HO VINTO LA STANCHEZZA
Hai preso le medicine, la temperatura corporea è tornata nella norma, i sintomi sono spariti, insomma puoi considerarti guarito, eppure non stai ancora bene.
Ti senti stanco, privo di energie, non ancora pronto per tornare in pista.
Un chiaro segnale che il tuo organismo non ha ancora smaltito i postumi della malattia; non a caso sarebbe sempre consigliato un periodo di recupero, la convalescenza: sì, quella che facevamo da bambini, momento che oggi, invece, presi dalla necessità di tornare immediatamente produttivi e performanti tendiamo a trascurare.
Questa sensazione di spossatezza può seguire una brutta influenza, disturbi gastrointestinali debilitanti, la polmonite o ancora la mononucleosi; ma è anche una delle conseguenze del Covid19: molti pazienti che hanno contratto il virus, anche in forma leggera, lamentano di averne sofferto una volta tornati negativi.
Le cause dell’astenia post malattia possono essere diverse e, per esempio, dipendere dal tipo di infezione contratta, come ci spiega il dottor Massimo Spattini, medico specializzato anche in Scienza della Alimentazione e Medicina dello Sport di Parma.
A lui abbiamo chiesto i consigli per accelerare il recupero e i rimedi vincenti per stimolare la reazione del nostro sistema immunitario, per dare il giusto sprint alle nostre cellule.
Perché il segreto sta tutto qui: avere globuli bianchi reattivi, subito pronti a contrastare i microrganismi patogeni e globuli rossi per trasportare l’ossigeno, il nostro nutrimento per produrre energia, fin nei più piccoli capillari e da lì a organi e tessuti.
Per le dosi e tempi delle cure consigliate dal nostro esperto chiedi sempre il parere del tuo medico: è importante infatti che la terapia sia personalizzata, in base anche all’intensità del disturbo di cui hai sofferto.
Primi imputati: i batteri. È il momento della B12
Se hai avuto un’infezione di origine batterica, molto probabilmente il medico ti avrà prescritto l’antibiotico.
La cura giusta, certo, ma che ha anche l’effetto di impoverire la nostra flora batterica intestinale di batteri buoni.
«Proprio quelli che regolano le funzioni del nostro organismo, producendo acidi grassi a catena corta che le cellule del nostro intestino utilizzano a scopo energetico e che intervengono nella sintesi di un’importante quantità di vitamina B12, l’elisir antistanchezza», spiega il dottor Spattini.
Perciò, se non hai integrato da subito la cura antibiotica con probiotici e vitamine del gruppo B, ecco che allora la tua stanchezza dipende da una carenza di questo importante micronutriente.
«Il deficit porta all’anemia perché la B12 interviene nella formazione degli eritrociti, cioè dei globuli rossi presenti nel sangue che hanno il compito di trasportare l’ossigeno alle cellule.
Si crea così un circolo vizioso: in carenza di vitamina l’ossigenazione si riduce, influendo negativamente sulla produzione cellulare di Atp, la molecola energetica per eccellenza, il nostro booster fisiologico.
Ecco quindi che ci sentiamo fiacchi e debilitati», spiega il nostro esperto.
«Non solo, lo squilibrio della flora batterica intestinale ha effetti anche sul nostro stato emotivo, perché i batteri buoni condizionano la produzione di serotonina, l’ormone del benessere, da parte delle cellule della mucosa intestinale.
Perciò la situazione di stanchezza viene potenziata anche da uno stato depressivo, con cali d’umore e pensieri negativi».
Corri subito ai ripari con un ciclo di integratori di vitamina B12 e probiotici. I probiotici più comunemente usati sono il Bifidobacterium, il Lactobacillus e il Saccharomyces boulardii.
Quando a colpire sono i virus, integra con vitamine e zinco
«Se invece l’infezione ha origini virali, dobbiamo considerare che, anche quando contrastata e sconfitta, il virus rimane in circolo, latente, nel nostro organismo.
I sintomi legati all’infiammazione, come per esempio la febbre, scompaiono ma i germi patogeni sono ancora lì, pronti a replicarsi. Le nostre difese non possono abbassare la guardia, ma risultano indebolite dopo la malattia. Ed ecco quindi la stanchezza», continua il dottor Spattini.
