Il mio post sulla mia pagina FB del 15 agosto ha generato molte discussioni ed è anche stato interpretato non da tutti nella maniera corretta, in quanto riguardava il problema delle cure domiciliari e non la bontà o meno del vaccino in sé, cosa che eventualmente mi riservo di trattare in un’altra occasione.
Parliamo ora invece del green pass dal punto di vista sanitario anche se è difficile non entrare in discorsi politici.
E’, il green pass, una misura istituita per promuovere la salute pubblica?
A mio parere no, altrimenti sarebbe stata concepita in maniera differente.
Ormai è acclarato che anche chi è vaccinato può contagiare le altre persone, non è ben chiaro in che misura, quasi senz’altro di meno, ma le percentuali dichiarate si riferiscono a dati ricavati quando non c’era ancora la diffusione così massiva della variante delta per la quale i vaccinati, che hanno fatto un vaccino disegnato per il virus precedente, sono, ovviamente meno protetti.
Ma a prescindere dalle percentuali resta comunque il fatto che i vaccinati possono essere contagiosi. Inoltre, e questa è una ragione per vaccinarsi, le persone vaccinate se contraggono l’infezione lo fanno in maniera meno grave perché la vaccinazione esercita una sorta di protezione sistemica nei confronti della malattia.
Quindi se io mi vaccino corro meno rischi di ammalarmi gravemente, benissimo.
Il problema però è che l’infezione può più facilmente limitarsi alle vie aere superiori (mucosa nasale) e io, vaccinato eventualmente asintomatico e munito di green pass me ne andrò in giro tranquillamente beato ad infettare, viceversa il non vaccinato qualora si infettasse, presentando verosimilmente sintomi più gravi, se ne starebbe a casa.
Se si volesse veramente istituire una misura per limitare la diffusione del virus allora il green pass andrebbe riservato solo a coloro che presentano il tampone negativo o il certificato di guarigione entro i sei mesi (io sarei favorevole al prolungamento in seguito a esame sierologico degli anticorpi positivo: finchè ho gli anticorpi non mi ammalo e non contagio).
Inoltre, questa limitazione dovrebbe essere estesa non solo a ristoranti, teatri, palestre, manifestazioni ma anche ai trasporti che sappiamo benissimo essere la maggior fonte di contagio.
E’ abbastanza intuitivo che la cosa non è possibile pena la completa paralisi del paese.
Allora diciamolo chiaramente il green pass non è una misura sanitaria per la salute se non in maniera indiretta in quanto praticamente costringe o se preferite “incentiva” (come dare il gelato ai ragazzini che si vaccinano) le persone a vaccinarsi ed è quindi una misura politica.
Ma adesso le cose dovrebbero cambiare, o per lo meno potrebbero ma io non credo per il motivo detto prima: che le decisioni non si basano su esigenze sanitarie bensì politiche) in quanto c’è una novità nelle cure dell’infezione da covid-19.
Lo ha stabilito l’AIFA, l’Agenzia italiana per il farmaco, anticipando l’autorizzazione all’utilizzo degli anticorpi monoclonali a partire dal 7 agosto 2021 anziché a ottobre come era stato detto in precedenza.
Il provvedimento datato 10/08/2021 è stato pubblicato nel sito ufficiale (testo a questo link e a fondo pagina).
Quindi, a logica, se ora ci sono delle cure riconosciute e validate ( mentre prima secondo l’AIFA non c’erano) e sono cure che possono bloccare la progressione della malattia, il paventato crollo del sistema sanitario dovuto alle frotte di non vaccinati che andrebbero ad intasare gli ospedali e le terapie intensive non dovrebbe più esserci e da qui questa estrema necessità di vaccinare tutti con un vaccino che è di fatto sperimentale, perché la fase sperimentale, come dichiarato dalle stesse aziende produttrici, terminerà nel 2023.
C’è però un altro problema, che non so se è un problema o un valore aggiunto (di certo per le case farmaceutiche).
Mentre le precedenti cure domiciliari ritenute non efficaci costavano pochi euro, ogni dose di monoclonale prodotto dalle case farmaceutiche costa circa 2000 euro. Vedremo cosa succederà, io penso di saperlo di già ma me lo tengo per me, ma ognuno di voi ha la possibilità di usare l’approccio analogico e di guardare non il dito ma dove punta il dito.
AIFA Modifiche Registro – anticorpi monoclonali COVID-19 Pubblicato il: 10 agosto 2021
Si informano gli utenti dei Registri Farmaci sottoposti a Monitoraggio che, a seguito della pubblicazione della Determinazione AIFA n.911 nella GU n.187 del 06.08.2021, a partire dal 07/08/2021 è possibile utilizzare anche l’anticorpo monoclonale sotrovimab, per la seguente indicazione terapeutica:
“Trattamento della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) lieve o moderata, negli adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni non ospedalizzati per COVID-19, che non necessitano di ossigenoterapia supplementare per COVID-19 e che sono ad alto rischio di progressione a COVID-19 severa”.
Inoltre, in attuazione della Determinazione AIFA n.912, è possibile utilizzare la combinazione casirivimab+imdevimab al dosaggio 4.000mg+4.000mg nella seguente indicazione terapeutica:
“Trattamento di pazienti ospedalizzati per COVID-19, anche in ossigenoterapia supplementare (con l’esclusione dell’ossigenoterapia ad alti flussi, o in ventilazione meccanica), con sierologia negativa per gli anticorpi IgG anti- Spike di SARSCoV-2
https://www.aifa.gov.it/documents/20142/847786/GU_187_06_08_2021_sotrovimab.pdf
https://www.aifa.gov.it/documents/20142/847786/GU_187_06_08_2021_casirivimab-imdevimab.pdf