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Stop alla pancia ‘gonfia’? Ecco i cibi da evitare

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Uno studio italiano presentato all’Expo analizza un fenomeno che colpisce anche chi non è in sovrappeso. Per combattere questo fastidio, che spesso si accompagna a irritazione e dolori, è sufficiente limitare gli alimenti che fermentano. Il guaio è che la lista è lunghissima anche in frutta e verdura

La pancia gonfia è un problema anche per molte persone magre STOP ai cibi cibi che fermentano nell’organismo. È così che si sgonfia la pancia secondo uno studio italiano presentato all’Expo e che ha sottoposto per la prima volta una dieta a uno studio scientifico come quelli per valutare le medicine. Lo studio ha dimostrato che semplicemente eliminando gli alimenti che provocano una eccessiva fermentazione si ottiene una diminuzione del gonfiore del 50%, che, dopo 16 mesi, raggiunge il 66%. Peccato che la lista di questi alimenti sia lunghissima e comprenda cibi consigliati soprattutto per la prevenzione delle malattie.

La ricerca italiana. A dimostrare l’efficacia della dieta anti-gonfiore è comunque una ricerca tutta italiana, randomizzata e in doppio cieco, cioè dove le persone e i medici non sanno chi sta seguendo il nuovo regime alimentare. La ricerca è stata presentata alla ‘Digestive Disease Week’ di Washington e nei giorni scorsi anche all’Expo di Milano. I risultati hanno mostrato il 40% in meno di giorni di pancia gonfia dopo un mese di dieta e una diminuzione del gonfiore del 50%, che, dopo 16 mesi, raggiunge il 66%. Inoltre, il dolore addominale diminuisce del 40% già dopo un mese e la sua percezione è più che dimezzata anche dopo 16 mesi (-56,6%, contro il -10% della dieta dei controlli). “Abbiamo sottoposto a questa dieta più di un centinaio di persone. Tuttavia lo studio ne ha prese in considerazione 75 di entrambi i generi, e seguite per un periodo medio eccezionalmente lungo per questo tipo di studi: oltre 2 anni in media” spiega Enrico Stefano Corazziari, UOC Gastroenterologia A, Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche, Sapienza, Università di Roma. “Lo studio è stato condotto su persone con intestino irritabile ma la dieta è consigliabile per tutti coloro che hanno problemi di pancia gonfia”.

Colon irritabile. Quello della pancia gonfia è un problema quotidiano che colpisce almeno il 20% della popolazione italiana, circa 12 milioni di persone, arrivando a comprometterne la qualità di vita, non solo per l’evidente problema estetico, ma soprattutto per il fastidio e il dolore che può determinare. Le cause più frequenti sono dovute a un disturbo funzionale, che si caratterizza per una maggiore sensibilità e peggiore motilità a livello intestinale, e che include, per esempio, l’intestino irritabile (12% della popolazione italiana che ha gonfiore, dolore, alterazione dell’alvo), ma anche deficit di lattasi e intolleranza verso il glutine.

Gli alimenti che “gonfiano”. Ma quali sono i cibi da evitare per avere una pancia piatta? Sono gli alimenti FODMAP (acronimo di Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli), cioè quelli ad alta capacità fermentativa. Ne fanno parte cibi contenenti oligosaccaridi, come i legumi, alcune verdure (come carciofi, broccoli, aglio), frutti (come cachi e anguria) e cereali (frumento e segale), alcuni elementi come fruttosio (come mela, pere, pesche, mango), lattosio (latte e formaggi morbidi e freschi), e infine polioli, contenuti in frutta (come ciliegie, susine), verdura (come cavolfiori, funghi) e dolcificanti (mannitolo, sorbitolo e xilitolo). “La fermentazione dei cibi, in certe persone predisposte  –  spiega Corazziari – può determinare un accumulo di gas che, insieme a un concomitante maggior afflusso di acqua, causano una distensione del lume intestinale. Questo, complice l’ipersensibilità che caratterizza tali soggetti, causa distensione e dolore addominale. Le nuove conoscenze scientifiche ci permettono di lasciarsi alle spalle il detto “noi siamo quello che mangiamo”, oramai superato, per fare posto a un nuovo concetto: noi siamo il cibo che assorbiamo e soffriamo per quello che non assorbiamo e che la flora fermenta”.

 

Fonte: La Stampa – Salute