Sportman & Fitness – agosto 1996
Innanzitutto il termine “cellulite” è scorretto in quanto il suffisso “ite” fa pensare ad una infiammazione delle cellule. In realtà il tessuto adiposo non è infiammato ma all’inizio è soprattutto imbevuto di liquidi e poi sopravviene la degenerazione del tessuto connettivale che diventa denso, fibroso e sclerotico. Quindi il termine corretto è pannicolopatia fibroedematosa sclerosante. Quando le vene delle gambe perdono tono e tendono a sfiancarsi occorre un rallentamento del flusso di sangue che ha riflessi anche sulla rete di capillari che nutre il pannicolo adiposo. I piccoli vasi tendono così a dilatarsi e le loro pareti diventano più porose e permeabili, cosicché parte dell’acqua fuoriesce dai capillari e invade lo spazio interstiziale tra gli adipociti (cellule adipose). Il tessuto adiposo diventa così edematoso, perde la sua normale architettura a favo d’api e gli adipociti a causa dell’edema vengono allontanati gli uni dagli altri e dai capillari stessi e poi in seguito compressi. Si crea così una situazione di alterati scambi nutritizi tra il tessuto adiposo e il microcircolo e se questa situazione di edema persiste e si cronicizza, permanendo la situazione alterata di scambi, il ristagno di liquidi e scorie irrita il tessuto adiposo fino a modificarne la biochimica e la struttura.
Il connettivo diventa fibroso, i capillari si alterano progressivamente rendendo sempre più difficili gli scambi vitali con le cellule, il sistema linfatico di depurazione s’intasa; pensate ad una tazza del bagno intasata e a voi che continuate ad usarla. L’irrorazione del sangue diminuisce notevolmente nella zona interessata, il tessuto riceve meno ossigeno e nutrimenti e la pelle perde la naturale elasticità: si forma così la cellulite!
I 4 STADI DELLA CELLULITE
La cellulite nella donna non è mai di un solo tipo, uniforme, ma è possibile trovarne una al 1° stadio nelle cosce e al 3° sui fianchi.
Altra cosa importante è non confondere la “cellulite” con l’adiposità localizzata. Molto spesso le due cose sono associate e quindi la diagnosi è più difficile. Bisogna ricordare che nell’adiposità localizzata le cellule di grasso sono più grandi e numerose del normale ma reagiscono ai normali stimoli del metabolismo, cioè sono in grado per esempio di rispondere agli stimoli lipolitici ricevuti per via nervosa o sanguigna.
Nel caso della cellulite, invece, gli adipociti, irretiti dalle fibre connettivali e affogati nell’acqua degli spazi interstiziali degenerano, sclerotizzando, e diventano inerti sacchetti di grasso incapaci di rispondere agli stimoli del ricambio.
Esistono zone in cui la cellulite è più frequente: per esempio la regione peritrocanterica, cioè la parte estrema in alto della coscia; glutei fianchi e cosce in genere sono tra le zone più colpite ma ci sono anche cellulite della nuca, delle ginocchia, del braccio, del seno, ecc… Le ragioni delle predisposizioni ad ammalarsi di queste zone non sono completamente chiare, ma sembrano in parte legate a fattori ormonali (maggior concentrazioni di recettori per il cortisolo nella nuca e per gli estrogeni nella regione peritrocanterica) ed in buona parte a fattori di natura circolatoria, cioè in relazione alla quantità di sangue che arriva in quelle regioni.
