Secondo il COSA (Clinical Oncology Society of Australia), l’organo nazionale di punta che rappresenta i professionisti sanitari del mondo oncologico, l’esercizio fisico dovrebbe entrare nelle “prescrizioni” standard del paziente in cura dal cancro.
Secondo le linee guida l’oncologo dovrebbe prescrivere l’esercizio fisico come routine, e spiegare al paziente i vantaggi di questo co-trattamento.
Il documento è stato pubblicato online il 7 Maggio nel Medical Journal of Australia e sul sito del COSA.
“L’esercizio fisico andrebbe visto come una terapia co-adiuvante che aiuta a contrastare gli effetti avversi del cancro e dei suoi trattamenti, come fatica e depressione”, questo è quanto detto dagli autori, guidati da Prue Cormie.
Da notare è come, ad esempio in America, le linee guida sull’esercizio durante la terapia siano riferite ai pazienti, e non agli operatori sanitari, come nel caso del documento pubblicato dal COSA.
Le linee guida australiane consigliano ai pazienti quanto segue:
– almeno 150 minuti settimanali di attività fisica aerobica moderata, o 75 minuti ad alta intensità, come ad esempio nuoto, camminata, corsa, ciclismo e
– due o tre sessioni di sviluppo muscolare (sollevamento pesi), che coinvolgano la maggior parte dei gruppi muscolari possibili.
Aggiungono inoltre che l’esercizio dovrebbe essere personalizzato sulla base delle abilità individuali, gli effetti collaterali della terapia, e sugli effetti sullo stato di salute.
“Mantenere il paziente sotto una bolla di vetro non ha nessuna evidenza scientifica, e anzi, ignorare gli effetti benefici dell’attività fisica non può che essere dannoso”, continuano gli autori.
Gli effetti positivi sulla salute sono dovuti principalmente al miglioramento della funzione fisica (la capacità aerobica, la forza muscolare, e la stabilità funzionale), attenuando così la relativa fatica, lo stress psicologico e migliorando la qualità della vita.
Le ultime evidenze infatti, mostrano come l’esercizio regolare prima, durante, e/o dopo il trattamento del cancro diminuisca la gravità degli effetti collaterali (come anche la fatica e lo stress), e sia associato ad un minor rischio di sviluppare nuovi tumori, affermano gli autori.
Le ricerche epidemiologiche suggeriscono che l’attività fisica protegge contro l’insorgenza del cancro, la mortalità-specifica, e tutte le cause di morte, in particolare per i tumori al seno, al colon-retto, e la prostata.
Studi specifici ancora in atto dimostreranno definitivamente gli effetti dell’esercizio sulla sopravvivenza cancro-correlata.
La posizione delle linee guida del COSA sono supportate da altri 26 gruppi nel paese.
Bibliografia: Cormie P. et al, Clinical Oncology Society of Australia position statement on exercise in cancer care