Il tasso di obesità in America è spaventosamente aumentato negli ultimi 20 anni, anche perché le persone non fanno abbastanza attività fisica e mangiano sempre più spesso fast food. Ma davvero la situazione è peggiorata così tanto e in così poco tempo? Ebbene sì, e le cattive abitudini, legate alla mancanza di sonno, potrebbero essere un’ulteriore causa dell’aumento di obesità.
Molti studi hanno riscontrato una forte correlazione tra mancanza di sonno e obesità infatti attualmente le persone dormono circa una/due ore in meno rispetto al 1960. Spesso l’importanza di un buon sonno viene messa in secondo piano, sebbene ciò comporti conseguenze negative per il soggetto. Un sonno inadeguato infatti interferisce con diversi ormoni che controllano l’appetito e promuovono le abbuffate notturne. La leptina e la grelina sono importanti regolatori dell’appetito e la mancanza di sonno comporta una diminuzione di leptina ed un incremento della produzione di grelina, ormone che promuove una maggior assunzione di cibo.
Da alcuni studi è emerso infatti che la maggior parte delle persone mangerebbero un extra di circa 118 calorie per tutte le ore in cui sono svegli e questo si tradurrebbe in un aumento di peso di circa un chilo ogni mese.
In merito al legame tra la durata del sonno e l’aumento della massa grassa, ulteriori studi hanno esaminato popolazioni urbane e rurali ed è emerso che gli abitanti rurali hanno un tasso di obesità più elevato e hanno diverse abitudini alimentari e di attività fisica rispetto alle persone che vivono in città o nei sobborghi. Le popolazioni rurali hanno mostrato un maggior rischio di malattie cardiache rispetto agli abitanti urbani perché fumano di più, fanno meno esercizio e seguono un’alimentazione meno sana. Studiosi dell’Università del Wisconsin hanno trovato un nesso tra durata del sonno e l’indice di massa corporea (BMI) e nello specifico di quel 36% di soggetti che dormivano meno di 7 ore, la maggior parte possedeva un BMI superiore a 30, classificabili perciò come obesi.
Inoltre è emerso anche un ulteriore dato legato alle apnee notturne e al russamento, definito come un fattore di rischio per l’obesità, indipendentemente dalla durata del sonno.
Bibliografia:
- Nature, 443: 261-263
- Archives Internal Medicine, 166: 1701-1705