|
STADIO 1 |
STADIO 2 |
STADIO3 |
STADIO 4 |
ASPETTO |
Normale |
Normale |
Scabrosità a buccia d’arancia, fossette, smagliature, pelle pallida, secca o grassa |
Scabrosità a buccia d’arancia, fossette, smagliature, pelle pallida, secca o grassa |
DOLORE ALLA PALPAZIONE |
Si, quando la punta del polpastrello viene spinta in profondità nella pelle con un movimento rotatorio |
Si, quando la punta del polpastrello viene spinta in profondità nella pelle con un movimento rotatorio |
Si, ma percettibile al pizzicotto |
Si, alla palpazione come nel terzo stadio, ma più acuto e costante |
PASTOSITA’ CUTANEA |
Aumentata: premendo col polpastrello sulla pelle resta l’impronta di una fossetta per un tempo più lungo del normale, specie nella parte interna della coscia |
Aumentata: premendo col polpastrello sulla pelle resta l’impronta di una fossetta per un tempo più lungo del normale, specie nella parte interna della coscia |
Diminuita |
Diminuita |
ELASTICITA’ CUTANEA |
Diminuita |
Diminuita |
Diminuita |
Diminuita |
ECCESSO DI LIQUIDI |
Poco evidente |
Poco evidente |
Molto evidente attorno alle placche cellulitiche |
Assente |
MICRONODULI |
Assenti |
Assenti |
Presenti: sfiorando la pelle col polpastrello si avverte un’accentuata scabrosità, simile a granelli di riso |
Presenti: sfiorando la pelle col polpastrello si avverte un’accentuata scabrosità, simile a granelli di riso |
MACRONODULI |
Assenti |
Assenti |
Assenti |
Palpando e pizzicando la pelle è facile sentire nodi di dimensioni quasi come un pisello |
Veniamo finalmente alle cause.
Abbiamo visto come alla base della formazione della cellulite c’è stata un’alterazione del microcircolo; è ovvio quindi che le teleangectasie (quelli che normalmente vengono chiamati capillari ma in realtà sono venule dilatate, infatti, i capillari sono troppo piccoli per essere visibili a occhio nudo) e le varici sono un terreno favorevole al ristagno di sangue nelle gambe. Molti altri fattori concorrono a provocare uno stato di sofferenza del microcircolo a livello del tessuto adiposo. Vediamo quali.
1. EREDITARIETA’
E’ indubbio che esista un fattore ereditario e costituzionale: una ragazza con struttura ginoide e con la madre affetta da cellulite avrà senz’altro più probabilità di averla anch’ella.
2. SEDENTARIETA’
La scarsa attività fisica, riducendo l’impegno muscolare e circolatorio, crea le condizioni di rallentamento del sistema di eliminazione dei liquidi e del materiale di scarto prodotto dal metabolismo. L’attività fisica inoltre grazie alla contrazione e alla “spremitura” di muscoli del polpaccio sul circolo venoso e linfatico favorisce il ritorno circolatorio.
Importante è anche il contributo del piede la cui “spugna” venosa situata sotto la pianta del piede, venendo compressa ad ogni passo, funge da “cuore periferico” respingendo il sangue verso l’alto. Da qui la regola di usare scarpe comode, evitando di stare a lungo fermi in piedi ed evitare i tacchi alti che escluderebbero la funzione della “spugna venosa” plantare.
3. STITICHEZZA
Un intestino pigro che non si svuota regolarmente crea una forte pressione a livello delle vene del bacino, impedendo un buon ritorno del sangue verso il cuore e rallentando così la circolazione nelle gambe. Inoltre, una non corretta eliminazione dei residui prodotti dalla digestione favorisce fenomeni di fermentazione e putrefazione a carico di questi ultimi, con produzione di tossine che permanendo poi a livello intestinale finiscono per essere assorbite, intossicando così l’organismo e sovraccaricandone i sistemi di depurazione.
Fondamentale è aumentare il contenuto di fibre nella dieta (frutta, verdura e cereali integrali), l’attività fisica (ricordate il vecchio detto di Mao Tze Tung: chi fa poco moto …) e un buon tono addominale.
4. POSTURA
Per esempio, una situazione di iperlordosi causerà una situazione di sbilanciamento in avanti degli organi addominali con conseguente compressione delle vene del bacino; una postura scorretta con sovraccarico su una gamba piuttosto che sull’altra causerà una permanente contrazione muscolare che rallenterà il flusso di sangue in zona, predisponendo alla formazione di cellulite.
