Per avere un cuore più sano e di conseguenza ridurre il rischio di disturbi cardiovascolari può essere utile sostituire i grassi saturi con quelli polinsaturi nella propria dieta.A suggerirlo è un nuovo studio condotto dalla Harvard School of Public Health (HSPH), in cui si è trovato come una dieta che comprenda certi alimenti possa ridurre in modo significativo il rischio di malattia coronarica (CHD) e di morte, sempre per malattia coronarica.
Per ottenere i benefici a livello cardiovascolare non si devono fare i salti mortali o seguire chissà quale proibitiva dieta ma, secondo il dottor Frank Hu e colleghi della HSPH, basta sostituire anche solo il 5% delle calorie che si assumono da fonti di grassi saturi (carne rossa, burro eccetera). La sostituzione deve tuttavia avvenire a favore di alimenti che contengono acido linoleico – il principale grasso polinsaturo che si trova naturalmente negli oli vegetali, nella frutta secca e nei semi.
I risultati promettenti sulla salute di cuore e arterie sono stati evidenziati da diversi studi, tutti oggetto di questa nuova revisione e meta-analisi. In particolare, la semplice sostituzione delle fonti e della qualità dei grassi ha ridotto il rischio di eventi cardiaci da CHD e il rischio di morte correlata alle malattie coronariche.
Hu e colleghi sottolineano che gli studi clinici randomizzati hanno dimostrato che sostituire i grassi saturi con i grassi polinsaturi riduce il colesterolo totale e, soprattutto, le LDL (ossia il colesterolo cattivo). La meta-analisi ha nel completo fornito una chiara evidenza atta a sostenere i benefici del consumo di grassi polinsaturi in sostituzione di grassi saturi.
I ricercatori hanno concentrato la loro revisione sistematica e la meta-analisi su studi di coorte prospettici, al fine di riassumere i dati che riguardavano il legame tra l’assunzione di acido linoleico e il rischio di malattia coronarica nelle persone generalmente in buona salute. Tra tutti, i ricercatori hanno identificato 13 studi di coorte pubblicati e non pubblicati, che comprendevano un totale di 310.602 persone. Tra questi vi erano stati 12.479 eventi coronarici totali, tra cui 5.882 decessi per malattia coronarica. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Circulation, mostrano che l’assunzione di acido linoleico è inversamente associata al rischio di CHD, in modo dose-risposta-significato. Ovvero, una maggiore assunzione di acido linoleico ha determinato un minor rischio di CHD. Confrontando il più alto livello di consumo di acido linoleico nella dieta con il più basso, si è trovato che questi era associato a un rischio del 15% più basso di eventi coronarici e un rischio del 21% più basso di decessi per malattia coronarica. I risultati erano indipendenti da fattori comuni di rischio coronarico come malattie cardiache, il fumo e altri fattori dietetici come per esempio il consumo o meno di fibre alimentari.
In conclusione, i ricercatori ritengono che i dati raccolti supportino l’evidenza che sia fondamentale sostituire per buona parte i grassi saturi derivanti da cibi come la carne rossa, il burro o lo strutto con quelli provenienti da fonti vegetali come gli oli, la frutta secca e i semi.
Infine, anche se questo studio non ha esaminato gli effetti dei grassi trans, gli autori reputano che questi andrebbero comunque evitati.
La Stampa – Salute