Home ABSTRACT ASSOCIAZIONE TRA FLAVONOIDI DIETETICI E DECLINO COGNITIVO
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ASSOCIAZIONE TRA FLAVONOIDI DIETETICI E DECLINO COGNITIVO

ASSOCIAZIONE TRA FLAVONOIDI DIETETICI E DECLINO COGNITIVO
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Frutta e verdura dai colori accesi, come fragole, frutti di bosco, agrumi, peperoni, mele, pere e banane (elenco parziale), sono ricche di preziose sostanze chimiche vegetali note come flavonoidi.

Questi fitochimici hanno potenti proprietà antiossidanti che hanno tutto il potenziale per dimostrarsi utili a ridurre lo stress ossidativo che può danneggiare il cervello.

Infatti, lo stress ossidativo è uno dei principali candidati imputati di causare il declino cognitivo età-correlato che può sfociare nella demenza, vero dramma che colpisce sia il soggetto, alienandolo dal mondo circostante, che i famigliari che gli sono accanto, che stentano a riconoscere (e ad essere riconosciuti) il malato.

Dati statistici americani riportano che nel 2014 erano circa 5 milioni gli adulti over 65 che erano colpiti da demenza solo negli Stati Uniti e le proiezioni indicano un vertiginoso aumento di sofferenti fino a quasi 14 milioni entro il 2060.

Purtroppo, non esistono attualmente cure efficaci disponibili, ma solo trattamenti sintomatici, poco più che palliativi.

Ecco, quindi come gli stili di vita possono, e devono, entrare in gioco per cercare di ridurre drasticamente i rischi di incorrere in questo vero incubo di ogni anziano.

Un recente studio, pubblicato su Neurology, che ha analizzati i dati di due precedenti ricerche (49.493 donne del Nurses’ Health Study-NHS- e 27.842 uomini del Health Professionals Follow-Up Study-HPFS-) ha scoperto che coloro che consumavano più frutta e verdura (nello specifico, un certo quantitativo di flavonoidi) avevano meno probabilità di incorrere nel declino cognitivo in età avanzata.

Anche dopo l’aggiustamento per altri fattori di rischio, come l’assunzione di vitamine e acidi grassi omega-3 e tenendo conto di una serie di fattori non dietetici, tra cui l’attività fisica, l’indice di massa corporea, il fumo, l’assunzione di alcol e la storia familiare di demenza, i soggetti che mangiavano più flavonoidi avevano in media il 20% in meno di probabilità di sviluppare un declino cognitivo soggettivo (SCD) rispetto a coloro che ne mangiavano di meno.

Gli autori definiscono questi flavonoidi come delle vere e proprie “centrali energetiche” in grado di supportare l’attività cerebrale durante l’invecchiamento.

Questi sono risultati entusiasmanti perché dimostrano che apportare semplici modifiche dietetiche potrebbero aiutare a prevenire il declino cognitivo.

Nel dettaglio, alcuni flavonoidi sembrerebbero fornire una protezione maggiore rispetto ad altri.

Difatti, i flavoni, un tipo di flavonoide presente nei vegetali gialli e arancioni, sono stati associati a una riduzione del rischio del 38%, mentre gli antociani, di cui sono ricchi mirtilli, ciliegie e more, mostrano una riduzione del rischio del 24%.

Un ulteriore dato interessante sarebbe poi che non è mai troppo tardi per incominciare ad introdurli nella propria dieta per goderne dei benefici.

Nonostante anche questo studio presenti alcuni limiti, e ulteriori studi dovrebbero essere disegnati per confermarne la validità, le evidenze risultano robuste.

Nel frattempo, il suggerimento è che portare in tavola alimenti ricchi di flavonoidi sembra essere la miglior scelta attuabile, socialmente economica e benefica per contrastare e gestire il declino cognitivo e la demenza, con effetti collaterali pari a zero.

Concludendo, avere una vita fisicamente attiva, astenersi dal fumo, limitare l’alcol e seguire la vera dieta mediterranea (moderata assunzione di carne rossa e latticini, con presenza di pesce, legumi, carboidrati fibrosi, verdura e frutta colorata, frutta secca, semi e olio d’oliva) sono tutti fattori che concorrono a sostenere la salute del cervello.

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Fonte: Tian-Shin Yeh, et al., Long-term Dietary Flavonoid Intake and Subjective Cognitive Decline in US Men and Women. Neurology. September 07, 2021; 97 (10)