LA CURCUMA
NEW PARMA – nov/dic 2008
La curcuma (Curcuma Longa, zafferano indiano, ukon, jiang huang) è una pianta erbacea perenne dal caratteristico rizoma di colore giallo ed è uno degli ingredienti principali del Curry. Utilizzata in occidente per aggiungere gusto e colore ai condimenti per le insalate, è una delle spezie preferite in India e dagli abitanti di Okinawa, l’isola a Sud del Giappone conosciuta per avere la maggiore aspettativa di vita al mondo e anche la maggior aspettativa di incorrere in un invecchiamento senza malattie quali cancro, malattie cardiovascolari, osteoporosi, diabete e disturbi neurovegetativi come l’Alzheimer.
Ovviamente sarebbe semplicistico ricondurre questi risultati all’uso della curcuma; in realtà gli abitanti di Okinawa, oltre ad una vita sana e non stressante, seguono una dieta ipocalorica a basso indice glicemico, cioè con alimenti che non alzano la glicemia, con pochi grassi saturi e ricca invece di soia e pesce. La prima contiene fitoestrogeni, che proteggono dai tumori e agiscono come sostanze anti-aging. Il secondo invece è ricco di Omega 3, che esercitano una funzione di protezione a livello cardiovascolare e dalle varie malattie degenerative, inoltre migliorano la funzionalità cerebrale proteggendo dall’invecchiamento patologico.
Ma ad Okinawa la curcuma è usata quotidianamente o come spezie per insaporire i cibi o per aromatizzare l’immancabile Tè Verde o come medicina. Sia i polifenoli del Tè Verde sia la curcumina (il principale principio attivo della curcuma) sono in grado di attivare i geni protettivi e quindi di aumentare la longevità e lo stato di salute.
La curcuma si impiega nella medicina Ayurvedica come depurativo generale, come rimedio digestivo, in presenza di febbre, infezioni, dissenteria, artrite, itterizia e vari disturbi epatici. La Medicina Cinese impiega la curcuma per problemi epatici e alla cistifellea, per le emorragie, per le congestioni al petto ed i disturbi mestruali, nelle flatulenze, nel sangue delle urine, nel mal di denti, nelle contusioni e nelle ulcerazioni (per uso esterno).
I ricercatori della California University di San Diego hanno osservato che “la curcumina dovrebbe essere un agente antitumorale sicuro, non tossico, per il trattamento del cancro al colon e del retto”; test clinici condotti su soggetti umani hanno dimostrato che non è tossica se somministrata in dosi fino a 10 grammi. Numerosissimi studi suggeriscono che la curcuma possieda un enorme potenziale per la prevenzione e la cura del cancro.
L’American Institute for Cancer Research ha riferito un certo grado di inibizione per tumori del tratto gastrointestinale, compresi quelli orali, esofagei, gastrici e al colon.
Questo risultato sembra dovuto al fatto che la curcuma usata come spezie da condimento potrebbe mitigare gli effetti di molti carcinogeni alimentari. La curcuma pare efficace anche contro il cancro al seno e i melanomi.
La curcuma è stata studiata a fondo anche per le sue spiccate proprietà antinfiammatorie. Migliora la sensibilità dei recettori al cortisolo e di fatto le sue proprietà antinfiammatorie sono paragonabili a quelle degli ormoni con la struttura del cortisone prodotti dal nostro organismo. Migliorando la sensibilità al cortisolo ne mantiene livelli più bassi limitando così l’invecchiamento precoce causato da un eccesso dello stesso.
Dal punto di vista cardiovascolare esercita un effetto protettivo dovuto alle sue proprietà antiaggreganti (efficacia pari all’aspirina) e ipocolesterolemizzanti.
Uno studio svolto da ricercatori italiani e statunitensi suggerisce che la curcumina possa incrementare le proprietà di protezione e antiossidazione di un enzima che salvaguarda il cervello. Nei pazienti affetti da Alzheimer la curcumina aumenta del 50% l’efficienza del sistema immunitario nell’eliminare la Beta-amiloide, sostanza responsabile della degenerazione dei neuroni cerebrali.
Il modo più semplice e naturale di assumere la curcuma è utilizzando più spesso il Curry, in quanto le molteplici varianti di questo condimento aromatico si prestano a diversi tipi di carne, pesce e verdure, oltre a contenere altre spezie (coriandolo, cumino, fieno greco, zenzero, cannella, ecc.) che giovano alla salute.
Qualora si volesse assumere la curcuma come tale, se ne può assumere una dose da 3 a massimo 10 grammi fino a 3 volte al giorno, oppure sotto forma di curcumina (il principio attivo) in capsule da 500 mg. due/tre volte al giorno.
“Nel 1996 la curcuma è stata oggetto di un tentativo di ‘biopirateria’: due ricercatori indiani presso un’università statunitense, dopo aver ‘sviluppato’ un farmaco il cui principio attivo era proprio la spezie gialla, ne hanno chiesto e ottenuto il brevetto. L’azione legale intrapresa dal Consiglio Indiano per la Ricerca Scientifica ha però portato l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti ad ammettere che le qualità officinali della curcuma sono una scoperta indiana e quindi non brevettabili, decretando così la revoca del brevetto. Una vittoria questa, che ha reso poco appetibile la curcuma agli occhi dell’industria farmaceutica e che spiega come mai le eccezionali virtù di questa radice, ormai ampiamente confermate anche dalla scienza moderna, non siano ancora diventate il tormentone salutista del momento (Da “Stampa Medica” 06 agosto 2007).