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MULTIVITAMINICI : MISSING IN ACTION, OPPURE NO?

MULTIVITAMINICI : MISSING IN ACTION, OPPURE NO?
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Che fine hanno fatto i Multivitaminici?

Quando eravamo ragazzini erano solitamente prescritti in casi di astenia, periodi di stress psico-fisici, inappetenza, come coadiuvanti nel recupero di una malattia o ospedalizzazione.

Oggi sembrano quasi un retaggio del passato, con le migliaia di molecole presenti sul mercato. Ma come stanno effettivamente le cose?

In effetti, alcune persone sono a sfavore del loro utilizzo, mentre molte altre non ne possono fare a meno per compensare deficit nutrizionali, rafforzare il sistema immunitario, regolare il metabolismo e implementare la salute del cervello.

La pubblicazione, anche relativamente recente, di studi che hanno analizzato l’efficacia di integratori vitaminici ha prodotto risultati contrastanti, proclamando per esempio che non proteggono gli adulti sani, che presentano deficit nutrizionali, contro le malattie cardiovascolari, il cancro e la morte per tutte le cause.

E quindi?

Secondo un recente studio incentrato sulla memoria e sulla funzione cerebrale, pubblicato sulla rivista Alzheimer’s & Dementia, un po’ di chiarezza sembrerebbe essere stata fatta.

Nonostante decenni di ricerca, il cervello rimane ancora un enigma e le attuali opzioni per migliorare la salute del cervello sono molto limitate: esercizio fisico regolare, gestione dello stress, dormire a sufficienza, mantenere un peso adeguato e seguire una dieta salutare hanno dimostrato di aiutare a migliorare la salute cardiovascolare e ridurre i rischi di alcune demenze.

Ad oggi non ci sono farmaci o trattamenti sul mercato che possono aiutare in modo affidabile a migliorare la funzione cerebrale a lungo termine, ed è per questo che i ricercatori di tutto il mondo continuano a indagare se gli alimenti o gli integratori possono essere efficaci.

Come dicevamo, è stato da poco pubblicato uno studio che ha coinvolto 2.262 partecipanti (età media=73 anni; 60% donne; 89% bianchi non ispanici) che sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un estratto di cacao (contenente 500 mg/die flavanoli) o un placebo, un multivitaminico-multiminerale commerciale o un placebo, o sia il cacao che il multivitaminico-multiminerale (contenente 27 vitamine, minerali e altri nutrienti in varie quantità) per 3 anni.

Alla fine del triennio, sono stati analizzati i test di cognizione per appurare che coloro che assumevano cacao da solo non dimostravano alcun miglioramento, tuttavia, quelli che assumevano il multivitaminico hanno dimostrato punteggi sensibilmente migliori nei test della funzione cerebrale complessiva (specialmente in coloro che presentavano malattie cardiovascolari), memoria e funzione esecutiva.

I ricercatori hanno stimato che tre anni di assunzione del multivitaminico potrebbero rallentare il declino correlato all’età della funzione cerebrale fino al 60% sulla base dei risultati dello studio randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco.

Questo è un risultato eclatante, anche se la ricerca non è stata priva di bias e alcuni fattori confondenti (pochi soggetti erano di colore, non è noto se alcuni dei benefici fossero dovuti a carenze pregresse di alcuni nutrienti, non è noto se gli effetti diminuiranno nel tempo e non sappiamo se ci sarà un effetto nella prevenzione di tipi comuni di demenza).

Eppure, questo porta all’attenzione un precedente studio randomizzato e controllato con placebo che era più ampio e a lungo termine che ha riferito di non aver trovato miglioramenti nella funzione cerebrale tra i medici maschi con età over 65 che stavano assumendo multivitaminici.

Come accade spesso, la metodologia applicata agli studi era differente, così come la popolazione dei soggetti, e questo significa sicuramente che sono necessarie ulteriori ricerche per indagare su chi ha maggiori probabilità di beneficiare dei multivitaminici e a quale dosaggio (o di uno specifico nutriente).

Un motivo per cui questo studio è importante è che, se può essere confermato, significa che potrebbe esserci un modo sicuro, economico e ampiamente disponibile per contribuire a migliorare la qualità della vita per l’invecchiamento della popolazione globale.

Tuttavia, c’è una differenza enorme tra migliorare la funzione cognitiva e aiutare a prevenire la demenza.

Da studi come questo possiamo ricavarne l’insegnamento che, se vogliamo attuare una strategia nutrizionale preventiva, personalizzata e anti-invecchiamento, dobbiamo prima valutare se c’è una carenza e per questo ci sono oggi analisi specifiche e dettagliate, anche senza prelievo ematico, che si avvalgono di apparecchiature altamente tecnologiche e che sono utilizzate da medici e biologi veramente specialisti in integrazione e supplementazione.

 

Fonte: A4M The American Academy of Anti-Aging Medicine

Baker LD, et al. Effects of cocoa extract and a multivitamin on cognitive function: A randomized clinical trial. Alzheimer’s and Dementia, The Journal of the Alzheimer’s Association, First published: 14 September 2022