Due recentissimi studi riportano che i maschi che consumano diete ad alto contenuto di alimenti pro-infiammatori sembrano essere a più alto rischio di carenza di testosterone.
Ciò suggerisce che la dieta potrebbe svolgere un ruolo importante nella salute riproduttiva maschile.
Le diete pro-inflammatorie sono identificate come ad alto contenuto di grassi saturi e carboidrati raffinati e a basso contenuto di frutta e verdura.
Analizziamo insieme quanto dichiarano gli scienziati.
“Lo stato pro-inflammatorio delle singole assunzioni alimentari ha dimostrato di collegare alti punteggi dell’indice infiammatorio alimentare con esiti negativi per la salute, come obesità, cancro, malattie cardiovascolari e depressione”, hanno scritto gli autori della ricerca (Chichen Zhang et al., 2021) pubblicata sul Journal of Urology.
Sebbene diversi studi abbiano analizzato l’associazione tra modelli dietetici e ormoni sessuali, la letteratura sulla relazione tra il potenziale infiammatorio della dieta, il livello di testosterone e la carenza di testosterone è ancora scarsa, ad oggi.
I ricercatori cinesi hanno così studiato il potenziale impatto dell’indice infiammatorio alimentare (un parametro di studio) sulla carenza di testosterone tra i maschi USA con i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2013-2014.
Analizzando i dati di 4151 uomini di età pari o superiore a 20 anni che hanno fornito un diario alimentare di 24 ore e che sono stati sottoposti a test sugli ormoni sessuali nel siero, hanno scoperto che coloro che si alimentano con una dieta pro-infiammatoria, in particolare quelli obesi, hanno un rischio più elevato di carenza di testosterone.
I loro risultati hanno quindi suggerito che una dieta antinfiammatoria potrebbe essere un metodo fattibile per ridurre il carico infiammatorio accumulato, portando così ad un aumento del livello di testosterone circolante.
Gli autori suggeriscono infine che gli urologi (ma non solo loro, aggiungo) dovrebbero parlare della dieta con i pazienti maschi in età riproduttiva, offrendo suggerimenti come limitare i grassi saturi e i carboidrati, entrambi con un alto punteggio di effetto infiammatorio, portando in tavola più frutta e verdura fresca e meno carne rossa.
Uno dei principali limiti di questo studio è ovviamente l’analisi del consumo alimentare su 24 ore, il che può non riflettere l’intera dieta di un partecipante nel corso del tempo.
Poiché è ammissibile che i livelli di testosterone basale cambino nel corso delle settimane o mesi, è improbabile che i dati dietetici di un solo giorno siano il metodo migliore per valutare questa associazione.
Si può tuttavia consigliare ai pazienti che gli stessi tipi di diete che sarebbero raccomandate per prevenire obesità, ipercolesterolemia, diabete o ipertensione, li aiuteranno sicuramente anche con la loro salute riproduttiva in generale.
In pratica, questo significa ridurre la carne rossa (specialmente se non grass fed) e incrementare il consumo di pesce pescato e acidi grassi poli- e mono-insaturi, abbinare vegetali freschi di stagione ad ogni pasto (polifenoli, vitamine e minerali), optare per cotture più salutari (come quella al vapore o a bassa temperatura) al posto di grigliate e fritti, eliminare bevande “ricreazionali” e l’alcol (e incrementare l’acqua) e riservare i dolci per quelle occasioni veramente speciali e occasionali.
Non è mai comunque troppo presto per preoccuparsi dei propri ormoni sessuali, dato che il secondo studio che vi riporto (Zheng Qin, et al., 2021) mirava a valutare la relazione tra indice infiammatorio alimentare (DII) e ormoni sessuali nei bambini maschi e negli adolescenti di età compresa tra 6 e 19 anni.
Qui i partecipanti maschi erano 1717 con un’età media di 13,02 ± 3,82 anni, di cui circa il 41% erano bambini e il 59% erano adolescenti.
È stata osservata un’associazione negativa tra DII con testosterone totale (TT) ed estradiolo (E2) nell’adolescente maschio.
L’analisi dei sottogruppi e i risultati dei test di interazione hanno indicato che questa associazione era simile negli adolescenti maschi con diversi indici di massa corporea.
Le osservazioni sono che una dieta pro-infiammatoria era associata a un livello inferiore di TT ed E2 nell’adolescente mentre, per ora, non è stata osservata alcuna associazione statisticamente significativa per quanto concerne i bambini.
Già studi precedenti hanno dimostrato che TT, SHBG ed E2 non solo svolgono ruoli essenziali nella riproduzione, come l’insorgenza della pubertà e la successiva maturazione sessuale, compresa la spermatogenesi e la formazione e il mantenimento delle caratteristiche sessuali secondarie, ecc., ma influenzano anche il processo biologico non sessuale, compresa la crescita ossea, la composizione corporea e il metabolismo di glucosio, lipidi e proteine.
La mancanza di steroidi sessuali può portare a ritardi di pubertà, ridotta densità e dimensioni ossee, obesità, sensibilità all’insulina compromessa e aumento del rischio di dislipidemia, ipertensione, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari
Concludendo, sebbene siano necessari ulteriori studi, i maschi che aderiscono a una dieta più infiammatoria sembrano avere un rischio più elevato di carenza di testosterone, indicando l’importante ruolo della dieta nella salute riproduttiva maschile.