Un problema comune a molte persone è che quando vogliono dimagrire trovano difficoltà a dimagrire in specifiche zone del corpo; spesso queste zone corrispondono alle “culotte de cheval” nelle donne e alle “maniglie dell’amore” nell’uomo. Una giustificazione che si da spesso a questo fenomeno è sostanzialmente che si tratta di grasso “vecchio”, sedimentato li da molto tempo e proprio per questo più difficile da smaltire. In realtà non è così perché il grasso nelle cellule adipose è continuamente rinnovato cioè dagli adipociti i grassi escono in seguito a fenomeni lipolitici e degli acidi grassi entrano e formano trigliceridi in seguito a fenomeni lipogenici. Ovviamente il bilancio calorico è senz’altro alla base di questo equilibrio, ma perché in certe zone si dimagrisce di meno e si ingrassa di più? A questo punto entrano in gioco fattori ormonali e fattori circolatori. Ma partiamo per gradi. Già negli anni ’40 Jean Vague aveva coniato i termini androide e ginoide per indicare diverse modalità di accumulo di grasso e ormai questi termini sono entrati nell’uso corrente delle comunità scientifiche per distinguere i due tipi di obesità, quella androide e quella ginoide. E’ però abbastanza evidente che questa distinzione non riguarda solo le persone in forte sovrappeso ma anche persone normopeso. Come da termine il morfotipo androide, che accumula grasso nella parte superiore, è più comune negli uomini mentre il morfotipo ginoide, che accumula grasso nella parte inferiore, è più comune nella donna ma non necessariamente. Esiste poi un terzo morfotipo, quello misto, che accumula grasso in maniera omogenea in tutto il corpo. Volendo essere più precisi il morfotipo androide accumula grasso soprattutto sottocutaneo dell’addome superiore e nella regione lombare, mentre il morfotipo ginoide lo accumula prevalentemente nella regione gluteo-femorale. Il grasso più resistente è quello legato al morfotipo ginoide in quanto ha un turnover più lento rispetto al grasso sottocutaneo della parte superiore, che a sua volta ne ha uno più lento rispetto al grasso viscerale. Di conseguenza è più difficile dimagrire nella parte inferiore del corpo e questo è motivo di cruccio per moltissime donne. Questo avviene perché il grasso sottocutaneo della parte superiore è più sensibile ai processi lipolitici rispetto al grasso sottocutaneo della parte inferiore del corpo. Proprio per questo fatto il grasso sottocutaneo della regione addominale risponde meglio ad approcci basati sulla restrizione calorica e l’allenamento che in questo caso possono essere sufficienti. Senza dubbio alla base di questa differente distribuzione del grasso ci sono gli ormoni, soprattutto quelli sessuali. Questi ormoni, a seconda delle circostanze, possono favorire o limitare l’accumulo di grasso in determinate regioni del corpo. In linea generale il testosterone ed il cortisolo sono alla base del morfotipo androide, mentre gli estrogeni di quello ginoide. Si è visto tra l’altro che nella donna ginoide il grasso rilasciato dietro stimolo lipolitico dalla parte superiore del corpo può essere ridepositato nelle parti basse e che in donne con obesità di tipo androide il cortisolo può favorire il rilascio di grasso da certe aree del corpo e ridepositarlo come grasso viscerale che ha più recettori per questo ormone. L’effetto lipolitico causato dalla dieta e dall’allenamento è mediato principalmente dalle catecolamine che sono gli ormoni principalmente deputati alla lipolisi mentre gli altri come il GH, gli ormoni sessuali, il cortisolo e gli ormoni tiroidei, sono più che altro sinergici. Le catecolamine, cioè l’adrenalina e la noradrenalina, esercitano il loro effetto lipolitico legandosi a dei recettori distribuiti nel tessuto adiposo. I recettori più importanti per i processi lipolitici sono i β-2 e gli α-2; stimolando i primi si ottiene un effetto lipolitico, stimolando i secondi invece la lipolisi viene inibita. Ecco quindi che è molto importante la distribuzione di questi recettori nel tessuto adiposo in quanto se in una determinata zona del corpo prevalgono i recettori beta si avrà una buona lipolisi, viceversa se prevalgono gli alfa, questa non ci sarà. Difatti nella regione gluteo-femorale delle donne c’è un maggior numero di α-2 recettori e proprio per questo si può parlare di grasso più resistente. Il testosterone aumenta i recettori beta a livello addominale e gli estrogeni aumentano invece quelli alfa a livello gluteo-femorale. Questo è uno dei motivi per cui la “pillola” fa ingrassare nella parte inferiore del corpo ed è anche il motivo per cui certe “atlete” che fanno uso del doping a