I rimedi? Integratori a base di vitamina C, D3, quercetina, propoli e zinco, tutte sostanze che, rinforzando il sistema immunitario, impediscono che si crei nuovamente il terreno per la replicazione del virus.
Anche se conosciamo ancora poco del suo decorso, questi consigli possono valere, sempre sotto controllo del proprio medico curante, pure per il post Covid quando, spariti i sintomi, la stanchezza si protrae.
Il senso di debolezza è anche uno degli strascichi della polmonite e succede pure ai pazienti che l’hanno contratta in seguito al Coronavirus. «E’ una conseguenza della fibrosi polmonare.
L’infiammazione eccessiva che si verifica durante l’infezione, se non controllata, porta a una risposta di tipo infiammatorio a danno dei tessuti stessi, causando una cicatrizzazione (fibrosi) dei polmoni, con perdita di elasticità e riduzione della capacità respiratoria.
Diminuendo l’apporto di ossigeno, l’organismo si affatica al minimo sforzo», spiega il nostro esperto.
Colpa della flora batterica sotto attacco? Probiotici e sali minerali
Hai avuto l’intestino sottosopra, con diarrea oppure vomito: anche una volta placati, ti senti senza forze magari per alcuni giorni.
«In questo caso la debolezza è provocata da un’alterazione della flora batterica intestinale: occorre riportare in equilibrio il microbiota, con la sua carica di batteri buoni», sottolinea il dottor Spattini.
Non solo, un forte disturbo intestinale causa perdita di liquidi e, di conseguenza, di sali minerali.
«Attenzione perché la disidratazione, spesso, non viene subito percepita dal corpo e rischiamo di non reintegrare a sufficienza. In questa situazione, quindi, oltre ai probiotici benefici per l’intestino, occorre bere molto e assumere integratori a base di magnesio e potassio, fondamentali per l’efficienza fisica e per contrastare i sintomi della stanchezza.
L’idratazione è importante anche per dare sollievo al fegato, già affaticato dall’infezione stessa e dall’assunzione di farmaci, entrambi fonti di tossine che si accumulano nel nostro organo filtro. Anche in questo caso suggerisco di ricorrere ai probiotici, in maniera specifica il Lactobacillus Rhamosus ha dimostrato uno specifico effetto positivo sul fegato», conclude il medico.
Per superare la stanchezza, dai una mano agli antiossidanti
Disintossicare il fegato è uno degli step fondamentali per tornare a fare il pieno di energie.
«Per depurarlo può essere utile un integratore a base di cardo mariano oppure, molto efficaci sono i prodotti che contengono acetilcisteina e acido lipoico», consiglia il dottor Spattini.
«Aumentano il glutatione endogeno, un potente antiossidante normalmente prodotto dall’organismo e che viene utilizzato dalle cellule per preservare l’equilibrio tra antiossidanti e radicali liberi, fondamentale per l’efficienza del sistema immunitario e la produzione di Atp nel mitocondrio delle cellule del sistema immunitario».
Così contrasti un altro effetto negativo dell’infiammazione: la riduzione dell’ATP che, ricordiamo, è la molecola che agisce come un booster energetico.
Uno squilibrio dell’ossido riduzione, infatti, indebolisce l’azione dei monociti, le cellule che per prime intervengono a fare barriera contro il virus e che quindi risultano meno efficienti.
Questo fenomeno è tipico anche nell’invecchiamento e corrisponde ad un deficit del sistema immunitario.
Tirati su con le terapie “ormonali” green
«In una situazione di astenia possono essere molto utili anche le piante adattogene, perché aiutano a modulare la produzione di neurotrasmettitori e di ormoni», continua il medico.
«Una di quelle più funzionali a dare energia è senza dubbio il ginseng, che migliora la resistenza fisica e stimola la capacità di recupero.
Mentre la rhodiola rosea contribuisce a ridurre lo stress legato al protrarsi della malattia.
Questo fitoterapico modula infatti la produzione di cortisolo, riducendo l’ansia causata dalla paura di non riuscire a recuperare, a tornare “quella di prima”».
Un valido aiuto contro la stanchezza mentale che alimenta quella fisica.
