DIABETE E SPORT
Nutrizione33.it – ottobre 2015 –
In questi ultimi anni il mondo delle palestre ha dovuto confrontarsi con due nuove realtà emergenti: i “lowcost” e le “palestre funzionali”. La classica palestra è così andata in sofferenza, faticando a trovare soluzioni per contrastare questa concorrenza; eppure basterebbe guardare l’evoluzione delle palestre di fitness nel Nord Europa per capire quale direzione bisognerebbe prendere: quella del fitness medicale. La palestra non può rimanere un punto di semplice aggregazione sociale ma deve essere in grado di fornire servizi che vadano incontro alle esigenze dell’utente. Ormai, in campo medico, è stato ampiamente riconosciuto il ruolo fondamentale dell’attività fisica nella prevenzione ma anche nella cura di numerose malattie di tipo cronico degenerativo ed il medico non si limita più a suggerire ai pazienti qualche passeggiata o un corso di nuoto, ora consiglia anche di iscriversi in palestra. Il problema, a questo punto, diventa il riuscire ad individuare quale sia il tipo di palestra idonea. Ed è qui che nasce il bisogno di palestre che siano anche in grado di gestire persone con problematiche di salute. Ebbene queste palestre senz’altro non dovranno temere la concorrenza dei lowcost e delle palestre funzionali che anzi forse rappresenteranno un bacino per i loro futuri clienti. Una delle patologie in grande aumento nella nostra società è il diabete. Esistono due tipi di diabete: quello di tipo 1 che è una malattia autoimmune e che generalmente si manifesta già dall’infanzia e necessita dell’uso di insulina e quello di tipo 2 o “non insulino dipendente” che, un tempo, si riscontrava solo in individui di mezza età e oltre, mentre oggi è presente anche nei bambini a causa dell’aumento del tasso di obesità. Quest’ultimo tipo di diabete è principalmente legato a stili di vita scorretti e cattiva alimentazione (che porta insulino resistenza ovvero l’insulina non espleta più le sue funzioni in modo proprio) e richiede un approccio terapeutico basato su dieta ed eventuali farmaci ipoglicemizzanti. Recentemente, in campo medico, si è sviluppato un grande interesse nei confronti dell’esercizio fisico come strumento efficace per contrastare il diabete o comunque per migliorare le condizioni del paziente che ne è affetto, superando quei pregiudizi che consideravano lo sport come un elemento negativo in quanto in grado di scompensare il quadro glicemico. Per il diabete di tipo 2 l’approccio è più semplice, soprattutto se non si usano farmaci ipoglicemizzanti e se non sono presenti concomitanti patologie articolari e cardiovascolari, in quanto sia l’attività aerobica che quella con i pesi sono in grado di migliorare la sensibilità insulinica (cioè riescono a far funzionare meglio l’insulina endogena), mentre per quello di tipo 1, le cose sono un po’ più complicate e in questo articolo, per motivi di spazio, tratterò solo quest’ultimo. Nel diabete di tipo 1 il rischio principale legato all’attività fisica è l’insorgenza di crisi ipoglicemica in quanto sia l’insulina che viene usata a scopo terapeutico che l’esercizio fisico aerobico abbassano la glicemia e quindi esiste la possibilità di una pericolosa caduta della glicemia durante e dopo l’esercizio fisico. Per questo motivo i pazienti diabetici devono ridurre o addirittura eliminare il dosaggio insulinico dell’iniezione precedente l’esercizio. In linea generale è opportuno calare il dosaggio dell’insulina rapida pre-esercizio di circa il 50%, tenendo conto della variabilità di risposta soggettiva. Sebbene pianificare l’esercizio fisico sia preferibile, se una persona decide d’impulso di uscire a fare una corsa o una partita a tennis (ad esempio), allora dovrebbe organizzarsi per consumare 20-30 grammi di carboidrati in anticipo per ogni 30 minuti di esercizio fisico al fine di prevenire l’ipoglicemia. Chiunque soffra di diabete dovrebbe portare sempre con sé una fonte di glucosio a rapido assorbimento (per esempio un succo di frutta o una barretta) disponibile durante l’esercizio e da consumare immediatamente se compaiono i sintomi dell’ipoglicemia (debolezza, confusione mentale). L’ipoglicemia merita un’attenzione particolare perché può avere conseguenze anche mortali. Una barretta dolce con un bicchiere di succo di frutta rimuovono i sintomi nel giro di 5 minuti. Se la persona perde conoscenza è necessario chiamare immediatamente il 118 e, in attesa dei soccorsi, bisogna cercare di introdurre un gel di glucosio (o anche un dolce cremoso) in bocca sulla superficie interna della guance. E l’allenamento coi pesi? Sebbene l’allenamento coi pesi provochi più raramente ipoglicemia durante l’esercizio o subito dopo in quanto, durante l’allenamento anaerobico lattacido, vengono prodotti degli ormoni controinsulari che alzano la glicemia quali l’adrenalina, il GH, il cortisolo. Esiste però il rischio di un’ipoglicemia tardiva quando questi ormoni scemano, soprattutto se non si è fatto l’adeguato recupero glucidico post-allenamento. Inoltre gli sport anaerobici lattacidi non vengono particolarmente consigliati proprio perché questi alternanti valori di glicemia non favoriscono l’abbassamento dell’emoglobina glicata che esprime la media glicemica indicatrice del controllo metabolico glicemico. Questo ragionamento è vero per chi pratica uno sport agonistico che comporta livelli di intensità elevati, se invece ci riferiamo a un frequentatore di una palestra di fitness che si allena coi pesi in maniera moderata, il problema non sussiste e l’attività anaerobica coi pesi ha la stessa valenza terapeutica dell’allenamento aerobico. È vero, tra l’altro, che una corretta educazione sportiva e alimentare e una sapiente gestione dell’insulina, permette a questi atleti diabetici di ottenere buoni risultati anche in termini di sviluppo muscolare in quanto l’insulina è comunque un potente ormone anabolico anche a livello proteico.
P.S. Ovviamente, data la delicatezza dell’argomento, le nozioni necessarie per praticare l’attività fisica in estrema sicurezza per una persona affetta da diabete di tipo 1 sono molto più ampie e dettagliate ma lo scopo di questo articolo è far presente che anche le persone diabetiche possono fare sport ma devono farsi seguire da personale qualificato ed esperto.