Il bilancio energetico e il principio della conservazione dell’energia sono due delle primissime lezioni che si apprendono quando si inizia un corso di nutrizione al college. Da una noce otteniamo grasso se ne assumiamo in quantità superiori a quelli che sono i nostri consumi. Allo stesso modo si perde peso quando le energie consumate superano gli introiti calorici. Se la gestione del peso fosse così semplice non saremmo nel mezzo di una epidemia di obesità. Una revisione della letteratura di Y.M Lee della Kyungpook National University in Korea ha concluso che le sostanze chimiche ambientali a cui siamo sottoposti alterano i sensori che controllano il metabolismo e l’introito di cibo, tutto ciò interferisce col bilancio energetico promuovendo l’accumulo di grasso. Queste sostanze chimiche includono gli estrogeni ambientali delle plastiche e dei prodotti manifatturieri che inficiano il controllo metabolico, l’appetito e la gestione del peso. L’esposizione a questi chimici durante un periodo critico come quello della crescita potrebbe condannare questi soggetti ad un futuro da obesi. Riducendo il peso corporeo, inteso come grasso, si riducono anche le sostanze tossiche disciolte in questo grasso (che vanno in circolo e vengono detossificate). Comprendere e gestire gli inquinanti atmosferici che influenzano il nostro metabolismo è diventato un problema di sanità pubblica.
(Obesity Reviews, published online December 2, 2016)