Home ARTICOLI COVID-19 IL MIO POSITION STATEMENT SULLE CURE DOMICILIARI PER IL COVID-19
0

IL MIO POSITION STATEMENT SULLE CURE DOMICILIARI PER IL COVID-19

IL MIO POSITION STATEMENT SULLE CURE DOMICILIARI PER IL COVID-19
0
Finora ho preferito tenermi un po’ fuori dalle discussioni inerenti la Pandemia SARS-COV, anche se nel mio profilo personale di Facebook già mi sono espresso. Forse un po’ per paura di espormi, forse perché sono consapevole che è un argomento molto divisivo, un po’ come la fede religiosa, politica o calcistica, avendo io un bacino di seguito che ritengo eterogeneo dato che le tematiche che normalmente tratto: alimentazione, attività fisica, integrazione, benessere e salute sono di fatto trasversali.
Credo però che ormai si sia superato il limite prima con la restrizione delle cure domiciliari, poi con la vaccinazione dei ragazzini sopra i 12 anni ora con il green pass che è una bufala totale perché è ormai riconosciuto da tutti, persino da Fauci, l’uguale contagiosità dei vaccinati rispetto ai non vaccinati e quindi il Green pass ha la sola funzione di incentivare la vaccinazione soprattutto nella fasce dei più poveri che non hanno la disponibilità economica di far frequenti tamponi.
A questo punto ritengo per me più importante potermi guardare allo specchio e non vergognarmi, come credo debba fare quel povero viceministro della sanità, per giunta medico, Sileri che, intervistato sul perché le cure domiciliari siano osteggiate, ha avuto la faccia tosta di rispondere “ma io sono stato il primo a incontrare la delegazione dei medici che promuovevano le cure domiciliari!” Ma lo dici a tuo vanto o a tua discolpa quando invece è se mai un demerito: li hai incontrati e poi “arrivederci e grazie”?
E’ inoltre per me una profonda tristezza vedere neolaureati da pochi giorni che ritengono di avere certezze basandosi solo sulla EBM (Evidence Based Medicine)e senza tenere in minimo conto l’esperienza decennale di medici che operano sul campo. Purtroppo, mi rendo conto che questa è l’impostazione attuale che viene data nelle università dove deve prevalere il pensiero unico che ormai è manipolato dagli interessi delle industrie farmaceutiche.
Le recenti tecnologie, che potrebbero aiutare, in realtà disincentivano il ragionamento analogico facendo prevalere quello digitale.
Il ragionamento analogico è quello che ti fa capire che se A =B e B=C anche A =C. Nel computer se c’è che A=B e B=C ma non c’è che A=C non ci arriverà mai.
Vorrei, a questo punto, soffermarmi sulle cure domiciliari.
Partiamo dagli antinfiammatori cercando di seguire un percorso analogico, senza necessariamente fare riferimento a centinaia di medici, me compreso, che hanno curato subito le persone con antinfiammatori e altro, evitandone l’ospedalizzazione.
Credo che ormai si sappia chiaramente che il fattore scatenante la gravità della malattia è la cosiddetta tempesta citochinica innescata dall’attivazione dell’inflammasoma che è un complesso che produce elevati livelli di citochine infiammatorie come la famosa interleuchina-6, per bloccare la quale si era pensato subito all’uso di farmaci, come quelli per curare l’artrite reumatoide (malattia autoimmune) in grado, appunto, di bloccarla.
L’eziopatogenesi della base infiammatoria trova riscontro nel fatto che le persone che sono già affette da malattie a carattere infiammatorio, come l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, il cancro sono quelle più soggette ad una evoluzione grave. L’infiammazione è una normale e benefica risposta del nostro sistema immunitario per contrastare l’infezione di patogeni, un pò come il lanciafiamme per bruciarli.
In situazioni normali la risposta infiammatoria fa il suo lavoro, l’infezione guarisce e l’infiammazione se ne va.
Quando invece si parte da un livello di infiammazione già elevato è facile che la risposta infiammatoria tracimi oltre il livello della tempesta citochinica causando una forte disregolazione del sistema immunitario che vira verso una risposta autoimmune che è quella che poi causa i maggiori problemi riverberandosi sui tessuti dell’ospite stesso primo fra tutti l’endotelio causando la CID (coagulazione intravasale disseminata) con fenomeni di tipo tromboembolico.
Da qua il razionale dell’uso immediato di un antinfiammatorio per l’imitare la tempesta citochinica, da qua l’uso del cortisone, che oltre a essere un potente antinfiammatorio, usato per deprimere la risposta autoimmune (credo che tutti sappiano che il cortisone è ampiamente usato nelle malattie autoimmuni).
L’uso dell’eparina, soprattutto se l’individuo è allettato, è nell’ottica di ridurre il rischio tromboembolico. L’uso dell’antibiotico non è tanto per evitare le sovrainfezioni batteriche, comunque possibili, ma è perchè questo virus colonizza i batteri e li si replica; inoltre, l’impiego dell’azitromicina (Zitromax) nella cura dei pazienti con infezione da coronavirus è giustificato dal fatto che possiede attività antinfiammatoria e immunomodulatrice.
Tutte queste considerazioni mi sembrano alquanto logiche e per l’appunto analogiche: se il problema principale è l’infiammazione io devo limitarla e questo non fa la tachipirina che è un semplice antipiretico che abbassa solo la febbre, che entro certi limiti è un meccanismo di difesa funzionale contro gli agenti patogeni, oltre che inibire la formazione di glutatione endogeno che agendo sul sistema redox (antiossidante) è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario.
A parte l’idrossiclorochina, che addirittura per sbaglio all’inizio lo stesso Burioni aveva sponsorizzato prima che gli dicessero che era meglio di no, è un farmaco conosciutissimo, usato nella cura delle malattie di tipo autoimmune e dotato di notevole effetto antinfiammatorio, che è stato vittima di uno studio pilotato usando dosaggi molto più alti di quelli normalmente usati e in pazienti in stadio avanzato della malattia quando invece deve essere usato in fase precoce, questi farmaci sono sì usati negli ospedali in fase tardiva. ma è proprio questo il punto: perchè non li fanno usare prima, se poi invece si possono usare, quando questo eviterebbe la maggior parte delle ospedalizzazioni e direi anche delle morti?
Credo che siano domande che una persona e soprattutto un medico non indottrinato dovrebbe porsi.
Potrei continuare a lungo ad argomentare su ciò, ma devo trovare un giusto equilibrio tra il tempo da dedicare alla sensibilizzazione delle persone che mi seguono su queste problematiche e il mio lavoro, perchè, visto come si sono messe le cose a questo punto. l
L ritengo un dovere sociale, in quanto credo sia abbastanza chiaro che io non ci guadagno niente, anzi ho tutto da rimetterci, al contrario di quei pseudovirologi allineati che dispensano dogmi ogni giorno in televisione in cambio di un ritorno mediatico, e credo non solo, che li rende i nuovi VIP che hanno sostituito gli Chef.