5. SQUILIBRI ORMONALI
Abbiamo visto come la cellulite ha richiesto come “conditio sine qua non” la presenza di un certo livello di estrogeni. Se per qualche ragione questi aumentano (ovaio policistico, gravidanza) le probabilità di insorgenza della cellulite aumentano in proporzione. Lo stesso dicasi per l’uso della “pillola” come anticoncezionale; la presenza della componente progestinica con effetto catabolico diretto sulla matrice connettivale del microcircolo peggiora ulteriormente le cose.
6. SOVRAPPESO
Abbiamo già affermato che la cellulite non è lo stesso del grasso localizzato e che può comparire anche su un fisico magro. Ciò non toglie che è comunque una patologia del tessuto adiposo e non del muscolo (se non c’è tessuto adiposo non c’è neanche cellulite) e che comunque un accumulo eccessivo di grasso provoca un rallentamento del metabolismo ed un sovrappeso di grasso, in genere causa problemi di circolazione.
Difatti è dimostrato che l’aumento di peso determina modificazioni sul macro ma anche e soprattutto sul microcircolo con fenomeni di stasi, legati alla compressione del distretto venoso profondo e superficiale degli arti inferiori e della struttura dei piccoli vasi cutanei e sottocutanei di ogni distretto. In notevole incremento di peso favorisce inevitabilmente una congestione del distretto venoso e linfatico delle estremità, a causa di un ostacolato deflusso che determina la massa di grasso specialmente a livello della piega inguinale e del ginocchio (la vena femorale e la poplitea sono molto superficiali e quindi facilmente comprimibili). Tale ostacolo risulta più importante se il soggetto svolge un’attività sedentaria o, come spesso avviene, è affetto da alterazioni osteo-articolari, spesso legate anche queste al sovrappeso. Non bisogna inoltre dimenticare il ruolo determinante delle alterazioni posturali (che spesso accompagnano l’obesità in quanto causate dal sovraccarico) che comportano una minore efficacia della “spugna” plantare e della pompa articolare tibio-tarsica, del ginocchio e dell’anca.
7. ALIMENTAZIONE SCORRETTA
Senza dubbio una cattiva alimentazione (per esempio troppo ricca di sale che favorisce la ritenzione idrica) è senz’altro una causa molto importante.
La dieta anticellulite dovrebbe essere una dieta molto equilibrata e con effetto disintossicante, completa e varia in modo da garantire tutti i micronutrienti indispensabili.
Leggermente ipocalorica (soprattutto se è presente anche sovrappeso) ricca di frutta e verdura con moderata presenza di cereali integrali, scarsa in grassi e quasi priva di sale aggiunto.
Sono da bandire inoltre caffè ed alcol.
Importante sarebbe anche da verificare la presenza di intolleranze alimentari perché spesso la cellulite è causata da cibi che creano una risposta negativa dell’organismo.
Consigliabile è anche l’uso di integratori flebotonici cioè che proteggono le pareti dei capillari quali vitamina C, bioflavonoidi (contenuti nel pungitopo, nel Ginko Biloba, nella centella asiatica) e anticianosidi (presenti soprattutto nel mirtillo).
Utili anche sostanze drenanti quali il carciofo, la quercia marina (fucus vesciculosus), la pilosella, il tarassaco e la vitamina B6.
ESEMPIO DI DIETA |
|
COLAZIONE – 300 kcal
|
POMERIGGIO – 100 kcal
|
META’ MATTINO – 100 kcal
|
CENA – 450 kcal
|
PRANZO – 550 kcal
|
TOTALE kcal 1.500 |
Cibi “SI” – Cibi “NO” | ||
CONSIGLIATI | SCONSIGLIATI | VIETATI |
Frutta Verdura Olio di oliva Pane integrale Pasta integrale Yogurt Formaggi freschi Latte scremato Legumi Pesce Carne bianca Succhi di frutta Succhi di verdura Miele
|
Pasticceria Carne rossa Frutta secca Caffè e tè Burro Margarina Latte intero Gelati Uova Cereali raffinati Formaggi stagionati Sale dietetico Vino Zucchero di canna |
Affettati Cibi in scatola Sale Dado Salatini Patate fritte Fritti Hamburger Panna Besciamella Maionese Nutella Cioccolato Frutta sciroppata Confetture Zucchero raffinato Merendine Carne grassa Superalcolici |