L’ACCADEMIA DEL FITNESS – Wellness & Anti-aging magazine – luglio 2015 –
Il cortisolo è senz’altro l’ormone che viene più frequentemente associato ad una condizione di stress e in effetti alti livelli di questo ormone vengono spesso rilevati sia in condizioni di stress acuto che cronico. Quest’attenzione nei confronti del cortisolo è soprattutto presente nell’approccio scientifico legato alla prestazione sportiva in quanto il rapporto cortisolo/testosterone o cortisolo/DHEA/s sono dei parametri fondamentali per monitorare la condizione dell’atleta e cioè quando questo rapporto è particolarmente elevato si evidenzia una condizione di overtraining e di catabolismo muscolare. Livelli alti di cortisolo non sono solo deleteri per gli atleti, infatti anche nelle persone normali soggette ad una situazione di ipercortisolismo si hanno modificazioni metaboliche che favoriscono l’insorgenza di un iperinsulinismo secondario che predispone alla sindrome metabolica e all’aumento di grasso corporeo. Spesso, situazioni di aumento di peso, ritenzione idrica, gonfiore a livello del viso o addominale che non tendono a migliorare (e che addirittura a volte peggiorano in caso di ulteriore restrizione calorica e aumento dell’attività fisica) sono correlate ad alti livelli di cortisolo. Oggi però, sempre più spesso, si assiste ad un fenomeno apparentemente opposto cioè la presenza di bassi livelli di cortisolo. Le cause, quando non sono iatrogene, come nel caso di uso prolungato di corticosteroidi, possono essere di tipo centrale (un trauma del cervello, un’alterazione della suscettibilità dei recettori ipotalamici e ipofisari, una disfunzione dell’ippocampo etc..), periferiche (aumento della Cortisol Binding Globulin, conversione del cortisolo in altri ormoni deputati alla produzione di cortisolo) oppure surrenaliche (diminuzione dei recettori, autoanticorpi contro le surrenali, carenza di co-fattori vitaminico-minerali, carenza di precursori quali pregnenolone e progesterone), ma ancora una volta sono più spesso legate allo stress. Questo deficit di produzione di cortisolo è correlato ad un calo della funzionalità surrenalica da esaurimento oppure ad un adeguamento funzionale delle surrenali in seguito ad un meccanismo di feed back negativo da parte del cervello e dell’ipotalamo che bilanciano la produzione di cortisolo per limitare la sua azione dannosa per il cervello a livello dell’ippocampo. Ovviamente lo stress può essere fisico, emotivo, psicologico, ambientale, da malattie oppure dovuto ad una combinazione di tutti questi fattori e le surrenali rispondono a tutti questi tipi di stress nello stesso modo: con un’iperproduzione di cortisolo. Quando la quantità di stress è tale che supera la capacità, da parte delle surrenali, di compensaree recuperare, allora si verifica la cosiddetta “AdrenalFatigue” o insufficienza surrenalica. In realtà la dicitura “insufficienza surrenalica” può essere fuorviante in quanto non necessariamente, come abbiamo visto, si tratta di un esaurimento della funzionalità surrenalica, quindi il termine più corretto sarebbe “ipocortisolismo”.
L’ipocortisolismo si manifesta con varie problematiche, le più frequenti sono l’ipoglicemia dovuta alla mancanza dell’effetto iperglicemizzante del cortisolo e dolori articolari o fibromialgia dovuta alla mancanza dell’effetto antiinfiammatorio del cortisolo, allergie, malattie autoimmunie frequenti infezioni respiratorie dovute ad alterazioni della risposta immunitaria. I sintomi più comuni sono:
- difficoltà ad alzarsi al mattino
- stanchezza continua non alleviata dal sonno
- pulsione verso i cibi salati
- letargia
- diminuzione della libido
- diminuzione di abilità nel gestire lo stress
- aumento del tempo necessario per il recupero e la guarigione da malattie e ferite
- tendenza alla depressione
- incapacità di divertirsi
- ipoglicemia in occasione di pasti saltati e necessità di spuntini nell’arco della giornata per non svenire
- difficoltà nel prendere decisioni
- problemi di memoria
- diminuzione della tolleranza nei confronti delle altre persone
- sensazione di forte apatia associata a mancanza di volontà fino alle 10 del mattino circa, verso le 15 spesso si incorre in una crisi di sonnolenza e ci sente meglio, come rinati, verso le 18.
