Premesso che il colesterolo è senz’altro un fattore demonizzato oltre il dovuto per quanto sia il suo contributo al rischio cardiovascolare, essendo in realtà un fattore secondario all’infiammazione cronica, e premesso che un suo eccessivo abbassamento aumenta le cause di morte e il rischio delle malattie croniche di tipo neurodegenerativo, si può senza dubbio dire che la maggior parte dei medici e dei pazienti è molto preoccupata per livelli di colesterolo alti e spesso per rimediare si fa uso delle statine. Questi farmaci, d’altro canto, aumentano il rischio di morte per tutte le cause ma non quelle cardiovascolari, in poche parole: moriamo prima lo stesso ma magari non per un infarto. Ai giorni nostri è aperto un grande dibattito contro il colesterolo. Le recenti linee guida hanno abbassato ancora i livelli di colesterolo target per l’inizio di terapia con statine e tra poco quasi chiunque avrà livelli di questo componente che rientrano nel target terapeutico per l’uso di questi farmaci. La letteratura scientifica giustifica questa “guerra” in virtù di opinabili associazioni statistiche tra l’utilizzo di questi farmaci e la riduzione del rischio per patologie cardiovascolari. In realtà cambiare ciò che si mangia può essere un’arma efficace per abbassare il colesterolo e migliorare il profilo lipidico sanguigno. Il professor Sherif Sultan, esperto di chirurgia vascolare ed endovascolare dell’Università dell’Irlanda ha affermato che il colesterolo è una delle molecole “più vitali” del corpo e previene l’infezione, il cancro, il dolore muscolare e altre condizioni nelle persone anziane e inoltre ha sottolineato che abbassare il colesterolo con farmaci per la prevenzione cardiovascolare nelle persone di età superiore ai 60 anni è una totale perdita di tempo e di risorse, mentre modificare le proprie abitudini è il modo più importante per raggiungere una buona qualità della vita.
In una revisione scientifica che ha coinvolto quasi 70.000 persone si è scoperto che non vi era alcun legame tra ciò che è stato tradizionalmente considerato colesterolo “cattivo”, il colesterolo LDL, e le morti di soggetti di oltre 60 anni di età per malattie cardiovascolari. Pubblicato sul giornale BMJ Open, il nuovo studio ha addirittura portato alla luce un dato molto interessante: il 92% delle persone con un livello elevato di colesterolo viveva più a lungo.
In seguito gli autori hanno chiesto una rivalutazione delle linee guida per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dell’aterosclerosi, patologia caratterizzata da indurimento e restringimento delle arterie, proprio per “smontare” i benefici del trattamento con statine, continuamente prescritte dalla classe medica. Abbassare troppo il colesterolo aumenta il rischio di infezioni, cancro, disturbi mentali. Esso ricopre un ruolo principale nelle membrane cellulari, nell’ormonogenesi e nel sistema immunitario. In più nessuno studio ha mai dimostrato alcuna associazione tra il grado di abbassamento del colesterolo e gli effetti benefici descritti in termini di riduzione assoluta del rischio di patologia cardiovascolare.
Ovviamente i risultati della revisione citata poco fa hanno suscitato immediato scetticismo da parte di altri accademici, che hanno messo in dubbio la veridicità e la solidità delle affermazioni riportate nel documento.
Il colesterolo alto è comunemente causato da una dieta non salutare e dal consumo di alti livelli di grassi saturi. Diversi alimenti abbassano il colesterolo in vari modi. Alcuni forniscono fibra solubile, che lega il colesterolo e i suoi precursori nel sistema digestivo e li trascina fuori dal corpo prima che entrino in circolazione. Alcuni forniscono grassi polinsaturi, che abbassano direttamente l’Ldl e infine alcuni contengono steroli vegetali e stanoli, che bloccano direttamente l’assorbimento del colesterolo.
Viene trasportato nel sangue attaccato a proteine chiamate lipoproteine ed è stato tradizionalmente collegato a malattie cardiovascolari come cardiopatia coronarica, ictus, arteriopatia periferica e malattia aortica.
Co-autore dello studio, il Dr Malcolm Kendrick ha riconosciuto che i risultati avrebbero causato polemiche, ma li ha difesi come “robusti” e “accuratamente rivisti” mentre l’autore principale, il dott. Uffe Ravnskov, ex professore associato di medicina renale presso l’Università di Lund in Svezia, ha affermato che “non vi è alcun motivo” per ridurre il colesterolo alto-LDL.
Molti studiosi scettici, tra cui il cardiologo consulente dott. Tim Chico, ha affermato che sarebbe più convinto di uno studio randomizzato in cui alcuni pazienti hanno abbassato il colesterolo usando un farmaco mentre altri ricevono un placebo ed ha affermato che comunque servono ancora tanti studi per dare certezze.
La British Heart Foundation ha messo in dubbio la nuova ricerca, sottolineando che il legame tra alti livelli di colesterolo LDL e morte negli anziani è più difficile da rilevare perché, con l’età, più fattori determinano la salute generale.
In tutti i casi io ritengo che prima di tutto serve seguire un ‘alimentazione intelligente, sana ed equilibrata e poi, se necessario, si passa ai farmaci. L’aggiunta di diversi alimenti per abbassare il colesterolo e praticare attività fisica costante, soprattutto di tipo aerobico, che è in grado di alzare le Hdl, è altrettanto importante. Tra l’altro l’attività aerobica aumenta la sensibilità insulinica, cosa che fa anche l’allenamento coi pesi. Mantenere un peso nella norma e non incorrere in una alimentazione ricca di carboidrati aiuta a mantenere una buona sensibilità insulinica con livelli non elevati di insulina che è la responsabile della produzione endogena a livello epatico del colesterolo. Inoltre il colesterolo alto può anche essere causato da problemi ormonali quali l’ipotiroidismo e l’ipogonadismo che è quindi opportuno correggere.
Ovviamente, passare ad una dieta che riduce il colesterolo e alla pratica costante di esercizio fisico richiede più attenzione e soprattutto impegno rispetto alla rapida e semplice assunzione di una statina quotidiana, e anche per il medico, che deve responsabilizzare ed istruire il paziente, è tutto più semplice. Ma preferire la dieta sana e l’esercizio fisico è un modo “naturale” per abbassare il colesterolo ed evita il rischio di problemi muscolari e altri effetti collaterali che affliggono alcune persone che assumono statine.
Inoltre uno stile di vita impostato così non può altro che apportare benefici a tutti i livelli e non solo in funzione dell’abbassamento del colesterolo.
Fonte: Online Journal The Telegraph