La vitamina C (acido ascorbico-AA) non può essere accumulata nell’organismo, data la sua natura di composto idrosolubile, perciò la sua assunzione tramite l’alimentazione deve essere mantenuta costante.
È anche termolabile, quindi vegetali e frutta andrebbero consumati freschi (conservati per massimo 3-4 giorni) e crudi o brevemente cotti al vapore.
Ne conosciamo i suoi marcati poteri antiossidanti, in grado di innalzare le barriere del sistema immunitario, aiutando inoltre l’organismo a prevenire il rischio di tumori allo stomaco, tramite l’inibizione della sintesi di sostanze oncogene.
È fondamentale per la neutralizzazione dei radicali liberi, partecipa a molte reazioni metaboliche e alla biosintesi di aminoacidi, ormoni e collagene.
Ora uno studio abbastanza recente, ha voluto indagare se la somministrazione orale di alti dosaggi di AA potesse migliorare la risposta glicemica post-prandiale in soggetti affetti da diabete di tipo 2.
Un ulteriore obiettivo era scoprire possibili influenze della supplementazione di AA sui valori pressori.
Sono stati quindi reclutati 31 individui con diabete di tipo 2 i quali hanno ricevuto per 4 mesi una integrazione orale di AA (2 x 500 mg/giorno) oppure un placebo.
I partecipanti hanno indossato monitor glicemici per 48 ore e consumato pasti standardizzati prima e dopo l’integrazione.
I parametri misurati includevano valori post-prandiali di iAUC (area incrementale del glucosio), durata giornaliera dello stato di iper- e ipoglicemia e concentrazioni post-prandiali di glucosio, emoglobina glicata (HbA1c), insulina, pressione del sangue e stress ossidativo (F2-isoprostani).
In seguito alla supplementazione di AA, sono state osservate riduzioni significative nei valori post-prandiali di glicemia iAUC (-36%), della durata giornaliera con iperglicemia (-2,8 ore/giorno) e iperglicemia postprandiale (-1,7 ore/giorno), nelle concentrazioni medie di glucosio sulle 24 ore (-0,8 mmol/L) e di glucosio postprandiale giornaliero (-1,1 mmol/L), nella pressione sistolica (-7 mm Hg) e diastolica (-5 mm Hg) e negli F2-isoprostani plasmatici liberi (-47 pg/mL) rispetto al placebo.
Conclusioni: nonostante l’esiguità dei partecipanti alla ricerca, questi risultati offrono chiare prove per suggerire l’utilizzo della vit. C quale terapia aggiuntiva per migliorare sia il controllo glicemico che della pressione arteriosa negli individui con diabete di tipo 2.