Mai come ora l’attività fisica si rivela un indice della salute corporea.
Le malattie cardiovascolari (CVD) rimangono la principale causa di mortalità a livello mondiale.
Prove solide correlano una migliore forma fisica con un minor rischio di CVD e una migliore longevità; tuttavia, pochi hanno studiato semplici misure a basso costo dello stato funzionale.
In questo studio di coorte, longitudinale, retrospettivo del 2019, si è valutata l’associazione tra la capacità di piegamenti sulle braccia (push-up) e la successiva incidenza di CVD in uomini adulti fisicamente attivi (età media di 39,6 anni e BMI medio di 28,7, quindi sovrappeso).
Su un totale di 1104 partecipanti che si sono sottoposti agli esami di riferimento previsti (tra cui il push up), durante il follow-up durato 10 anni, sono stati riportati 37 esiti correlati a CVD.
È stata trovata una associazione inversa significativa tra la capacità di eseguire piegamenti sulle braccia e CVD.
I partecipanti in grado di completare più di 40 piegamenti erano associati a un rischio significativamente inferiore (-96%) di rischio di eventi cardiovascolari rispetto a quelli che completavano meno di 10 piegamenti.
I risultati di questa ricerca, suggeriscono che una maggiore capacità basale di push-up è associata a una minore incidenza di CVD.
Benché siano necessari studi più ampi in coorti diversificate (per età, per sesso), la capacità di eseguire un certo numero di push-up può essere un esame semplice da far eseguire e a costo zero per stimare lo stato funzionale di persone attive adulte e valutare il rischio di malattie cardiovascolari.
Concludendo, in base a quanto emerso anche da ulteriori studi, si evince che, rispetto agli adulti che erano costantemente inattivi, quelli che mantenevano la più alta attività fisica nel tempo libero avevano il più basso rischio di mortalità.
Ma i benefici non erano limitati a coloro che erano più attivi per tutta la vita.
Quelli che erano inattivi all’inizio dell’età adulta ma che aumentavano l’attività fisica in un secondo tempo con l’invecchiamento, avevano un rischio di mortalità inferiore del 35% rispetto agli adulti che rimanevano inattivi.
In breve, non è mai troppo tardi per essere attivi.