Home ABSTRACT VITAMINA D3: EFFETTO PREVENTIVO CONTRO LA POLMONITE INTERSTIZIALE
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VITAMINA D3: EFFETTO PREVENTIVO CONTRO LA POLMONITE INTERSTIZIALE

VITAMINA D3: EFFETTO PREVENTIVO CONTRO LA POLMONITE INTERSTIZIALE
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Il calcitriolo [1,25 (OH) 2 D 3 ] viene frequentemente studiato con lo scopo di valutare il suo effetto preventivo contro la polmonite interstiziale. Sebbene il colecalciferolo (vitamina D3 non attivata) possa essere facilmente ottenuto con la dieta e abbia un’emivita più lunga rispetto al calcitriolo,  sono state fatte  poche ricerche in merito ai suoi possibili effetti sulla polmonite interstiziale.

Da dove nasce il collegamento tra vitamina D e polmonite interstiziale?

Nella polmonite interstiziale, le pareti alveolari diventano ispessite e fibrotiche a causa di un processo infiammatorio che porta all’attivazione di fibroblasti che producono actina (αSMA) e collagene di tipo I.

La polmonite interstiziale è una complicazione della sindrome di Sjӧgren, sindrome in cui i pazienti mostrano livelli di vitamina D nel sangue molto più bassi rispetto alle persone sane, perciò si è ipotizzato una possibile correlazione tra polmonite interstiziale e carenza di vitamina D

La vitamina D è una vitamina liposolubile che facilita l’assorbimento di calcio e fosforo dal tratto intestinale, promuove la produzione e la secrezione dell’ormone paratiroideo ed ha un ruolo chiave nel metabolismo osseo.

Recentemente è stato dimostrato che una carenza di vitamina D non solo comporta danni a livello osseo ma è anche alla base di  malattie legate allo stile di vita, tra cui malattie cardiache, diabete e cancro.

Si ricordi inoltre l’importanza di questo micronutriente per il sistema immunitario poiché, potenziandolo, è in grado di prevenire eventuali infezioni.

A tale proposito è stato condotto uno studio in vitro usando linee cellulari di fibroblasti polmonari umani (HPFC) e impiegando anche topi con fibrosi polmonare, indotta da bleomicina, per valutare se la vitamina D3 dietetica, una volta metabolizzato in vitamina D 3 attiva nei polmoni, avesse un effetto preventivo contro la polmonite interstiziale.

Nelle  due linee cellulari di HPFC, è  stata valutata sia l’espressione del gene per il recettore della vitamina D e dei geni per gli enzimi che metabolizzano la vitamina D e sia la capacità, della vitamina D 3, di sopprimere l’induzione di citochine infiammatorie.
Ciò che si è osservato è che  l’espressione dei recettori per la vitamina D e degli enzimi implicati nella sua attivazione, nello specifico CYP27A1 o CYP2R1, enzimi che attivano la vitamina D3 a calcitriolo, è avvenuta in entrambe le linee cellulari.

Questi risultati perciò suggeriscono che i fibroblasti polmonari sono in grado di metabolizzare la vitamina D 3 in vitamina D attiva.

Altri dati significativi ottenuti riguardano l’inibizione del processo infiammatorio.

Nei topi, i sintomi della fibrosi polmonare, indotta dalla bleomicina, sono migliorati e l’espressione dei marcatori di fibrosi e degli induttori della fibrosi è stata ridotta da una dieta ricca di vitamina D 3 .

In conclusione, sapendo che la vitamina D 3 viene attivata localmente nei tessuti polmonari, si può affermare che un elevato apporto dietetico di vitamina D 3 può avere un effetto preventivo contro la polmonite interstiziale e può essere utile anche per la prevenzione o il trattamento di altre malattie correlate ad una sua carenza.

Bibliografia : J Clin Biochem Nutr. 2019; 65(3):245-251.doi : 103164/jcbn.19-48