segue teorie semplicistiche preferendo modelli alimentari limitanti perché solo con quelle regole crede di trovare la serenità.

Di fatto, la crescente importanza dell’alimentazione nei confronti della salute e l’ampia disponibilità di cibi di tutti i generi, dal profilo nutrizionale più strano, ha fatto sì che molti modelli alimentari proposti perdessero il senso dell’equilibrio nel tentativo di fornire una via prestabilita per il raggiungimento del benessere psico-fisico.

 

C’E’ DIETA E DIETA
Mediterranea
E’ una forma di ortoressia accettabile. Ci sono alimenti buoni (frutta, verdura, olio di oliva, pasta ecc.) che vengono spinti, altri (burro, carne rossa, grassi animali) che devono essere limitati un po’ maniacalmente al di la di pregi e difetti effettivi. L’illusione è che basti mangiare i cibi “sani” per arrivare alla salute. Invece, mancando indicazioni quantitative, il soggetto pur mangiando cibi sani non ha buona salute ed è generalmente in soprappeso per eccesso di carboidrati.

Salutista
Gli ortoressici salutisti (vegetariani, macrobiotici…) eliminano intere categorie di cibi ritenendoli dannosi a prescindere da qualsiasi dimostrazione scientifica. Solo una piccola parte della popolazione può accettare dei vincoli così restrittivi sulla proprio alimentazione nell’ottica di benefici non realmente dimostrati.

Iperproteica
In grande voga nei centri di dimagrimento o protagoniste di molti best sellers, soprattutto americani (dieta Atkins) hanno il difetto di essere per forza diete punitive e di conseguenza transitorie. Su di esse non si può impostare una strategia a lungo termine. Vengono sempre abbandonate lasciando ai malcapitati il totale recupero dei chili persi, spesso con gli interessi.

Ipocalorica
Anche le diete ipocaloriche, seppur più equilibrate delle diete iperproteiche non sono modelli perseguibili a lungo termine. Una volta abbandonate causano atteggiamenti maniacali nei confronti di alcuni cibi considerati concentrati di calorie.

A Zona
La dieta a Zona e la dieta 40-30-30 sono la grande novità di questi ultimi anni e costituiscono un approccio che cerca di colmare il limite dei modelli non quantitativi. Partono da basi scientifiche che rendono il modello alimentare interessante e innovativo ma nello stesso tempo un po’ complesso.

 

SEI REGOLE ALIMENTARI/ Come comportarsi a tavola

  • Occhio alle quantità. Non esistono cibi buoni e cibi cattivi ma ogni cibo consumato nella giusta quantità ha sua valenza positiva, altrimenti lo si potrebbe ritenere a tutti gli effetti un veleno.
  • Il peso della genetica. La genetica ha ormai dimostrato che è importante anche “ciò che nasciamo” e non solo “ciò che mangiamo”. Ergo , l’alimentazione non è l’unico mezzo per assicurarsi salute e perfetta forma fisica.
  • Seguite i vostri gusti. Cercate un modello alimentare compatibile con i vostri gusti, la vostra cultura e le vostre possibilità in maniera di poterlo seguire senza sforzo per tutta la vita.
  • Mangiate felici. Dovete poter sgarrare ogni tanto senza sentirvi in colpa, come un momento di spensieratezza, di relax. Tornare alle normali abitudini alimentari sarà più facile.
  • Ci vuole elasticità. I dati numerici del modello devono essere seguiti con elasticità: è inutile accanirsi a fare calcoli al millesimo delle calorie, quando già i dati di partenza sono più che approssimativi, visto che nei confronti del cibo ogni persona ha una reazione diversa. I cibi stessi hanno caratteristiche che possono variare nel tempo a seconda della varietà, del luogo di coltivazione, dalla conservazione, ecc.
  • Sentite il vostro corpo. Bisogna imparare a “sentire” il proprio corpo e capire quali sono gli alimenti più graditi e quelli meno tollerati non tanto dal punto di vista del palato ma tenendo conto delle reazioni che ha il nostro organismo globalmente (digestione, senso di benessere, forza fisica, lucidità mentale, ritenzione idrica….).

LA QUALITA’ DELLA VITA …
Tiriamo le somme ancora con un piccolo riferimento personale.
Pur rimanendo generalmente fedele alle mie linee guida alimentari, in determinate occasioni faccio prevalere il piacere della condivisione di un pasto, anche non perfettamente salutare, con persone con le quali sono in armonia.
Sono convinto che non conti solo cosa si mangia, ma anche dove, come e con chi si mangia.
Il cibo a seconda della situazione emotiva crea un impatto diverso sul nostro organismo.
Se mangi e sei “felice” il cibo indurrà reazioni più favorevoli.
Ormai non sono più ortoressico.