Per poter fare diagnosi di “ipocortisolismo”, oltre alle sintomatologie, è importante poter disporre di adeguati esami di laboratorio. Purtroppo gli esami del sangue e delle urine normalmente utilizzati dalla maggior parte dei medici sono disegnati per individuare malattie conclamate come il Morbo di Addison (quando i livelli di cortisolo sono sotto i range di riferimento) o il Morbo di Cushing (quando sono estremamente alti). Oggi però possiamo disporre di un nuovo test che misura il livello dei valori ormonali nella saliva invece che nel sangue o nelle urine. Il test salivare è inoltre più indicato per valutare gli ormoni a livello intracellulare, cioè dove gli ormoni realmente funzionano. Il test prevede 4 campionature al giorno: tre le 6 e le 8 (circa trenta minuti dopo essersi alzati), tra le 11 e le 12, tra le 16 e le 18 e tra le 22 e le 24. Questo mostra come il cortisolo varia durante il giorno e dà quindi un quadro più completo della funzionalità surrenalica. Una volta diagnosticato l’ipocortisolismo la cura si basa su interventi a vari livelli:
- stile di vita
- alimentazione
- eliminazione dei cibi che causano allergie e intolleranze alimentari
- integrazione alimentare
- uso degli estratti di corteccia surrenale
- terapia sostitutiva ormonale
Prendiamo ora in considerazione l’uso di alcuni supplementi:
- gli estratti di liquirizia, l’acido glicirrizico e glicirretico inibiscono l’enzima 11BHSD che è responsabile dell’inibizione del cortisolo, questa inibizione causa un aumento dei livelli di cortisolo
- la rhodiola rosea è una pianta adattogena in grado di influenzare positivamente nelle situazione di stress fisico e mentale modulando la produzione di cortisolo
- il ginseng coreano (panax ginseng) è un’erba in grado di aiutare ad innalzare i livelli di cortisolo. Va usata con moderazione perché può aumentare il nervosismo e l’irritabilità
- l’eleuterococco (ginseng siberiano) aumenta la resistenza allo stress e regola i neurotrasmettitori. Test in vitro hanno evidenziato un innalzamento dei livelli di ACTH (ormone ipofisario che stimola la produzione di cortisolo) dopo somministrazione di eleuterococco. Contrasta l’affaticamento mentale ed è dotato di proprietà antidepressive oltre ad avere un effetto un effetto antiansia e a migliorare il sonno inducendo una sensazione di benessere
- la withania sonnifera o ginseng indiano è un’altra pianta adattogena utile negli stati di ansia e insonnia ed è in grado di ridurre la produzione di cortisolo quando è troppo alto e alzarlo quando è troppo basso
- le vitamine del complesso B sono importantissime per la corretta funzionalità delle surrenali. La vitamina B1 o tiamina è fondamentale per la funzionalità del sistema nervoso e cardiaca ed è necessaria per la metabolizzazione dei carboidrati. La vitamina B6 o piridosolfosfato è anche più efficace nel proteggere il sistema di risposta allo stress. Essa è normalmente utilizzata dall’organismo per la produzione dei vari neurotrasmettitori ed è inoltre un cofattore in molte delle vie enzimatiche necessarie a produrre gli ormoni surrenalici. Recenti ricerche hanno dimostrato che la vitamina B6 aiuta a mantenere il funzionamento ed il controllo ritmico dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surreni). Infine vari studi hanno dimostrato che la vitamina B5 o acido pantotenico è in grado di equilibrare il cortisolo. L’acido pantotenico è convertito in acetil-CoA, una sostanza critica per la conversione del glucosio in energia. È presente in tutte le cellule ma nelle surrenali in quantità maggiore perché è necessaria molta energia per produrre gli ormoni surrenalici.
- la vitamina C è assolutamente essenziale non solo per mantenere livelli ottimali di cortisolo ma anche per la produzione delle catecolamine (adrenalina-noradrenalina). Le surrenali presentano la più grande concentrazione di vitamina C del nostro corpo e, durante un periodo di stress, rilasciano la vitamina C dal loro deposito favorendo una vasodilatazione locale che permette una maggior produzione di cortisolo.