La quercetina è un flavonoide tra i più comuni, presente in molte varietà di frutta e verdura come, ad esempio, capperi, mele, cipolle, uva.
È un potente antiossidante naturale, un inibitore naturale di vari enzimi intracellulari, mostra un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus SARS-Cov-2, è stata estensivamente studiata in campo oncologico ed esercita proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive. In breve, promuove la salute a 360°.
La sua azione su una vasta gamma di malattie croniche degenerative, ne fanno, di fatto, una promettente molecola utile nell’age management e, cosa attualissima, adatta nella gestione delle infezioni virali.
Azione interessante quella sul danno muscolare da esercizio fisico, testata in una recente ricerca di un gruppo di studiosi italiani dell’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”.
Chiunque frequenti una palestra per allenarsi con i pesi, sa bene che la pratica per l’aumento della forza muscolare può causare indolenzimento (anche ritardato) e questo è un fattore che, seppur utile, può ostacolare il progresso negli allenamenti.
Gli esercizi con enfasi sul movimento eccentrico sono sicuramente quelli più efficaci sia nello sviluppare un adattamento fisico di reazione, che per causare danni muscolari, con dolore, infiammazione e temporanea debolezza.
Vediamo di approfondire rapidamente lo studio randomizzato, in doppio cieco, crossover: dodici giovani uomini (26,1 ± 3,1 anni) hanno ingerito quercetina (1000 mg/die) o un placebo per 14 giorni.
I partecipanti hanno completato una valutazione neuromuscolare completa (NM) prima, durante e dopo un protocollo eccentrico in grado di indurre un grave danno muscolare (10 serie di 10 contrazioni di allungamento massimo).
La valutazione NM comprendeva la contrazione isometrica volontaria massima (MVIC) e le valutazioni della relazione forza-velocità con registrazione simultanea dei segnali elettromiografici (EMG) dai muscoli flessori del gomito.
Sono stati valutati anche dolore, angolo del braccio a riposo, circonferenza del braccio, creatinchinasi plasmatica (CK) e lattato deidrogenasi (LDH).
I risultati? L’integrazione con quercetina ha aumentato significativamente la forza isometrica registrata durante la MVIC rispetto al basale, inoltre, la forza isometrica e la relazione forza-velocità erano significativamente più bassi quando ai partecipanti è stato somministrato il placebo piuttosto che la quercetina.
In definitiva, i soggetti che hanno consumato 1.000 milligrammi di quercetina al giorno, per 2 settimane, hanno mostrato una debolezza muscolare meno grave dopo un periodo di allenamento eccentrico rispetto a coloro che erano trattati col placebo.
Invece uno studio del 2019 (Qiaowen Ou e colleghi) ha eseguito una meta-analisi di 15 studi clinici randomizzati, controllati e versus placebo per testarne la capacità antinfiammatoria sia su soggetti sani che su adulti con malattia cronica conclamata come sindrome metabolica e diabete di tipo 2, artrite reumatoide, malattia coronarica e obesità.
Il range temporale degli studi era compreso tra le due e le dieci settimane ed i ricercatori hanno testato la capacità della quercetina di ridurre i seguenti marcatori: CRP, IL-6 e il TNF-α.
In breve, l’analisi dei risultati ha mostrato una effettiva capacità della quercetina di ridurre la PCR nei soggetto over 40 e in coloro che avevano una patologia, di ridurre IL-6 nei soggetti femminili e nelle ammalate, al dosaggio di almeno 500 mg/die. Ha ridotto anche il TNF-α, seppur non nella totalità degli studi.
Quindi, sebbene nei soggetti sani non sia risultata efficace, a basse dosi, nel ridurre l’infiammazione silente, si può affermare che il consumo di quercetina, ad alte dosi, è una strategia terapeutica promettente per la gestione delle malattie croniche e della senescenza.
Ulteriormente, in un articolo pubblicato su Frontiers nel 2020, si evidenzia come le condizioni infiammatorie croniche come l’obesità possono avere un impatto negativo sulle funzioni biologiche alla base del potenziale rigenerativo delle cellule stromali/staminali mesenchimali (MSC).
L’obesità può compromettere la funzione delle MSC inducendo la senescenza cellulare, un programma di arresto della crescita che induce le cellule a uno stato pro-infiammatorio.
L’obesità umana innesca un programma di senescenza precoce nelle MSC derivate dal tessuto adiposo, pertanto la lesione cellulare indotta dall’obesità può alterare l’efficacia di questo sistema di riparazione endogena e ostacolare la fattibilità del trapianto autologo (detto anche autotrapianto) in individui obesi.
Ecco come la quercetina, che agisce sull’infiammazione, come abbiamo visto poc’anzi, si candida come senolitico (ossia una molecola, naturale o sintetica, che è in grado di indurre una apoptosi selettiva delle cellule invecchiate) per mitigare le complicazioni di questa condizione, ottimizzando la sensibilità all’insulina e riducendo il numero di cellule senescenti, migliorando infine la condizione di fragilità tipica dell’anziano, con un’azione antinvecchiamento che agisce fin dalla radice del problema.
Fonti: Bazzucchi I., et al. The Effects of Quercetin Supplementation on Eccentric Exercise-Induced Muscle Damage. Nutrients 2019, 11(1), 205.
Qiaowen Ou, et al. Impact of quercetin on systemic levels of inflammation: a meta-analysis of randomised controlled human trials. International Journal of Food Sciences and Nutrition. Volume 71, 2020 – Issue 2
Sabena M. Conley, et al. Human Obesity Induces Dysfunction and Early Senescence in Adipose Tissue-Derived Mesenchymal Stromal/Stem Cells. Front. Cell Dev. Biol., 26 March 2020