Puoi ricorrere anche ai funghi medicinali, come reishi e cordyceps: contribuiscono all’equilibrio ormonale, abbassando il cortisolo e stimolando ormoni come il testosterone, utile per la forza muscolare.
Entrambi hanno effetti tonificanti sull’organismo e favoriscono il recupero energetico. Non a caso vengono usati dagli sportivi per sostenersi negli allenamenti intensi.
La tua giornata per recuperare
- Dormi almeno 8 ore.
- Per un paio d’ore prima di coricarti evita i devices con schermi a luce blu (cellulare/iPad) perché interferiscono con la produzione della melatonina, l’ormone “notturno” che serve per regolare il ritmo sonno-veglia.
- Spegni anche il Wi-Fi e tieni lo smartphone lontano dalla camera da letto. Così eviti le interferenze delle onde elettromagnetiche con quelle prodotte naturalmente dal nostro corpo.
- Fai stretching appena sveglia ed esercizi di respirazione controllata.
- A metà mattina cammina per almeno 20 minuti di buon passo. L’attività fisica stimola l’attività dei mitocondri all’interno delle nostre cellule; questi “organelli” aumentano la produzione di antiossidanti, innalzando i livelli di ATP, la famosa molecola energetica.
- A pranzo e cena segui i consigli del nostro esperto per una dieta leggera ma nutriente.
- Fai un pisolino di mezz’ora nel pomeriggio. Importante è prendersi i tempi giusti per il riposo e la classica pennichella all’italiana è salutare per il nostro organismo.
- A giorni alterni, alla sera ma non troppo tardi, lavora a corpo libero o con gli elastici con esercizi per la parte alta e squat per la parte bassa. In questo modo restituisci tono ai tuoi muscoli. Aumentandone le forza, farai meno fatica nei piccoli sforzi quotidiani. Datti tempo, poi, per riprendere il tuo consueto allenamento, dovrà essere graduale per intensità e durata.
La dieta giusta
In questa fase di recupero, il nostro esperto di alimentazione consiglia alimenti freschi, meglio se di stagione e biologici, che preservano i principi nutrizionali: «Lo scopo è ridurre il carico tossico dei cibi industriali, raffinati e ricchi di zuccheri, per alleggerire l’attività di un fegato già sovraccaricato per esempio dall’assunzione di farmaci.
Al contrario, l’eccesso di glucidi provoca uno squilibrio dei livelli glicemici, perché è vero che ci danno un’immediata sensazione di energia, ma in realtà creano un picco seguito da un calo che può provocare, oltre alla stanchezza, anche confusione mentale».
Invece è importante mantenere una glicemia stabile grazie proprio alla dieta mediterranea, già di per sé antinfiammatoria perché ricca di polifenoli che ci derivano dalla frutta e dalla verdura, ma anche dall’olio extravergine di oliva.
«Soprattutto in convalescenza, suggerisco di evitare quella che io chiamo la dieta delle 4P: pasta, pane, pizza e patate.
Certo, questi alimenti sono gratificanti sia per il gusto ma anche dal punto di vista psicologico, però portano tutti, se consumati in eccesso, alla quinta P, la pancia.
Attenzione: questo non significa eliminare i carboidrati, che hanno il loro ruolo nella piramide alimentare di una dieta equilibrata e sono importanti fonti energetiche.
Opta per quelli integrali che, inoltre, migliorano le scorte di glicogeno nel fegato, aiutandolo a lavorare bene e ad eliminare scorie e tossine. Dai prevalenza a frutta, verdura e pesce, in particolare quello azzurro ricco di Omega3.
Questi acidi grassi polinsaturi entrano a far parte della membrana dei globuli rossi rendendola più elastica e favorendo un miglior trasporto di ossigeno, fin nei più piccoli capillari. Li trovi anche nella frutta secca e nei semi oleosi.
Per quanto riguarda le tempistiche del recupero da stanchezza possiamo dire; 3-4 giorni da una gastroenterite, una settimana da una influenza, da qualche settimana a qualche mese nel caso di Mononucleosi, nel qual caso tra l’altro l’infezione da Epstein Bar è ritenuta come possibile agente eziopatogenico della CFS o sindrome della fatica cronica.
Intervista di Maria Simona Lualdi per STARBENE – Novembre 2020