Un interessante studio del 2021, randomizzato e controllato, rivela che un alto dosaggio (2,5 grammi) di omega-3 sembra in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare causato da eventi stressanti.
Risultato?
Telomeri più lunghi, minore infiammazione e attenuata reattività allo stress simpatico e cardiovascolare.
In totale, 138 partecipanti sedentari, in sovrappeso, di mezza età (93 donne, 45 uomini) hanno ricevuto 2,5 g/die di omega-3, 1,25 g/die di omega-3 oppure un placebo per 4 mesi.
Prima e dopo lo studio, i partecipanti sono stati sottoposti al Trier Social Stress Test.
I campioni di saliva e sangue sono stati raccolti una volta prima e ripetutamente dopo il fattore stressante per misurare il cortisolo salivare, la telomerasi nei linfociti del sangue periferico e IL-10, IL-6, IL-12 e TNFα.
Rispetto al gruppo placebo, i soggetti dei gruppi “omega-3” hanno prodotto meno cortisolo e livelli più bassi della proteina pro-infiammatoria IL-6, durante un evento stressante provocato in laboratorio.
Di rimando, i livelli di composti protettivi sono calati drasticamente nel gruppo placebo dopo il fattore di stress, mentre non ci sono state variazioni riscontrate nei gruppi sottoposti a supplementazione di omega-3.
In parole brevi cosa significa tutto questo?
Semplicemente, resilienza allo stress (riduzione del danno durante lo stress con spiccata attività antinfiammatoria e protezione dei componenti cellulari che diminuiscono a causa dell’invecchiamento).
I potenziali effetti anti-invecchiamento sono stati considerati particolarmente sorprendenti perché si sono verificati in persone sane ma anche sedentarie, sovrappeso e di mezza età, tutte caratteristiche quest’ultime che potrebbero portare a un rischio più elevato di invecchiamento accelerato.
Gli integratori di omega-3 alterano il rapporto di consumo di acidi grassi in modo da preservare brevi frammenti di DNA nei globuli bianchi (linfociti) chiamati telomeri che funzionano come cappucci protettivi alla fine dei cromosomi.
La tendenza dei telomeri ad accorciarsi in molti tipi di cellule è associata a malattie età-correlate, come le malattie cardiache, e mortalità precoce.
In questo studio, gli scienziati hanno esaminato come lo stress acuto ha influenzato la telomerasi, un enzima che scongiura la distruzione del materiale genetico (telomeri), perché i livelli dell’enzima reagirebbero più rapidamente allo stress rispetto alla lunghezza dei telomeri stessi.
Nello specifico, come dicevamo, hanno confrontato il modo in cui dosi moderate e alte di omega-3, o un placebo, hanno influenzato dei biomarcatori durante e dopo un evento stressogeno sperimentale.
La dose più alta di omega-3, in particolare, ha contribuito a sopprimere i danni durante l’evento stressante rispetto al gruppo placebo, abbassando il cortisolo e la proteina pro-infiammatoria IL-6 in media del 19% e del 33%, rispettivamente.
Nel gruppo placebo, questi meccanismi di ripristino dei telomeri sono calati sensibilmente: la telomerasi è diminuita in media del 24% e la proteina antinfiammatoria IL-10 è diminuita del 26%.
I risultati sono dose-dipendenti con un maggiore impatto con la dose più alta di omega-3 e questo suggerirebbe una relazione causale.
In conclusione, abbassando i livelli generali di infiammazione e cortisolo durante lo stress e implementando i meccanismi di riparazione durante il recupero, gli omega-3 possono controllare l’invecchiamento accelerato e ridurre anche il rischio di depressione
Sebbene il dosaggio di 2,5 grammi di omega-3 sia molto più alto di quello che solitamente si consuma quotidianamente, i partecipanti alla ricerca non hanno mostrato alcun segno di effetti avversi con gli integratori.
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