Il tumore al seno è un cancro maligno che si sviluppa a partire dalle cellule della mammella che possono crescere e replicarsi sino ad invadere i tessuti circostanti diffondendosi anche in aree distanti del corpo. La malattia rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne. Nei tumori influenzati dagli ormoni femminili come gli estrogeni, la terapia preponderante è quella che si basa sull’utilizzo del tamoxifene, un farmaco che si lega agli specifici recettori e ne blocca l’attività, portando all’arresto della crescita delle cellule cancerose. In realtà, recenti studi, hanno valutato anche un’altra possibilità ovvero quella di trattare questi tumori con il progesterone, un ormone largamente accessibile che potrebbe in futuro essere aggiunto ai farmaci per la cura del cancro al seno. Studiosi del Cambridge Research Institute e dell’università di Adelaide, utilizzando tecnologie innovative, hanno dimostrato che l’attivazione dei recettori per il progesterone sotto stimolazione diretta di questo ormone, potrebbero “inviare segnali” ai recettori estrogenici cambiandone il comportamento ed arrestando la crescita tumorale.
