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MEDICINA FUNZIONALE: La Medicina del domani

MEDICINA FUNZIONALE: La Medicina del domani
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Un editoriale del 2003 del “British Medical Journal” riportava il seguente commento: “E’ cosa ormai quotidiana per un medico generico incontrare pazienti i cui sintomi non sono legati ad una specifica causa organica ed ad una malattia ben definita ma piuttosto sembrano dipendere da una infiammazione cronica di origine sconosciuta”.

Un compito della medicina del 21° secolo dovrà essere quello di capire i meccanismi alla base dei sintomi delle malattie piuttosto che catalogarli all’interno del nome di una malattia.

Bisogna rendersi conto che esiste il malato e non la malattia ed i sintomi, pur differenti, possono trarre origine da comuni alterazioni metaboliche funzionali.

Se è vero che la medicina convenzionale ha ottenuto grandi successi nell’ambito della medicina d’urgenza, è altrettanto vero che è stato un grande fallimento per quanto riguarda la cura delle malattie cronico-degenerative.

L’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete, il morbo di Alzheimer sono in continuo aumento.

Complessivamente “l’industria del malato” costa alla collettività circa 112 miliardi di euro all’anno, che vengono spartiti tra le industrie farmaceutiche e le strutture sanitarie.

E’ un incredibile giro di affari che gravita intorno ad un sistema che vive sulle spalle del malato e che si preoccupa solo di “tamponare” sintomi ma non di curare le cause.

Non si può curare la fame nel mondo vendendo a poco prezzo cibo di scarsa qualità; bisogna invece insegnare alle popolazioni che soffrono la fame come attuare sistemi di coltivazione ed allevamento in grado di auto sostenersi.

La medicina metabolica funzionale è quindi un approccio dinamico e multiplo finalizzato al trattamento, ma ancora di più alla prevenzione, delle malattie croniche di tipo degenerativo, con l’intento di migliorare il metabolismo e la biochimica dell’individuo come metodo primario per migliorare la sua salute.

Le malattie croniche di tipo degenerativo sono quasi sempre precedute da un lungo periodo di un’alterata funzionalità di uno o più sistemi di organo.

Queste disfunzioni sono il risultato di una vita di interazioni tra il nostro stile di vita, l’ambiente e le nostre predisposizioni genetiche ma, senza dubbio, il fattore più importante, che è tra l’altro quello sul quale possiamo intervenire, è lo stile di vita.

Ovviamente è molto più facile, ma miope, volersi attenere alla “evidence based medicine” basata sui trials clinici, in quanto molte ricerche sono state finanziate per sviluppare nuovi farmaci e tecnologie ed è senz’altro più difficile fare degli studi prospettici multifattoriali focalizzati sugli stili di vita e bisogna quindi basarsi sulle “evidenze scientifiche” e sui processi biochimici e metabolici.

La medicina convenzionale è incentrata più su quale farmaco prendere piuttosto che sul come cambiare i nostri comportamenti, per esempio mangia come vuoi e prendi le statine oppure mangia i carboidrati che vuoi e regola la dose di insulina.

Ma questo è tradire l’origine della nostra medicina: Ippocrate diceva “ se fossimo in grado di fornire a ciascuno di noi la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, avremmo trovato la strada della salute”.

Ippocrate non parlava della giusta medicina.

Oggi un altro aspetto che riguarda gli stili di vita che si sono modificati con l’avvento della civiltà industriale e tecnologica è lo stress.

Un tempo l’uomo cacciatore-raccoglitore, ma tutto sommato anche l’agricoltore e l’allevatore, seguivano ritmi scanditi dalla natura, rispettando i ritmi circadiani indotti dalla luce e dal buio, praticando uno stile di vita fondamentalmente sereno che solo occasionalmente veniva alterato da situazioni di emergenza per le quali il sistema di risposta Fight or Flight, basato sugli ormoni corticosurrenalici, era perfettamente adeguato.

Oggi i continui sovrastimoli stressanti, sia di tipo psichico, ambientale che alimentare, anche subdoli che non richiederebbero in realtà una tale risposta, creano una condizione di iperproduzione di questi ormoni che da benefici diventano dannosi per il nostro organismo. La triade sulla quale di basa la Medicina Metabolica Funzionale è quindi: Nutrizione, Esercizio Fisico, Gestione dello Stress. L’approccio clinico sul quale si deve basare la Medicina Metabolica Funzionale è l’esame degli squilibri che sottendono l’espressione della disfunzione. Questi squilibri fondamentalmente includono:

  1. Squilibri del sistema digestivo, assorbente e del microbiota
  2. Squilibri dei processi di detossificazione e biotrasformazione
  3. Squilibri del sistema immunitario e infiammatorio
  4. Squilibri del controllo della glicemia e della glicazione
  5. Squilibri della composizione corporea
  6. Squilibri strutturali a carico del sistema muscolo-scheletrico
  7. Squilibri a carico della resistenza, della forza e dell’elasticità
  8. Squilibri a livello psico-spirituale
  9. Squilibri ormonali e dei neuro-trasmettitori
  10. Squilibri del metabolismo ossido-riduttivo e mitocondriale
  11. Squilibri degli acidi grassi
  12. Squilibri dell’equilibrio acido-base
  13. Squilibri del pathway della metilazione
  14. Squilibri di vitamine – minerali – aminoacidi
  15. Squilibri elettromagnetici

Appare quindi chiaro che un approccio di questo genere, che possiamo definire “olistico”, richiede l’intervento di più competenze e di più figure professionali. Se è vero che c’è stato un periodo in cui la medicina d’organo ha dato la priorità allo “specialista” dando un’accezione negativa al termine “tuttologo”, oggi nel campo della medicina bisogna rivalutare questo concetto nel senso che un medico deve avere delle conoscenze molto più ampie rispetto alla sua specifica area di competenza, senza però avere la presunzione di poter gestire tutto da solo ma avvalendosi di altre figure professionali: Dietisti – Biologi – Psicologi – Personal Trainer, Laureati in Scienze Motorie – Farmacisti, che a loro volta abbiano delle conoscenze che possono permettere loro di avere una visione globale e di potersi relazionare parlando la “stessa lingua” che non deve essere il “medi cinese” (con tutto il rispetto per la MCT).

 

L’ACCADEMIA DEL FITNESS – Wellness & Anti-aging magazine – ottobre 2015