Una nuova ricerca ha scoperto che un composto chiave nei broccoli, il sulforafano, ha il potenziale per stimolare direttamente la riparazione e il rinnovamento del tessuto nervoso danneggiato nel cervello, il che è un’ottima notizia per tutte le persone afflitte da malattie croniche di tipo neurogenerativo o che hanno riportato danni cerebrali post vaccino.
Pubblicato sulla rivista Genesis, il documento, intitolato “Effetti del sulforafano sulla proliferazione e differenziazione delle cellule staminali neurali”, rivela come il sulforafano abbia proprietà migliorative significative che possono riguardare una vasta gamma di disturbi patologici sottostanti associati alla malattia neurodegenerativa.
Tali disturbi includono lo stress ossidativo, l’infiammazione, l’omeostasi perturbata del calcio e la morte neuronale, solo per citarne alcuni. E uno dei modi in cui si ritiene che il sulforafano faccia questo è stimolando l’attività delle cellule staminali neurali (NSC) nei seguenti modi:
- Sovraregolando il fattore 2 correlato al fattore nucleare eritroide 2 (Nrf2), che aumenta i meccanismi antiossidanti innati.
- Sopprimendo l’interleuchina-1b (IL-1b), che è la più potente citochina infiammatoria.
Lo studio ha esaminato specificamente se il sulforafano conferisca o meno benefici neuroprotettivi attraverso le sue proprietà di segnalazione WnT.
La segnalazione WnT è stata precedentemente identificata come una via molecolare chiave coinvolta nella rigenerazione dei tessuti.
Per la loro indagine, i ricercatori hanno studiato il range ottimale di sulforafano necessario per promuovere la crescita delle NSC proteggendo al tempo stesso i neuroni sani dai danni.
Hanno scoperto che concentrazioni di sulforafano inferiori a 5 nM possono promuovere la crescita delle NSC limitando o prevenendo al contempo i danni citotossici.
Hanno anche determinato che il sulforafano, in effetti, modifica i geni attraverso la via di segnalazione WnT come sospettato e che l’esposizione delle NSC al sulforafano provoca la differenziazione nei neuroni.
Ciò supporta ulteriormente l’ipotesi che il sulforafano abbia il potenziale per stimolare la riparazione del cervello.
Si scopre che il sulforafano è anche un induttore di Nrf2, che insieme alle sue proprietà di attivazione di Wnt lo distingue da altri fitochimici in termini di potenziale di guarigione del cervello.
“Gli effetti della SFN nel ripristino della segnalazione Wnt offrono una vasta gamma di opportunità per il trattamento delle malattie correlate alle cellule staminali caratterizzate dalla soppressione della segnalazione Wnt”, hanno scritto i ricercatori nella loro conclusione.
“In sintesi, abbiamo dimostrato che il sulforafano derivato dalle crocifere può stimolare efficacemente la proliferazione e la differenziazione delle NSC modificando i geni nella via di segnalazione Wnt. Grazie alla sua proprietà lipofila e al basso peso molecolare, il sulforafano ha un’elevata biodisponibilità come farmaco somministrato per via orale.”
È un nutriente che si trova naturalmente negli alimenti, soprattutto broccoli e cavoli, e può anche essere acquistato come integratore.
Il modo migliore e più semplice per ottenere sulforafano in quantità terapeutiche, oltre che come integratore, è consumare germogli di broccoli, poiché i broccoli adulti non contengono la stessa quantità di nutrienti.
Nei sopraelencati alimenti si trova prevalentemente nella forma inattiva glucorafanina che viene trasformata in sulforafano grazie all’azione degli enzimi mirosinasi presenti naturalmente nelle crucifere e rilasciati quando la pianta viene danneggiata, oppure tagliata, frullata, centrifugata, pestata, o triturata come peraltro avviene durante la masticazione.
La cottura delle verdure crucifere purtroppo è in grado di inattivare la mirosinasi, diminuendo di fatto la disponibilità di sulforafano presente nei germogli dei broccoli.
Le verdure crude hanno i livelli più alti di sulforafano: fino a dieci volte in più rispetto, per esempio, ai broccoli cotti.
Quindi la cottura al vapore per circa 1-3 minuti, o saltati brevemente in padella, sono le migliori per ottimizzare i livelli di sulforafano (che è la forma bioattiva) e scongiurarne eccessive perdite.
Tuttavia, aggiungendo a fine cottura, un alimento contenente mirosinasi come, ad esempio, la senape (o i suoi semi) e avendo cura di masticare bene, si riuscirà ad implementare l’assunzione di sulforafano.
Fonte: Natural News