Home ABSTRACT EFFETTO PROTETTIVO DELLA METFORMINA NEI CONFRONTI DELLE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
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EFFETTO PROTETTIVO DELLA METFORMINA NEI CONFRONTI DELLE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI

EFFETTO PROTETTIVO DELLA METFORMINA NEI CONFRONTI DELLE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
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Nonostante la ricerca e i soldi spesi, le patologie cardiovascolari rimangono il killer più grande del nuovo millennio. Sebbene le cause siano molteplici molti le riducono all’aterosclerosi, o indurimento delle arterie. L’aterosclerosi richiede una triade di condizioni per il suo sviluppo: ossidazione delle LDL (Low Density Lipoprotein), danno endoteliale, accumulo di grasso ossidato nelle pareti arteriolari.
La metformina, uno dei farmaci più utilizzati per il trattamento del diabete di tipo 2, ha un ruolo importante nel prevenire l’insorgere di questa triade. Uno dei meccanismi chiave tramite cui agisce è l’attivazione dell’AMPK, e questo porta a:

  • riduzione dell’ossidazione delle LDL.
  • riduzione della conversione dei monociti in macrofagi (responsabili in gran parte dell’infiammazione endoteliale dei vasi, e quindi delle alterazioni che portano all’accumulo di grasso endoteliale). Inoltre, incrementa l’uscita del colesterolo da queste cellule, e riduce l’infiammazione che generalmente producono.
  • una protezione nei confronti del cosiddetto “avvelenamento da grassi” a carico delle coronarie: si tratta di un processo nel quale le cellule endoteliali di questi vasi, che riforniscono di sangue il cuore, muoiono in presenza di alte concentrazioni di grasso.

La metformina ha anche mostrato di prevenire la frammentazione dei mitocondri nelle cellule endoteliali. Questa condizione è ormai considerata come cruciale nella disfunzione endoteliale caratteristica dell’aterosclerosi.
Questi effetti protettivi sono stati visti in diversi studi. In uno di questi, in pazienti con attacco cardiaco la metformina ha ridotto del 75% il rischio di morire dopo 30 giorni, e del 68% il rischio di morte nei 12 mesi dopo l’attacco.
Diversi studi dimostrano anche che riduce il rischio di attacco cardiaco, ed è associato ad una riduzione dell’infarto, fibrillazione atriale, e del tasso di mortalità complessivo.
Infine, uno studio del 2016 evidenzia una significativa riduzione nella pressione sistolica in pazienti non diabetici in trattamento con metformina. Le più grandi riduzioni si sono osservate nei pazienti con alterata tolleranza al glucosio o obesità.

Bibliografia: Metformin Prevents Cardiovascular Disease, in “Life Extension”collector’s edition 2018