base di ormoni maschili sono esenti da “cellulite”. Ovviamente queste manipolazioni ormonali non sono percorribili ed è altrettanto vero che ci si deve rendere conto che se il processo lipolitico è solo legato all’effetto delle catecolamine, oltre al problema della distribuzione dei recettori c’è anche il fatto che spesso nella parte inferiore del corpo nelle donne ginoidi esistono problemi circolatori che rendono meno efficace l’effetto delle catecolamine stesso, limitandone l’accesso ai tessuti specifici. A questo punto è opportuno prendere in considerazione un altro fattore che è quello rappresentato dal flusso sanguigno, cioè della circolazione. Avrete certamente notato come anche persone realmente sovrappeso abbiano comunque una scarsa quantità di grasso sottocutaneo negli avambracci e nei polpacci. Generalmente queste sono le zone corporee più magre e sono anche quelle i cui muscoli vengono più spesso contratti, favorendo il flusso sanguigno. Nel caso però una persona abbia problemi circolatori riguardanti la parte inferiore, allora anche i polpacci accumulano grasso e ritenzione idrica. Maggiore è il flusso di sangue, minore è l’accumulo di grasso e viceversa. Questo è reso possibile dal fatto che l’aumento del flusso sanguigno diminuisce la esterificazione degli acidi grassi, che è alla base del deposito degli acidi grassi sotto forma di trigliceridi nel tessuto adiposo. E’ importante notare che il flusso di sangue è regolato dagli stessi recettori adrenergici che regolano il metabolismo degli adipociti. In questa maniera le catecolamine sono in grado di avere un effetto vasocostrittivo tramite gli α-2 e vasodilatatore tramite i β-2 così inibendo o favorendo ulteriormente la lipolisi. In questa maniera lo stesso stimolo adrenergico (dieta o allenamento intenso) può avere un effetto vasodilatatore nella parte superiore del corpo e vasocostrittore nella regione gluteo-femorale dove difatti arriva ad avere un flusso sanguigno ridotto del 65% rispetto alla zona addominale. Tra l’altro l’aumento del tessuto adiposo crea un circolo vizioso. E’ stata provata l’esistenza di un ormone prodotto dal tessuto adiposo in grado di ridurre l’afflusso di sangue al tessuto adiposo stesso inibendo la combustione dei grassi. Il tessuto adiposo è altamente vascolarizzato ed il flusso sanguigno aumenta in caso di esercizio fisico quando la necessità di una mobilizzazione dei grassi aumenta. Per poter bruciare il grasso corporeo il tessuto adiposo deve essere in grado di rilasciare nella circolazione sanguigna gli acidi grassi che provengono dalla lipolisi. Le persone obese, paragonate a persone più magre hanno una riduzione del flusso sanguigno al tessuto adiposo a causa dell’aumento della produzione di un ormone, l’angiotensina II, prodotta dal tessuto adiposo stesso. L’angiotensina II non solo riduce il rifornimento di sangue al tessuto adiposo e inibisce la combustione dei grassi ma può anche stimolare l’aumento di massa grassa attraverso i seguenti meccanismi: 1) stimolazione e aumento dei recettori α-2 adrenergici; 2) aumento dell’attività degli enzimi che favoriscono la lipogenesi (glicero-3-fosfato deidrogenasi e acido grasso sintetasi); 3) aumento della resistenza insulinica. A questo punto è intuitivo che solo con l’alimentazione difficilmente potremo agire in maniera efficace sulla stimolazione della circolazione e quindi sarà invece molto utile trovare strategie che possono favorire la circolazione in maniera diretta. Tutto ciò suggerisce che un esercizio fisico localizzato che stimoli il flusso sanguigno nell’area dove è presente un eccesso di grasso localizzato può esercitare l’effetto di alleviare la vasocostrizione locale causata dall’eccesso di grasso, inoltre suggerisce la possibilità di migliorare la capacità di bruciare grasso semplicemente migliorando il flusso sanguigno in qualunque metodo. In questo caso è preferibile utilizzare sistemi di allenamento a circuito tipo PHT (Periferical Heart Training) dove vengono allenate parti corporee distanti una dall’altra in maniera da favorire la circolazione sanguigna ad una intensità tale da produrre il meno possibile acido lattico e altri cataboliti che hanno un effetto edemigeno. Quindi qualsiasi sistema (esercizio fisico per primo) in grado di aumentare il flusso sanguigno in una zona “resistente”, aumenta la capacità di bruciare grasso ad una velocità pari a quella delle zone “più responsive”. Ma allora la dieta serve a poco? No, la dieta può essere senz’altro utile ma deve essere una dieta che tenga conto dei biotipi costituzionali , cioè la Cronormorfodieta.
Rivista MEDWELLESS – gennaio 2017